Titolo internazionale | The Best Years |
Anno | 2020 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 129 minuti |
Regia di | Gabriele Muccino |
Attori | Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Matteo De Buono, Alma Noce, Nicoletta Romanoff, Emma Marrone, Gennaro Apicella, Paola Sotgiu, Francesco Acquaroli, Elisa Visari, Ilan Muccino, Fabrizio Nardi (II), Titti Nuzzolese, Mariana Falace, Mariano Rigillo, Massimiliano Cardia, Jacopo Maria Bicocchi, Riccardo Caruso, Federica Flavoni, Silvia Iorio, Ilir Jacellari, Marco Pancrazi, Dino Porzio, Azzurra Rocchi, Antonella Valitutti, Matteo Zanotti II, Matteo Zanotti. |
Uscita | giovedì 13 febbraio 2020 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,97 su 44 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 12 febbraio 2020
La storia di quattro amici raccontata nell'arco di quarant'anni, dal 1980 ad oggi, dall'adolescenza all'età adulta. Il film ha ottenuto 9 candidature ai Nastri d'Argento, 2 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Gli anni più belli ha incassato 5,7 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Roma, primi anni Ottanta. Giulio, Paolo e Riccardo hanno 16 anni e tutta la vita davanti. Giulio e Paolo sono già amici, Riccardo lo diventa dopo una turbolenta manifestazione studentesca, guadagnandosi il soprannome di Sopravvissuto. Al loro trio si unisce Gemma, la ragazza di cui Paolo è perdutamente innamorato. In realtà tutti e quattro dovranno sopravvivere a parecchi eventi, sia personali che storici: fra i secondi ci sono la caduta del muro di Berlino, Mani Pulite, la "discesa in campo" di Berlusconi e il crollo delle Torri Gemelle, per citarne solo qualcuno. E dovranno imparare che ciò che conta veramente sono "le cose che ci fanno stare bene" e che certi amori - così come certe amicizie - "fanno giri immensi e poi ritornano". Se citiamo un cantautore è perché Gli anni più belli segue volutamente il registro di concept album come "Piccolo grande amore" di Claudio Baglioni, e infatti Baglioni viene evocato nel film ben tre volte, con "E tu come stai?", "Mille giorni di te e di me" e l'inedito che accompagna i titoli di coda.
Ma se l'afflato di questo "romanzo popolare" è quello della canzonetta - e lo diciamo senza condiscendenza - lo stile registico è 100% Gabriele Muccino.
Il che, nella prima parte del film, è quasi letale: i giovani attori che interpretano i quattro ruoli principali, benché molto bravi (specialmente Alma Noce e Andrea Pittorno) sono spinti a recitare costantemente sopra le righe, alzando la voce, ansimando e soccombendo a quella frenesia ormai definibile come "muccianiana". E a sottolineare ogni scena c'è la colonna sonora (di Nicola Piovani) spalmata "a palla". Tuttavia dopo la prima mezz'ora, e dopo l'entrata in scena di Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria, il film comincia a prendere quota e a trovare un'identità che si smarca gradualmente dai cliché, rivelando un'onestà artistica credibile. Il merito è certamente degli attori, che trovano la loro misura anche all'interno dello stile dominante, ma anche di una regia che riesce a contenere i propri "difetti fatali", anche facendo leva su professionalità ben definite come Eloi Mori alla fotografia, Patrizia Chericoni ai costumi o Tonino Zera alle scenografie. Particolarmente notevole è il lavoro di montaggio di Claudio Di Mauro, specialmente nella scena del ristorante vicina alla conclusione, che destruttura magnificamente il meccanismo del campo e controcampo, e in quella dove Gemma, nelle sue varie incarnazioni, sale di corsa le scale, una delle più belle del film. Gemma è invece il tasto dolente, non per via delle belle interpretazioni della già citata Noce e di Micaela Ramazzotti, ma per lo scarso lavoro di scrittura del suo personaggio, del quale si faticano a capire le motivazioni, e dal quale traspare la consueta visione del mondo mucciniana in cui le donne "la danno via con la fionda", di solito per ragioni di sicurezza economica.
Molto ben scritti invece (dallo stesso regista e dal cosceneggiatore Paolo Costella) i tre personaggi maschili che corrispondono ad altrettante identità degli autori, e soprattutto delineano insieme il profilo di una generazione. È proprio il ritratto di chi oggi è arrivato ai cinquant'anni il punto di forza e il cavallo di Troia che si insinua nella coscienza degli spettatori, de Gli anni più belli: un ritratto che finora nessuno aveva portato al cinema con altrettanta compiutezza, mettendo a fuoco una generazione sfocata, travolta da una "metamorfosi socioculturale", umiliata dal precariato e schiacciata dai padri. In questo senso il modello di riferimento dichiarato del film, C'eravamo tanto amati, fa da efficace pietra di paragone, perché i protagonisti di Gli anni più belli, smarriti e spaesati, sono l'ombra di quelli del capolavoro di Ettore Scola, ed è giusto così, perché non possono avere lo spessore e la definizione di chi ha vissuto un'Italia molto diversa dalla nostra. Muccino fa leva drammaturgica su questo scarto epocale raccontandoci tre identità maschili depotenziate e destrutturate, come lo sono molti neocinquantenni di oggi. E alla fine ci si commuove profondamente, si riflette su dove siamo e perché, e su quali siano "le cose belle" cui stare attaccati come cozze quando il mondo intorno ci tradisce. Muccino racconta molto bene quanto sia facile sbagliare nella vita (soprattutto se è "una vita difficile") senza valutare le conseguenze di errori cui sarà arduo porre riparo, ma (grazie anche al provvidenziale suggerimento di Favino, come ha dichiarato il regista in conferenza stampa) è ancora possibile rammendare la propria vita e trovare una consolazione finale, una rappacificazione con noi stessi e il nostro bilancio esistenziale. E l'unico eroe è quello che ha capito da subito che non bisogna lasciare che sia il mondo a definirci.
Sarà la storia di quattro amici nell'arco di quarant'anni, dal 1980 ad oggi, il cuore del prossimo film di Gabriele Muccino, I migliori anni, che arriva a poco più di un anno dal successo di pubblico di A casa tutti bene - il film italiano più visto del 2018, oltre nove milioni di incassi. A interpretarlo, Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria. Nel cast, new entry per il grande schermo, anche la cantante Emma Marrone.
«È il film più grande che abbia mai realizzato perché i personaggi sono la microstoria nella cornice della grande storia. Sullo sfondo della storia che racconto c'è l'Italia che cambia, dalla fine degli anni di piombo alla caduta del Muro di Berlino, dalla stagione di Mani pulite all'11 settembre. Racconterò anche l'ascesa del Movimento 5 stelle. Non sarà un viaggio nostalgico, o pessimista: tutti i personaggi, con le loro difficoltà, sono spinti dall'idea che domani sarà un giorno migliore».
Gabriele Muccino
Girato quasi interamente a Roma, il film è costato otto milioni di euro. «È un film che racconta la vita in tutte le sue sfumature, attraverso la storia di tre amici, che nel 1982 hanno sedici anni, e di una ragazza che diventa l'oggetto del desiderio di tutti. Questi ragazzi affronteranno tradimenti, delusioni, fallimenti, la rincorsa verso il successo: quello che tutti conosciamo bene».
Nel 1982, quando i protagonisti del suo film hanno sedici anni, Muccino ne aveva quindici. «E non ero felice. A quindici anni ero un adolescente profondamente incompiuto, poi a trenta ho iniziato a fare cinema e ho trovato il mio modo per comunicare col mondo».
Ci saranno, nel film, omaggi al grande cinema italiano che, in commedia, ha saputo raccontare il paese e la sua storia: da C'eravamo tanto amati di Ettore Scola a Una vita difficile di Dino Risi. «Uno dei personaggi è molto ispirato a quel film del 1961», rivela il regista. «Mi ispiro a quel cinema per capire chi siamo, da dove veniamo e perché siamo ciò che siamo oggi. E di C'eravamo tanto amati ho messo due citazioni, per le quali ho chiesto al produttore di comprare i diritti, per sentirmi più libero di farle. Ma non sono plagi: sono degli omaggi sentiti». Nel film, anche due figli di Muccino: Penelope, 10 anni, e Ilan, sedici.
Sceneggiato da Gabriele Muccino insieme a Paolo Costella, I migliori anni è prodotto da Lotus, società della Leone film group, insieme a Rai Cinema e a 3 Marys Entertainment. Uscirà nelle sale italiane il 13 febbraio 2020, vigilia di san Valentino, distribuito da 01 Distribution. La colonna sonora del film sarà di Nicola Piovani.
GLI ANNI PIÙ BELLI disponibile in DVD o BluRay |
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Il miglior film di Muccino? Piano sequenze perfette, movimenti di telecamera ineccepibili, sguardi giusti al momento giusto. Mentre trascorre il tempo, c'è un altro film che scorre sotto lo strato principale: è quello delle emozioni che provano i protagonisti. Sono le emozioni non dette, quelle che Muccino tiene per pochi intimi, quelli che hanno una sensibilità maggiore [...] Vai alla recensione »
La frase di Democrito citata nel titolo è calzante per il film di Muccino. Al quale darei un consiglio: immergersi di nuovo nell'atmosfera di Hollywood che gli ha permesso di fare uno dei film più belli di questo ventennio La ricerca della felicità, un film agile, pieno di sofferenza, ma lieto, pieno di colpi di scena non sempre favorevoli, ma che alla fine fanno raggiungere [...] Vai alla recensione »
Prendete "Ceravamo tanto amati" di Ettore Scola, e "Ovosodo" di Virzì e otterrete "Gli anni più belli". Un film non da cinema, molto al di sotto delle attese, con delle scene tra Favino, Stuart e la Ramazzotti recitate talmente male che pensi siano tre novelli attori. La storia è quella dei due film, loro da giovani, le loro avventure e la [...] Vai alla recensione »
Sarà che a me Muccino non mi ha mai entusiasmata e non riesco a capire il perchè di tanto "incenso" su di lui. Sarà che di queste commedie con come sfondo tanti momenti storici ne ho visionate diverse. Sarà che ho visto così tanti film che a questo punto se uno non ha una trama veramente interessante da propormi, e non la solita videocronaca di gente qualunque [...] Vai alla recensione »
Quando una generazione si vuole raccontare, allora il narratore di turno sceglie la maniera più facile e diretta , ad esempio riferire le storie del Gruppo di Amici che ridendo e scherzando dichiarano le proprie ambizioni, le conquiste , le angosce e le sconfitte. Questo film pur non rappresentando una novità originale in questa tematica generazionale, si distingue [...] Vai alla recensione »
Quaranta anni d’Italia. Muccino racconta il Paese, le sue vicissitudini attraverso la storia di quattro amici, Giulio, Riccardo, Paolo e Gemma, dei loro sogni e delle loro disillusioni. E li racconta con un cast di altissimo livello, Favino, Rossi Stuart, Santamaria e la Ramazzotti. Quattro ragazzini che combattono per cambiare il mondo e che come tutti vengono cambiati dalle loro quotidianità, [...] Vai alla recensione »
GLI ANNI PIU’ BELLI Gabriele Muccino, nel 2020, realizza la sua opera più ambiziosa e, a tratti, decisamente impegnativa; la riproposizione del capolavoro “ C’eravamo tanto amati” del Maestro Scola, riveduto e corretto, improntato all’epoca odierna. Un tentativo di riproporre un’epopea , riguardante tre amici per la pelle, sullo sfondo delle vicende [...] Vai alla recensione »
“Gli anni più belli” (2020) è il dodicesimo lungometraggio del regista-sceneggiatore romano Gabriele Muccino. Il cinema italiano attorno e dopo il cinepanettonismo vario si arieggia di un muccinismo story. Un film dove il racconto serpeggia e fa ala al corso storico aderente ad una vita forte, intensa, grama e romana. Ecco che il trambusto del dopo ‘mundial’ [...] Vai alla recensione »
Qualche estate fa, su un’isoletta greca dove pensavo che soltanto in pochissimi avessimo deciso di trascorrere le vacanze, incontrai Gabriele Muccino. Ogni mattina in spiaggia e spesso la sera nella taverna che entrambi avevamo battezzato come casa, lo salutavo come fosse stato un vecchio amico. Nulla di più solo un cenno di affetto ad un regista che considero come un giovane zio, [...] Vai alla recensione »
Chi non lo ha visto al cinema, prima del lockdown, può vederlo su SKy: Gli anni più belli, il film diretto da Gabriele Muccino, è la storia di un gruppo di quattro amici, formatoda Giulio (Pierfrancesco Favino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria). La loro amicizia dura da ben 40 anni, esattamente dal 1980 ad oggi, attraversando [...] Vai alla recensione »
Chi non lo ha visto al cinema, prima del lockdown, può vederlo, in streaming: Gli anni più belli, il film diretto da Gabriele Muccino, è la storia di un gruppo di quattro amici, formato da Giulio (Pierfrancesco hFavino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria). La loro amicizia dura da ben 40 anni, esattamente dal 1980 ad oggi, [...] Vai alla recensione »
Questo film di Gabriele Muccino raggiunge livelli alti sia per la storia, sia per la scelta degli attori, sia per la colonna sonora e per la fotografia ... E' un film che si fa vedere in crescendo man mano che il tempo trascorre e sono oltre due ore, cosa rara per una pellicola italiana ... La trama si legge altrove, qui si vuole evidenziare come gli stati d'animo di una generazione nata in [...] Vai alla recensione »
i sogni, la velleità di purezza, l'ingenuità inevitabile dei 16 anni. la circostanza sanguinolenta che crea l'amicizia da commilitoni, il giuramento di eterna amicizia e soccorso. la femminilità irresistibile della splendida Gemma, spontanea come un anatroccolo pasticcione, che schianta l'afflato fra due ragazzi e li separa. [...] Vai alla recensione »
Forse Gli anni più belli rappresenta davvero un bilancio della propria vita per chi ha circa 50 anni o li ha superati da poco. Scorrono senza pietà i flash della propria vita: il Muro di Berlino, le monetine tirate contro Craxi, il crollo delle Torri Gemelle. Le luci della notte di Gli anni più belli non sono quelle del ricordo.
Con un supercast di attori italiani (Favino, Kim Rossi Stuart, Santamaria, Ramazzotti) e la cantante Emma, vera sorpresa del film, Gabriele Muccino (7 anime) mette in scena una commedia che narra le vicende (e soprattutto gli intrecci amorosi) di un gruppo di amici dall'adolescenza fino alla piena maturita', con sullo sfondo i principali eventi storici mondiali e nostrani (caduta del muro di [...] Vai alla recensione »
Concordo con chi ha scritto che Muccino si é rifatto in maniera totale al film C'ERAVAMO TANTO AMATI; infatti si tratta di una bruttissima copia dei personaggi di quel film di Scola, senza però possederne la qualità, il talento e la capacità di denuncia politico/ sociale che il film di Scola possedeva. Qui Muccino fa il solito compitino insufficiente, farcendolo con [...] Vai alla recensione »
Finalmente un film che rievoca la vecchia commedia all'italiana! Sentimenti, storia, amori, litigi, tradimenti, amicizia tutto mescolato in un insieme talvolta rapido e superficiale ( l'esperienza politica di Santamaria per esempio), ma coinvolgente e accattivante, capace di far riemergere ricordi e personaggi dal passato di ognuno di noi.
La vena sentimentale di storie nostrane del regista, spesso riflesso di nostalgiche gioventù o tempi passati non si affievolisce, fatta eccezione per un paio di film, neppure in questo suo ultimo lavoro. Coloro che vissero la propria gioventù fra i '70 e i '90 potrebbero rispecchiarsi in situazioni che emergono da questo soggetto ben calibrato e piacevole.
Mi aspettavo qualcosa di simile alla 'Meglio Gioventù' altro film che abbraccia quarant'anni di vita del nostro Paese intrecciandolo con le vicende personali dei protagonisti e quindi sono rimasto un po' deluso dal fatto che i grandi eventi dagli anni'80 in poi sono stati appena accennati. C'è da dire che l'opera (splendida) di Marco Tullio Giordana poteva [...] Vai alla recensione »
Concordo con la recensione di Paola Casella la scena più bella è quella dove Gemma nelle sue incarnazioni,sale di corsa le scale per ritrovarsi con Paolo il suo grande Amore.
Cast di grande qualitá per un'opera che riesce bene nel tentativo di essere classica e moderna allo stesso tempo. È ovvio il parallelo con il film "C'eravamo tanto amati" del 1974 di cui i grandi interpreti del film predecente sono stati degnamente riproposti da un cast di altrettanta qualitá. Cercare di sminuirlo, da chi vuole criticarlo, sarebbe un tentativo [...] Vai alla recensione »
Non mi dilungo nel riassumere la trama (la vita di 3 amici e 1 amica dagli anni '80 ad oggi), non farei però facili paragoni con il più volte citato "C'eravamo tanto amati".: sembrano simili (i cambiamenti negli anni) ma sono diversi. Quello di Scola inizia con i 3 amici che sono già adulti (partigiani, la guerra è appena finita e l'Italia [...] Vai alla recensione »
Non mi dilungo nel riassumere la trama (la vita di 3 amici e 1 amica dagli anni '80 ad oggi), non farei però facili paragoni con il più volte citato "C'eravamo tanto amati".: sembrano simili (i cambiamenti negli anni) ma sono diversi. Quello di Scola inizia con i 3 amici che sono già adulti (partigiani, la guerra è appena finita e l'Italia è [...] Vai alla recensione »
Sono andata a vedere il nuovo film di Muccino con una certa curiosità, anche per constatare se rispetto al precedente, “A casa tutti bene”, ci fosse stato un riscatto. A mio avviso, Muccino da troppo tempo ormai non riesce a bissare i successi de “L’Ultimo Bacio” o “Ricordati di me” per “eccesso di stimoli” non calibrati ed è [...] Vai alla recensione »
Muccino è un ritrattista di sentimenti,in questa pellicola c'è tutto il suo lavoro ,dall'ultimo bacio ad oggi,e funziona,funziona perchè c'è una spietata verità dentro la quale ci si ritrova.In alcune scene mi sento riportato nel passato in altre mi rivedo nel presente e in altre mi piacerebbe rivedermi nel futuro prossimo,perchè certi amori non [...] Vai alla recensione »
Abbiamo visto il film ieri sera e appena finito ci siamo guardati con il mio compagno ed esclamato all'unisono "Bello!". Veramente bello, coinvolgente, commovente, vero. Attori strepitosi (ma quella era una sicurezza non delusa). La sceneggiatura ha un buon ritmo perché l'attenzione rimane sempre desta. Alcune scene sono di grande poesia a mio parere, soprattutto quelle che [...] Vai alla recensione »
Quattro splendidi sedicenni caricati a molla e con la gioia di vivere addosso. Quattro percorsi che divergono col tempo. Quattro vite distrutte. Quattro diverse e profonde sofferenze. Infine, decadi dopo, la sublimazione finale, a raccogliere e ricomporre i frammenti di queste esistenze, che mai si sono veramente separate... non nel profondo almeno.
Due cose salvo di questo film. L'abbraccio intenso tra Favino e Santamaria in stazione e la Ramazzotti che sale le scale entrando nel portone addolescente e ritrovandosi donna nella stanza di Stuart.Il resto, poca roba. Tutte storie abbastanza tragiche, e la vita non è,e non può essere solo tragedia. Gli anni più bell vengono appena accennati e pure il film dura più [...] Vai alla recensione »
Bruttissima scopiazzatura del capolavoro di Scola. Muccino è bene che faccia solo pubblicità. Ridateci Gassman e Manfredi
Trovo davvero una genialata di Muccino quella di ammettere che si è ispirato al grande cinema italiano ma scoprire che nella realtà ha bellamente scopiazzato da un film di Ettore Scola del 1974 dal titolo "C'eravamo tanto amati". Infatti copia sceneggiatura, personaggi e situazioni ,trasportandoli in un'epoca più moderna rispetto a quella di Scola.
Muccino sopra la sua media. Un film ricco di messaggi e memoria. Buone performance degli attori, a loro agio nei rispettivi ruoli.Sembra fare il verso a Virzí, tanto che guardandolo non sapendo chi è il regista si potrebbe legittimamente pensare al grande livornese.
Sono quasi della stessa generazione dei protagonisti e ho vissuto nella stessa epoca, quindi mi ritrovo perfettamente in questo film. Un film quasi capolavoro per i sentimenti e la dolcezza che riesce a toccarti il cuore. Un film basato sull'amicizia di tre ragazzi e poi uomini molto bravi ad interpretare i personaggi in cui mi rivedo anche se in versione più casareccia e campagnola. [...] Vai alla recensione »
Il cast valorizza un film scorrevole; tuttavia manca una storia vera, intensa ed interessante che leghi l'avvicendarsi di storie di vita in cui si intrecciano tradimenti e delusioni come da cliché mucciniano. Il finale lieto e scontato dà comunque un senso di sollievo e compiutezza a un film che sembra perdersi in lungaggini inutili. L'ambientazione a roma e i bravi attori riescono a rendere più gradevole [...] Vai alla recensione »
Attori tutti bravissimi ma, come al solito Muccino è zuccheroso. Storia frammentata, banale e quasi da soap opera e, senza un vero filo logico "storico"... Io lo trovo stucchevole
Se questo film vuole essere un omaggio a Scola, allora vediamolo così... Personalmente non amo i rifacimenti troppo simili agli originali. Il senso di dejavu domina tutto il film, anche se gli attori fanno del loro meglio per dare una loro impronta...
Il cast è sicuramente all'altezza ma il film è un tentativo presuntuoso e mal riuscito del capolaro di Scola. Lo si poteva ricalcare molto più fedelmente e sarebbe stato almeno un omaggio al grande regista. Ma invece è un affronto!!
I personaggi sono forzati a tratti, però caratterizzano personalità differenti e in ognuno di loro è facile immedesimarsi.. Li giustifichi quasi come se ognuno fosse un parte differente della personalità di chi li osserva. Muccino coglie le debolezze e nella crescita li trasforma in forza e realizzazione. Da vedere, lo consiglio.
Non sono mai stato un grande fan di Muccino e probabilmente, assieme all'ormai datato Ricordati Di Me, questa sua ultima opera cinematografica è una delle migliori mai realizzate. Partiamo dal cast, il vero magnete di questa pellicola. Quando in locandina apprendi della presenza della 'Santa Trinità: Favino, Santamaria, Rossi Stuart', già perfettamente collaudati [...] Vai alla recensione »
Questo film non mi ha trasmesso quasi nulla a livello di emozioni e soprattutto a livello di consistenza di spessore della trama. La storia di quattro amici con l'importante sfondo storico che ci sintetizza i più importanti avvenimenti degli ultimi 40 anni, sembra decisamente avere il fiato corto. Il cast di attori è indubbiamente di alto livello, ma da un regista del calibro [...] Vai alla recensione »
concordo, quasi plagio. Il rifacimento al film di Ettore Scola è evidente, purtroppo non tutti hanno visto il bellissimo C'eravamo tanto amati, e quindi non possono capire che il film di Muccino ne è una brutta copia. Nessuna invenzione della storia, quindi. Nessun genio o intuizione neanche nel far parlare gli attori direttamente al pubblico, in quanto questo geniale stratagemma [...] Vai alla recensione »
Spocchioso e di una ruffianeria allucinante!
Paolo, Riccardo, Giulio e Gemma sono quattro ragazzi cresciuti nella Roma dei primi anni ’80. La loro amicizia, dopo periodi d’incomprensione e di allontanamento, proseguirà inalterata fino ai giorni nostri. Gabriele Muccino scrive e dirige una nuova Meglio gioventù con un manipolo di attori che fanno parte della ex meglio gioventù del cinema di casa nostra, [...] Vai alla recensione »
Non voglio dare pareri altisonanti (di cui, oltretutto, non sarei capace...), ma credo questo film sia la classica "commediona" italiana, altri lo definirebbero un polpettone. Evidente, persino smaccato, il riferimento a "C'eravamo tanto amati", come tanti hanno sottolineato, ma senza alcuno scatto, senza il guizzo che ti fa uscire dal cinema soddisfatto.
Mi faccio promotore di una class action oer avere i soldi indietro, contro Muccini che ha scritto e diretto questo film, contro iquttro blasonati attori che hanno recitato in un film del genere e contro Rai Cinema che un tale film ha cofinanziato ( anche con i miei soldi del canone) Dopo un incubo duato due pre, sono uscito prima della fine! Pessimo.
hI CHIESTO AL BOTTEGHINO SE MI RESTITUIVANO IL MALTOLTO PREZZO DEL BIGLIETTO. Film pessimo, sono uscito prima della fine, liberandomi come un ostaggio da un sequestro di persona.. Banale in tutto, dialoghi infantili, storia senza nè capo nè coda. Veramente pessimo,, il peggiore dei film che ho visto nell'anno,.
Film bellissimo, come non se ne vedevano da anni ormai... Emozionante, appassionante. Musiche favolose, le canzoni di Claudio Baglioni sono lo sfondo musicale per questo film perche ci riportando indietro nel tempo e alla fine con l'ultimo brano ritorniamo al presente come in un soffio. Lo consiglio a tutti piccoli e grandi! Voto 10/10
Premetto che mi definisco una persona molto critica nei confronti di Muccino, non mi ha mai fatto impazzire nè come autore nè come regista. Ma in questo caso devo ammettere di essere uscito dal cinema veramente appagato come non mi accadeva da un bel po' di tempo dopo la visione di un film. La storia non è sicuramente il massimo dell'originalità ma è narrata [...] Vai alla recensione »
un polpettone troppo lungo per raccontare 40 anni di 3 ragazzi amici alla fine l'amore e l'amicizia trionfano come nei migliori fumetti rosa Muccino e' sempre lui anzi e' peggiorato troppo urlato riesce a far recitare male Favino(il che'e' francamente difficile) la pover Ramazzotti fa sempre la stessa parte della "mezza battona" un po' tenera un po' approfittatrice [...] Vai alla recensione »
È importante l’approccio critico quando devi raccontare un’opera. Recensire un film è un’azione complicata, l’ho detto più volte: occorrerebbero tre interventi, uno secondo la cultura personale del recensore, che certo si suppone competente, l’altro mediando fra le trasformazioni del cinema nelle epoche, il terzo secondo il gradimento contemporaneo che privilegia certi contenuti e il target giovane. E non dimentico l’attenzione che, doverosamente, merita il mercato.
Poi ci sono... chiamiamole predilezioni, o simpatie. Io detesto Von Trier e non amo Tarantino, ma c’è una larga fascia di pubblico e di specialisti che li apprezzano. Sul cinema italiano mi esprimo da tanto tempo con una didascalia: “Eravamo i più bravi del mondo, mentre adesso...”.
Di fronte a un brutto film, estremo per volgarità e violenza, mi astengo dall’attribuire un voto: zero stellette. Però, nelle stagioni recenti ho rilevato una positiva evoluzione del nostro movimento che si esprime in titoli, nomi e riconoscimenti oltreconfine.
Ho visto Gli anni più belli (guarda la video recensione), di Gabriele Muccino e l’ho trovato un bel film.
La mia attribuzione è di 3 stelle e mezzo. E mi capita davvero raramente per un film italiano. Sono andato a vedere le altre valutazioni, sempre in stellette: la media del pubblico è 2,63, quella della rassegna stampa 2,49, quella di MYmovies 3,5. Allineata dunque con la mia e… non succede sempre. Ho comunque rilevato che la forbice è stata molto larga. Da un gradimento molto alto e quello minimo di una stella.
Da sempre affermo che niente è più discrezionale del cinema ma quella di una stella è una strana discrezione. Significa che guardi un’opera da una prospettiva particolare. “Particolare” significa con un’impostazione critica nel senso più rigoroso e severo, magari negativo. Ci deve essere qualcosa di personale. Uno specialista può scrivere 100 pagine a beatificare un film e un altro può scriverne altrettante a demolirlo. Ed entrambi saranno in grado di produrre argomenti credibili. Trattasi di discrezione, trattasi di cinema, appunto.
E dunque puoi speculare: le ispirazioni possono diventare imitazioni, le riproposte, mancanza di idee nuove. Muccino si rifà a modelli accreditati e storicizzati, che hanno dettato, ai loro tempi, evasione, esempio e anche qualità. È vero che i tre protagonisti, Giulio (Favino), Paolo (Rossi Stuart) e Riccardo (Santamaria) li abbiamo già visti e rivisti e certo ricordano i loro omologhi Gianni (Gassman) Antonio (Manfredi) e Nicola (Satta Flores) di C’eravamo tanto amati di Ettore Scola. Ed è vero che la Gemma che fa Micaela Ramazzotti assomiglia alla Luciana di Stefania Sandrelli di quel film. Ma ... cosa c’è di male?
Ed è anche vero che Muccino rifà la scena della fontana di Trevi. Ma a me non è parsa lesa maestà, ma un richiamo di estetica e di sentimento nostalgico e gradevole. E qui vale un’altra categoria di discrezione. In negativo ciò che ho detto sopra: “Muccino, imiti un grande bella forza...” In positivo: “Ma bravo Gabriele che ci hai fatto ricordare Scola.”
Un dato accreditato è che questa epoca fatica nelle idee e nella qualità. Sappiamo. E allora ecco certi artisti del passato in soccorso. Del resto cos’ha fatto il super valorizzato Sorrentino? Ha rifatto Fellini e ci ha persino vinto un Oscar, aggiungendolo ai 5 del maestro magico.
Roma, primi anni Ottanta. Giulio, Paolo e Riccardo hanno 16 anni e tutta la vita davanti. Giulio e Paolo sono già amici, Riccardo lo diventa dopo una turbolenta manifestazione studentesca, guadagnandosi il soprannome di Sopravvissuto. Al loro trio si unisce Gemma, la ragazza di cui Paolo è perdutamente innamorato. In realtà tutti e quattro dovranno sopravvivere a parecchi eventi, sia personali che storici: fra i secondi ci sono la caduta del muro di Berlino, Mani Pulite, la "discesa in campo" di Berlusconi e il crollo delle Torri Gemelle, per citarne solo qualcuno. E dovranno imparare che ciò che conta veramente sono "le cose che ci fanno stare bene" e che certi amori - così come certe amicizie - "fanno giri immensi e poi ritornano".
Gabriele Muccino racconta com'è nato l'ambizioso progetto de Gli anni più belli (guarda la video recensione) e la sua collaborazione con il cast del film.
La nostalgia è una brutta malattia: se non la curi in tempo, diventa cronica. Ingrediente-base dei film di Gabriele Muccino, qui la fa da padrona, estendendosi per ben quarant' anni: dal liceo all' età matura dei tre grandi amici Giulio (che di cognome fa Ristuccia come la famiglia di Ricordati di me), Paolo, Riccardo. Il primo diventa un avvocato di successo, sporcandosi la fedina morale; Paolo [...] Vai alla recensione »
Dal 1980 a oggi, dall'adolescenza alla maturità, passando per eventi epocali (Caduta del Muro, 11 settembre 2001), fatti politici (Tangentopoli, la discesa in campo di Berlusconi, il cambiamento del pure innominato M5S ) e sintassi sentimentale: che cosa resterà di questi quarant' anni? L' amicizia, quella di Giulio (Pierfrancesco Favino), figlio di carrozziere e avvocato rampante; Gemma (Micaela Ramazzotti [...] Vai alla recensione »
La versione gabrielemucciniana di "C'eravamo tanto amati", diretto nel 1974 da Ettore Scola: quasi un sequel, al netto dei talenti rispettivi e delle sceneggiature che (inequivocabile segno dei tempi) mordono sempre meno, nel senso della crudeltà. Ormai l'ex giovane regista è più riconoscibile di Nanni Moretti: basta una scena recitata con energia, che spesso vuole dire "fuori la voce", seguita da [...] Vai alla recensione »
"C'eravamo tanto amati". Ma mezza porzione. Il nuovo film di Gabriele Muccino, "Gli anni più belli", che richiama alla memoria il capolavoro di Ettore Scola è così, come la trattoria delle mezze porzioni dove mangiavano i tre amici Gassman, Manfredi e Satta Flores. Un film a metà, aggiornato ai nostri tempi e depotenziato nelle radici storiche (lì la guerra partigiana, qui una più anonima turbolenza [...] Vai alla recensione »
Muccino, uno dei pochi registi italiani in grado di essere identificato da larghe fasce di pubblico, ha dichiarato presentando «Gli anni più belli» che i suoi film migliori sono quelli in cui ha avuto la possibilità di non avere nessun pudore. Appunto. Acclarato che sin dall' esordio sa tenere in pugno ritmo e scorrevolezza del prodotto e che gli attori con lui rendono spesso al meglio e preso atto [...] Vai alla recensione »
A ogni generazione la sua dimensione epica. Con questo concetto dovremmo prima o poi fare i conti. "Gli anni più belli", dodicesimo film di Gabriele Muccino, è "C'eravamo tanto amati" di Ettore Scola dentro a un frullatore Ikea. E non poteva essere altrimenti. Lo srotolamento del racconto generazionale, l'epos di un'amicizia tra tre ragazzi e una ragazza che attraversa 40 anni di storia italiana e [...] Vai alla recensione »
La nostalgia delle illusioni, il rimpianto delle scelte fatte, la maturità così distante dalla giovinezza, dalle sue speranze, i tanti errori di una generazione che ha attraversato gli ultimi decenni: l'ultimo Muccino sembra chiudere tutti i suoi discorsi precedenti, affondando i propri cliché in una summa di intrecci amicali e amorosi, con una riflessione sempre costipata di situazioni burrascose, [...] Vai alla recensione »
Non sarà un vero e proprio remake di C'eravamo tanto amati, ma ci va molto vicino. Classe 1967, Gabriele Muccino deve aver fatto uno studio attento del capolavoro di Ettore Scola (classe 1931) prima di spostare in avanti l'orologio del tempo trasferendo l'affresco originario, giocato sul trentennio 1944-74, al periodo che generazionalmente gli appartiene, fra gli anni '80 e l'ingresso nel Duemila. Vai alla recensione »
Vangelo secondo Muccino, capitolo 1. Tutte le femminucce esercitano il mestiere più vecchio del mondo, quando non nei costumi, certamente nella "dura cervice". C'è chi calpesta il marito e gli nega di vedere il figlio e chi se la spassa con tutti gli amici della compagnia. C'è la mogliettina che tradisce e la compagna di scuola decisamente "allegra".
Tre ragazzi, tre amici inseparabili, tre vite intrecciate. Una ragazza, Gemma, attorno a cui gravitano, così affamata d'amore da non aver imparato ad amare. Una generazione e un'epoca finora raccontate poco e male trovano qui la luce che ne evidenzia sensibilità e debolezze. Gabriele Muccino non si discute. O si ama o si odia, e spesso questo dipende dal grado di consapevolezza delle proprie fragilità [...] Vai alla recensione »
Quanta indulgenza ci è consentita, quando a 50 anni ci voltiamo indietro e il bilancio non ci appare esattamente in attivo? È la domanda che sottende Gli Anni Più Belli, o meglio, lo sguardo del regista mentre ripercorre i suoi errori e quelli della sua generazione. Il modello dichiarato è C'Eravamo Tanto Amati, ma Muccino e il suo cosceneggiatore Paolo Costella hanno piena coscienza di non essere [...] Vai alla recensione »
Niente di sorprendente, ma bello lo stesso. Così bello che il pubblico in sala ha applaudito alla fine del film. A me è successo solo una volta di sentire gli applausi al cinema, dopo Lo chiamavano Jeeg Robot, un altro film che pure in un modo molto diverso è riuscito a raccontare un pezzo della nostra vita. Perché è esattamente quello che fa Muccino.
Io mi rifiuto di essere pessimista. Se c'è una cosa che mi piace (e non ce n'è una sola) nel cinema di Gabriele Muccino è la sua incrollabile fiducia nel mondo e nella gente, nonostante tutto, che di tempeste ne ha viste - e tante - pure lui. Ma poi è sempre lì, a inseguire i sogni, quelli grandi: che dentro a quel modo di essere e raccontare c'è sempre una gioia, un buttarsi, un desiderio.
Dicono che ha uno stile esagitato. E che non sempre sa trovare l'equilibrio tra frenesia e nostalgia. Probabilmente è vero. Ma non è necessariamente un difetto. Perché ciò che rende vivi e vitali quasi tutti i film di Gabriele Muccino è l'energia divorante che li attraversa, la fame di vita e di racconto, l'esuberanza stilistica, l'effervescenza ritmica.
Certo, Gli anni più belli sono per tutti quelli della giovinezza. Che si fugge tuttavia, come sapeva bene quel marpione di Lorenzo de'Medici. Sono gli anni che hanno tutti gli anni davanti, ma anche del «diman non c'è certezza». Qui sono gli Ottanta delle discoteche, degli scontri di piazza (in realtà di un decennio prima), della generazione che crescendo vede man mano la caduta del Muro di Berlino, [...] Vai alla recensione »
Quali sono gli "anni più belli"? Per Muccino si dovrebbero indicare i sedici, quando esplode l'amicizia di tre ragazzi di borgata, e quando uno di loro si incolla alle labbra di una biondina scatenata, identificata con un pappagallino che va a schiantarsi contro il vetro di una finestra. In famiglia non ci sono padri, salvo uno che fa il meccanico d'auto, che il figlio disprezza e apertamente minaccia [...] Vai alla recensione »
Quattro adolescenti romani (Giulio, Gemma, Paolo, Riccardo) fanno conoscenza all'inizio degli anni '80, e cominciano un'amicizia destinata a durare fino ad oggi. Tra alti e bassi, successi e fallimenti, cambiamenti sociali profondi ed epocali, illusioni e delusioni personali e collettive Giulio prende la parola per primo, guarda in macchina verso lo spettatore e comincia in flashback a raccontare. [...] Vai alla recensione »
"Gli anni più belli", il nuovo film di Gabriele Muccino, è una sorta di romanzo popolare che, raccontando di quattro amici, abbraccia quarant'anni di Storia d'Italia. Il riferimento dichiarato è a «C'eravamo tanto amati» di Ettore Scola, opera cui viene reso omaggio riprendendone in parte la struttura narrativa. I protagonisti sono Giulio (Pierfrancesco Favino), Paolo (Kim Rossi Stuart), Riccardo [...] Vai alla recensione »
Nel 1974 furono i corpi attoriali di Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefania Sandrelli e Stefano Satta Flores a mettere in scena, guidati da Ettore Scola, uno dei capolavori generazionali del cinema italiano. "C'eravamo tanto amati" è il punto di riferimento sul quale Gabriele Muccino modella "Gli anni più belli", melodramma urlato e imperfetto ma anche emozionante e passionale, in cui emergono in [...] Vai alla recensione »
«Alle cose che ci fanno stare bene», lo ripetono spesso, come una sorta di formula magica, i tre protagonisti nel corso del film, tre amici per la pelle e per la vita, legati da un'amicizia cementata dai loro sedici anni e dai sogni comuni: alle cose che ci fanno stare bene. Giulio Ristuccia (da giovane interpretato da Francesco Centorame, da adulto da Pierfrancesco Favino), Paolo Incoronato (che da [...] Vai alla recensione »
C'eravamo tanto amati secondo Gabriele Muccino, nella Roma che va dagli anni 80 ai nostri giorni. Dichiaratamente ispirato al capolavoro di Ettore Scola, «Gli anni più belli», che di quello ricalca la struttura circolare e financo certe caratteristiche dei personaggi, è una storia di amicizia e tradimento, di allontanamenti e rinnovati slanci: al centro, quattro ragazzi che attraversano varie età della [...] Vai alla recensione »
Nei primi anni Ottanta a Roma Giulio, Paolo e Riccardo hanno 16 anni e tutto il tempo per diventare ciò che sognano. Al terzetto si aggiunge Gemma, perdutamente innamorata di Paolo, ma costretta a trasferirsi a Napoli. Gli anni passano e ognuno di loro dovrà fare i conti con successi e fallimenti, segreti, bugie e sensi di colpa. Sempre alla ricerca delle «cose che fanno stare bene».
Giulio, Gemma, Paolo, Riccardo: quattro amici dei quali Gabriele Muccino racconta l'evoluzione nell'arco di 40 anni spinto dalla sua solita passione per lo scorrere del tempo sulla vita intima e sui rapporti amicali e sentimentali. Sulla scia di "Come te nessuno mai", Ricordati di me, "Baciami ancora". "I protagonisti principali de "Gli anni più belli" (interpreti Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, [...] Vai alla recensione »
C'eravamo tanto amati, ci possiamo amare ancora. Gabriele Muccino parte dalla Storia del cinema italiano per raccontare, di nuovo, la propria storia. Gli ingredienti sono quelli di sempre: amore, amicizia, famiglia, tradimenti, generazioni a confronto, società che cambia, flussi e riflussi politici silenziosi ma presenti. In Gli anni più belli (ora nelle sale) sono miscelati con la sapienza di chi, [...] Vai alla recensione »
Gli anni più belli recita il titolo del nuovo film di Gabriele Mucci no. Bello. Poi c' è anche Claudio Baglioni che ha confezionato l'apposita omonima canzone a suggellare la suggestione. E allora ci si lascia sprofondare nel racconto che Muccino ha scritto con Paolo Costella e che ci trascina nei tardi anni 80, quando durante uno scontro di piazza due adolescenti, Giulio e Paolo, soccorrono un terzo [...] Vai alla recensione »
Sentimenti pompati, amori brucianti, frustrazioni, collisioni e tradimenti, e spruzzate di urla levate al cielo, certamente. Gabriele Muccino è tornato, con Gli anni più belli (dal 13 febbraio al cinema). Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria se ne vanno a spasso nel tempo e nella vita, nell'ultimo quarantennio di vicende italiane, nel nuovo film del regista [...] Vai alla recensione »
In C'eravamo tanto amati la Storia travolgeva i destini individuali. I personaggi di Scola, Age e Scarpelli, da protagonisti del proprio tempo, diventavano sudditi del sistema, sia cedendo sotto i suoi colpi, sia cavalcandone le spinte più fameliche. La malinconia del tempo che passava, dei capelli che ingrigivano, delle emozioni che si stemperavano nasceva dall'idea di perdita - di un'amicizia, di [...] Vai alla recensione »
Chiusa la parentesi americana, Gabriele Muccino torna sui propri passi col tentativo di rielaborare i concetti di prigione e morte che avevano ampiamente connotato i suoi esordi. È funebre l'idea che sottende gran parte della sua filmografia sia quando mette in scena la fine biologica (causata da un male incurabile, un suicidio, un incidente), sia quando vuole riflettere sulla fine delle speranze, [...] Vai alla recensione »
Dall'adolescenza all'età adulta, quattro amici si perdono, si ritrovano, si amano, si perdono e si ritrovano di nuovo. Con Gli anni più belli, Gabriele Muccino mette in scena ancora una volta i suoi amati personaggi della classe media, pedinandoli nell'arco di 40 anni, dal 1980 ad oggi, e scandendo le loro vicende con i grandi accadimenti della Storia con la s maiuscola: la fine degli anni di piombo, [...] Vai alla recensione »
Si conoscono nel 1980, coinvolti senza volerlo in uno scontro tra autonomi e polizia, diventeranno amici inseparabili. O quasi. A Giulio (Pierfrancesco Favino), Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria) si aggrega Gemma (Micaela Ramazzotti), una coetanea di cui il tenero Paolo si invaghisce totalmente. Gli anni passano, si cresce e i sentieri si biforcano.
Con onesta dichiarazione di ispirazione al C'eravamo tanto amati di Ettore Scola nel cartello dei titoli di coda, Gabriele Muccino si lancia in Gli anni più belli a raccontare un'amicizia maschile a tre (più fidanzata di uno amata da un altro come quarto lato di un triangolo sghembo) partita dagli anni del liceo e finita nella contemporaneità. Si parte nel 1982: dentro la festa si balla Il tempo delle [...] Vai alla recensione »
Gli anni più belli (tre uomini, amici perché e benché diversi, lungo quarant'anni di storia italiana, uniti e divisi da una donna) è C'eravamo tanto amati (con il cast maschile di Romanzo criminale). Quasi in carta carbone, in un gioco di simmetrie pervicacemente ricercato (ma non chiuso, per un soffio: Santamaria/Manfredi non amerà Ramazzotti/Sandrelli, almeno non come Rossi Stuart/Satta Flores e [...] Vai alla recensione »
L'Italia degli ultimi 40 anni vista con gli occhi di quattro amici, che si conoscono adolescenti negli Anni 80 e si ritrovano oggi, cambiati ma ancora legatissimi. Dopo il successo di "A casa tutti bene" (2018), Gabriele Muccino torna a proporre un affresco corale nel quale passioni e tradimenti si mescolano ai grandi eventi che hanno cambiato la vita di tutti, da Mani pulite all'attentato dell'11 [...] Vai alla recensione »
C'è il brano di Claudio Baglioni che da il titolo al film. Ma il clima che si respira intorno al nuovo lavoro di Muccino somiglia molto a una bellissima canzone degli 883, Gli anni. A distanza di 17 anni, forse era così che doveva essere La meglio gioventù. Si guarda troppo a C'eravamo tanto amati? E allora? Gli anni più belli non è un remake e forse neanche un omaggio cinefilo.
La storia di quattro amici - Giulio, Gemma, Paolo, Riccardo - raccontata nell'arco di quarant'anni, dal 1980 a oggi, dall'adolescenza all'età adulta. Il tempo non perdona, ma Muccino sì. Nel rifarsi e nel rielaborare C'eravamo tanto amati, con Gli anni più belli Muccino sceglie di rifuggere di fronte al pessimismo storico del capolavoro di Scola e "salva" i suoi personaggi, decidendo dunque di venire [...] Vai alla recensione »
Amicizia, amori, passioni, tradimenti, successi, fallimenti, illusioni, smarrimenti, rimpianti, sogni, amarezze, speranze, nostalgie: in una parola, le disavventure di quattro personaggi narrate nell'arco di una vita, dai primi anni '80 ai nostri giorni. Giulio, Paolo, Riccardo e Gemma si conoscono adolescenti e condividono esperienze che segnano per sempre le loro vite.
Con onestà Gabriele Muccino fa scrivere in fondo ai titoli di coda che il suo "Gli anni più belli" è liberamente ispirato a "C'eravamo tanto amati" di Ettore Scola. In effetti sono stati acquistati i diritti, quindi la precisazione è d'obbligo, anche se in molti, soprattutto gli spettatori di una certa età, riconosceranno subito il punto di partenza, e quindi: dinamiche psicologiche/sentimentali del [...] Vai alla recensione »
Quali sono gli anni più belli? Quelli che s'è vissuto fino in fondo, e con un fondo comune: l'amicizia, che può farsi amore, può disattendersi, ma in fondo appunto rimane. L'amicizia di Giulio (Pierfrancesco Favino), papà carrozziere, Roma per palestra e l'avvocatura per professione; di Gemma (Micaela Ramazzotti), orfana, vitale, generosa e appassionata; di Paolo (Kim Rossi Stuart), amante degli uccelli, [...] Vai alla recensione »
Roma, primi anni Ottanta. Giulio, Paolo e Riccardo hanno sedici anni. Giulio e Paolo sono amici da tempo, Riccardo lo diventa dopo una turbolenta manifestazione studentesca. Con loro, c'è anche Gemma. Gabriele Muccino trasporta questi quattro amici dal 1982 ai giorni nostri, attraversando quarant'anni di storia italiana e raccontando la propria generazione.
Quattro decenni di intrecci sentimentali, carriere, tradimenti, figli, cadute e resurrezioni di quattro amici ora capelli-bianchi, con errori vistosi storici (nessuno passava dalla discoteca agli scontri in piazza con pistola nel 1982) e di cast (la forzatura delle età). Puntando sulla premiata scioltezza di filming, Muccino mette la sua generazione alla prova del cinema di Scola e Monicelli, ma questo [...] Vai alla recensione »
Vangelo secondo Muccino, capitolo 1. Tutte le femminucce esercitano il mestiere più vecchio del mondo, quando non nei costumi, certamente nella cattiveria. C' è chi calpesta il marito e gli nega di vedere il figlio e chi se la spassa con tutti gli amici della compagnia. La mogliettina che tradisce e la compagna di scuola «allegra». Vangelo secondo Muccino capitolo 2.
Gli anni più belli di Gabriele Muccino dura nove minuti in più del suo modello, C' eravamo tanto amati di Ettore Scola (1974). I tre decenni di Scola (1944-1974) diventano i quasi quattro (1982-2019) di Muccino, in una diversa, per i tempi, ma analoga vicenda di gioventù e di maturità. Tre amici e una ragazza sono i personaggi principali di una ambiziosa ricapitolazione socio-politica nazionale.