giovanni morandi
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venerdì 6 settembre 2024
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4 amici,40 anni di storia italiana
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Chi non lo ha visto al cinema, prima del lockdown, può vederlo su SKy: Gli anni più belli, il film diretto da Gabriele Muccino, è la storia di un gruppo di quattro amici, formatoda Giulio (Pierfrancesco Favino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria). La loro amicizia dura da ben 40 anni, esattamente dal 1980 ad oggi, attraversando l'adolescenza fino all'età adulta. I tre uomini sono cresciuti insieme sin da giovanissimi per poi incontrare, durante gli anni del liceo, Gemma - unica donna del gruppo - di cui Paolo s'innamora immediatamente.
La piccola comitiva ha affrontato cose belle, come speranze e successi, e momenti brutti, dovuti a delusioni e fallimenti.
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Chi non lo ha visto al cinema, prima del lockdown, può vederlo su SKy: Gli anni più belli, il film diretto da Gabriele Muccino, è la storia di un gruppo di quattro amici, formatoda Giulio (Pierfrancesco Favino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria). La loro amicizia dura da ben 40 anni, esattamente dal 1980 ad oggi, attraversando l'adolescenza fino all'età adulta. I tre uomini sono cresciuti insieme sin da giovanissimi per poi incontrare, durante gli anni del liceo, Gemma - unica donna del gruppo - di cui Paolo s'innamora immediatamente.
La piccola comitiva ha affrontato cose belle, come speranze e successi, e momenti brutti, dovuti a delusioni e fallimenti. Ma al racconto di amicizia e di amore si intreccia inevitabilmente quella che è stata la storia d'Italia e di conseguenza degli Italiani in questi ultimi decenni. Le vicende di Giulio, Gemma, Paolo e Riccardo, ambientate in epoche diverse, diventano un modo per ricordare da dove veniamo, per dire chi siamo oggi e per intuire chi saranno i nostri figli; quello che rivela è che apparteniamo tutti a un cerchio della vita nel quale le dinamiche non fanno altro che ripetersi generazione dopo generazione.
Riuniti dopo anni, nel corso dei quali hanno preso strade diverse, i quattro si ritrovano ancora una volta insieme per ricordare i momenti di gioia e quelli che hanno messo duramente alla prova la loro amicizia, come la delusione di Paolo o i rimpianti di Giulio.
Dopo A casa tutti bene, dramma familiare di ambientazione isolana che apparteneva in pieno al territorio del melò, Gabriele Muccino dà corpo a un progetto a cui pensava da un po’ e che ha la sua più importante fonte di ispirazione nel capolavoro di Ettore Scola C'eravamo tanto amati, chiaramente citato in una scena al ristorante con i tre protagonisti che si ritrovano dopo diverso tempo e ricordano i giorni andati, giorni che tuttavia non c'entrano nulla con quelli dell'Italia del film con Stefania Sandrelli, Vittorio Gassman e Nino Manfredi e Satta Flores, (anni molto più duri- dal 1940 al 1980) ma forse più comprensibili e profondi di quelli dall' 80 ad oggi. D'altra parte, il film di Scola, nel suo complesso, è di ben più alto livello, sia per la regia che per il cast insuperabile
di Gli Anni Più Belli del pur bravo Muccino. La pellicola nasce dalla riflessione del regista, ormai cinquantaduenne, sulle sue aspirazioni giovanili, sui sogni che si sono avverati e sulle speranze che invece non si sono concretizzate. Per questo Muccino, per la prima volta, non si è concentrato sul presente ma ha narrato una storia che parte dagli anni 80 e arriva ai giorni nostri, seguendo l'adolescenza e l'età adulta di quattro amici inseparabili: Gemma, Giulio, Paolo e Riccardo. Le loro vicende hanno sullo sfondo la storia del nostro paese e dei suoi mutamenti spesso in peggio, con il passaggio dall’opulento e superficiale decennio degli yuppies fino alla dura e contemporanea epoca della crisi economica. I toni del racconto sono agrodolci, perché i bilanci che si ritrovano a fare i personaggi non sempre sono positivi e il rimpianto prende spesso il posto della gioia. Dei quattro interpreti principali, due sono attori feticcio di Gabriele Muccino. Claudio Santamaria ha lavorato con il regista per Ecco fatto, L'ultimo bacio e Baciami ancora, mentre Pierfrancesco Favino ha recitato ne L'ultimo bacio, Baciami ancora e A casa tutti bene. Nel cast del film ci sono anche la cantante Emma Marrone, Francesco Acquaroli (il Samurai di Suburra - La Serie) e Nicoletta Romanoff, già diretta da Muccino in Ricordati di me. I ragazzi che interpretano i protagonisti da giovani sono invece Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Matteo Del Buono e Alma Noce. Come già aveva fatto per A casa tutti bene, Muccino ha affidato la colonna sonora del suo film a Nicola Piovani. Il titolo della sua ultima fatica, però, è lo stesso di un brano inedito di Claudio Baglioni che racconta di quanto le emozioni e i ricordi del passato possano ancora avere un impatto sul presente. La canzone è una delle dodici tracce del nuovo album del cantante, in uscita nel 2020. Il regista non credeva alle proprie orecchie quando Baglioni l'ha messa al servizio del film. D'altra parte anche nel film si vivono un'atmosfere più degli anni 70 e successivi che non degli 80: Muccino era andato a trovarlo per chiedergli di utilizzare due suoi pezzi celebri, che infatti troveremo ne Gli Anni Più Belli, e invece ne ha ottenuti tre. Poi ha commentato: "Con la sua meravigliosa canzone inedita Claudio Baglioni è il rappresentante più evocativo degli ultimi quarant’anni raccontati nel film e della storia d'Italia che scorre alle spalle dei protagonisti come un fiume, inesorabilmente". Gli Anni Più Belli racconta anche Roma e suoi mutamenti nel tempo. La capitale ha ospitato quasi tutti i film italiani di Gabriele Muccino: Ecco fatto, Come te nessuno mai, L'ultimo bacio, Ricordati di me, Baciami ancora. La sceneggiatura del film è stata scritta dallo stesso Gabriele Muccino insieme a Paolo Costella, già suo collaboratore per A casa tutti bene e regista della commedia con Massimo Boldi Matrimonio al Sud.
E' una summa dell'intera filmografia di Gabriele Muccino Gli Anni più Belli, e insieme la prima incursione in una tematica che gli sta molto a cuore in questa fase della sua carriera: il passaggio del tempo. Raccontando trent'anni di vita di quattro personaggi, il regista parla di errori di gioventù, di sogni che non si sono mai avverati e anche di speranze naufragate, senza però negare ai suoi protagonisti una seconda e una terza possibilità. E' ritmato, fluido e travolgente il film, e appassionato. Migliore nella parte in cui i ragazzi lasciano il posto a Favino, Rossi Stuart, Ramazzotti (che, senza nulla togliere agli altri 3 protagonisti, risulta, a mio avviso, la più brava e convincente) e Santamaria, è anche una riflessione sulla storia d'Italia, che forse resta troppo in sordina.
Raccontando 40 anni d'amicizia, il film ripercorre la storia d'Italia, ma anche quella mondiale e diventa quindi uno spaccato della vita del popolo italiano e non solo.
Il titolo del film riprende il brano inedito di Claudio Baglioni.
Il film dopo il lockdown è tornato al cinema il 15 luglio 2020.
Comunque anche se, come detto, non raggiunge le vette del capolavoro di Scola, merita la visione, in quanto induce a riflessioni profonde.
Come questa personalissima: Ma se alla mia età verrebbe spontaneo pensare che gli "anni più belli" sono quelli spensierati e spericolati della gioventù...io penso che si "possono FORZARE i ricordi"...e citando Gassman nel suo capolavoro ("Bruno" ne Il Sorpasso di D.Risi) quando Trintignant ricorda l'infanzia spensierata dice una "grande verità": " Coso, da' retta a Bruno: l'età più bella è quella che uno c'ha...".
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giomo891
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lunedì 19 settembre 2022
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4 amici per 40 anni. giomo891
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Chi non lo ha visto al cinema, prima del lockdown, può vederlo, in streaming: Gli anni più belli, il film diretto da Gabriele Muccino, è la storia di un gruppo di quattro amici, formato da Giulio (Pierfrancesco hFavino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria). La loro amicizia dura da ben 40 anni, esattamente dal 1980 ad oggi, attraversando l'adolescenza fino all'età adulta. I tre uomini sono cresciuti insieme sin da giovanissimi, per poi incontrare, durante gli anni del liceo, Gemma - unica donna del gruppo - di cui Paolo s'innamora immediatamente.
La piccola comitiva ha affrontato cose belle, come speranze e successi, e momenti brutti, dovuti a delusioni e fallimenti.
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Chi non lo ha visto al cinema, prima del lockdown, può vederlo, in streaming: Gli anni più belli, il film diretto da Gabriele Muccino, è la storia di un gruppo di quattro amici, formato da Giulio (Pierfrancesco hFavino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria). La loro amicizia dura da ben 40 anni, esattamente dal 1980 ad oggi, attraversando l'adolescenza fino all'età adulta. I tre uomini sono cresciuti insieme sin da giovanissimi, per poi incontrare, durante gli anni del liceo, Gemma - unica donna del gruppo - di cui Paolo s'innamora immediatamente.
La piccola comitiva ha affrontato cose belle, come speranze e successi, e momenti brutti, dovuti a delusioni e fallimenti. Ma al racconto di amicizia e di amore si intreccia inevitabilmente quella che è stata la storia d'Italia e di conseguenza degli Italiani, in questi ultimi decenni. Le vicende di Giulio, Gemma, Paolo e Riccardo, ambientate in epoche diverse, diventano un modo per ricordare da dove veniamo, per dire chi siamo oggi e per intuire chi saranno i nostri figli; quello che rivela è che apparteniamo tutti a "un cerchio della vita", nel quale le dinamiche non fanno altro che ripetersi, generazione dopo generazione.
Riuniti dopo anni, nel corso dei quali hanno preso strade diverse, i quattro si ritrovano ancora una volta insieme per ricordare i momenti di gioia e quelli che hanno messo duramente alla prova la loro amicizia, come la delusione di Paolo o i rimpianti di Giulio.
Dopo A casa tutti bene, dramma familiare di ambientazione isolana che apparteneva in pieno al genere del melodramma, Gabriele Muccino, finalmente, cerca, in parte riuscendoci, di realizzare un progetto a cui pensava da un po’ e che ha la sua più importante fonte di ispirazione nel capolavoro di Ettore Scola C'eravamo tanto amati, espressamente citato in una scena al ristorante, con i tre protagonisti che si ritrovano dopo diverso tempo e ricordano i giorni andati, giorni che tuttavia non sono comparabili a quelli dell'Italia del film con Stefania Sandrelli, Vittorio Gassman e Nino Manfredi e Satta Flores, (anni molto più duri- dal 1940 al 1980) ma forse più comprensibili e profondi, di quelli dall' 80 ad oggi. D'altra parte, il film di Scola, nel suo complesso, è di ben più alto livello, sia per la regia che per il cast insuperabile
di Gli Anni Più Belli del pur bravo Muccino. La pellicola nasce forse, a sentire da sue dichiarazioni, dalla riflessione del regista, ormai cinquantaduenne, sulle sue aspirazioni giovanili, sui sogni che, come per la maggioranza di noi, si sono avverati, solo in parte, e sulle speranze che invece non si sono concretizzate. Per questo Muccino, per la prima volta, non si è concentrato sul presente, ma ha narrato, come ho detto, una storia che parte dagli anni 80 e arriva ai giorni nostri, seguendo l'adolescenza e l'età adulta di quattro amici inseparabili: Gemma, Giulio, Paolo e Riccardo. Le loro vicende hanno sullo sfondo la storia del nostro paese e dei suoi mutamenti spesso in peggio, con il passaggio, da una parte dalla contestazione giovanile del 68 e dall'altra, dalla media borghesia e da un falso arricchimento, se non a livello superficiale, nel decennio dei piccoli e spesso disonesti professionisti e dirigenti pubblici e di azienda, fino alla dura e contemporanea epoca della crisi economica. I toni del racconto sono agrodolci, perché i bilanci che si ritrovano a fare i personaggi non sempre sono positivi e il rimpianto prende spesso il posto della gioia. Dei quattro interpreti principali, due sono attori feticcio di Gabriele Muccino. Claudio Santamaria ha lavorato con il regista per Ecco fatto, L'ultimo bacio e Baciami ancora, mentre Pierfrancesco Favino ha recitato ne L'ultimo bacio, Baciami ancora e A casa tutti bene. Nel cast del film ci sono anche la cantante Emma Marrone, Francesco Acquaroli (il Samurai di Suburra - La Serie) e Nicoletta Romanoff, già diretta da Muccino in Ricordati di me. I ragazzi che interpretano i protagonisti da giovani sono invece Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Matteo Del Buono e Alma Noce. Come già aveva fatto per A casa tutti bene, Muccino ha affidato la colonna sonora del suo film a Nicola Piovani. Il titolo della sua ultima fatica, però, è lo stesso di un brano inedito di Claudio Baglioni che racconta di quanto le emozioni e i ricordi del passato possano ancora avere un impatto sul presente. La canzone è una delle dodici tracce del nuovo album del cantante, in uscita nel 2020. Il regista non credeva alle proprie orecchie quando Baglioni l'ha messa al servizio del film. Muccino era andato a trovarlo per chiedergli di utilizzare due suoi pezzi celebri, che infatti troveremo ne Gli Anni Più Belli, e invece ne ha ottenuti tre. Poi ha commentato: "Con la sua meravigliosa canzone inedita Claudio Baglioni è il rappresentante più evocativo degli ultimi quarant’anni raccontati nel film e della storia d'Italia che scorre alle spalle dei protagonisti come un fiume, inesorabilmente". Gli Anni Più Belli racconta anche Roma e suoi mutamenti nel tempo. La capitale ha ospitato quasi tutti i film italiani di Gabriele Muccino: Ecco fatto, Come te nessuno mai, L'ultimo bacio, Ricordati di me, Baciami ancora. La sceneggiatura del film è stata scritta dallo stesso Gabriele Muccino insieme a Paolo Costella, già suo collaboratore per A casa tutti bene e regista della commedia con Massimo Boldi Matrimonio al Sud.
E' una summa dell'intera filmografia di Gabriele Muccino Gli Anni più Belli, e insieme la prima incursione in una tematica che gli sta molto a cuore in questa fase della sua carriera: il passaggio del tempo. Raccontando trent'anni di vita di quattro personaggi, il regista parla di errori di gioventù, di sogni che non si sono mai avverati e anche di speranze naufragate, senza però negare ai suoi protagonisti una seconda e una terza possibilità. E' ritmato, fluido e travolgente il film, e appassionato. Migliore nella parte in cui i ragazzi lasciano il posto a Favino, Rossi Stuart, Ramazzotti e Santamaria, è anche una riflessione sulla storia d'Italia, che forse resta troppo in sordina. (Carola Proto - Comingsoon.it)
Raccontando 40 anni d'amicizia, il film ripercorre la storia d'Italia, ma anche quella mondiale e diventa quindi uno spaccato della vita del popolo italiano e non solo.
Il titolo del film riprende il brano inedito di Claudio Baglioni.
Il film dopo il lockdown è tornato al cinema il 15 luglio 2020.
Comunque anche se, come detto, non raggiunge le vette del capolavoro di Scola, merita la visione, in quanto induce a riflessioni profonde.
Col film c'entra poco, ma il titolo mi fa venire in mente una frase del capolavoro del nostri Cinema, che Dino Risi mette in bocca al personaggio impersonato da Gasman "... da retta a Bruno, gli anni più belli sono quelli che uno c'ha..."
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omaruccio89
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lunedì 6 giugno 2022
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un "c''eravamo tanto amati".... riuscito
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Cast di grande qualitá per un'opera che riesce bene nel tentativo di essere classica e moderna allo stesso tempo. È ovvio il parallelo con il film "C'eravamo tanto amati" del 1974 di cui i grandi interpreti del film predecente sono stati degnamente riproposti da un cast di altrettanta qualitá.
Cercare di sminuirlo, da chi vuole criticarlo, sarebbe un tentativo di mera ostilitá nei confronti del controverso regista dell'opera. Ma il film va giudicato per quello che è ed è veramente venuto bene. Poche storie.
Anche l'aspetto, di avere un'epilogo piú ottimistico, non è stato negativo.
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no_data
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domenica 13 marzo 2022
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dove sono gli anni più belli
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Due cose salvo di questo film. L'abbraccio intenso tra Favino e Santamaria in stazione e la Ramazzotti che sale le scale entrando nel portone addolescente e ritrovandosi donna nella stanza di Stuart.Il resto, poca roba. Tutte storie abbastanza tragiche, e la vita non è,e non può essere solo tragedia. Gli anni più bell vengono appena accennati e pure il film dura più di due ore. Tra gli attori Favino merita qualche stella in più. Storia assurda tra Emma e Santamaria, poco credibile. No, non mi è piaciuto. Muccino ha fatto di meglio, sia in America che qui. Questi 4 vitelloni,non convincono
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parsifal
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lunedì 28 febbraio 2022
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lezione riveduta e corretta
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GLI ANNI PIU’ BELLI
Gabriele Muccino, nel 2020, realizza la sua opera più ambiziosa e, a tratti,
decisamente impegnativa; la riproposizione del capolavoro “ C’eravamo tanto amati” del Maestro Scola, riveduto e corretto, improntato all’epoca odierna. Un tentativo di riproporre un’epopea , riguardante tre amici per la pelle, sullo sfondo delle vicende storiche, nazionali e internazionali, accadute nel lungo corso della loro fervida e tormentata amicizia, attraverso gli anni. Sono inevitabile le analogie, di certo non casuali; il percorso di vita di ognuno dei protagonisti è del tutto similare a quello dei loro predecessori. Il trio Favino, Santamaria , Stuart, consolidatosi all’epoca di “ Romanzo Criminale” dà corpo e vita alla caratterizzazione, ben delineata, con indubbio talento e passione, sia attoriale che registica.
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GLI ANNI PIU’ BELLI
Gabriele Muccino, nel 2020, realizza la sua opera più ambiziosa e, a tratti,
decisamente impegnativa; la riproposizione del capolavoro “ C’eravamo tanto amati” del Maestro Scola, riveduto e corretto, improntato all’epoca odierna. Un tentativo di riproporre un’epopea , riguardante tre amici per la pelle, sullo sfondo delle vicende storiche, nazionali e internazionali, accadute nel lungo corso della loro fervida e tormentata amicizia, attraverso gli anni. Sono inevitabile le analogie, di certo non casuali; il percorso di vita di ognuno dei protagonisti è del tutto similare a quello dei loro predecessori. Il trio Favino, Santamaria , Stuart, consolidatosi all’epoca di “ Romanzo Criminale” dà corpo e vita alla caratterizzazione, ben delineata, con indubbio talento e passione, sia attoriale che registica.
Giulio ( Favino) , Riccardo il Sopravvissuto ( Santamaria) e Paolo ( K.R.Stuart) sono giovani spensierati e di belle speranze. Si conoscono in una circostanza molto particolare; Riccardo, durante una manifestazione studentesca, nella quale era incappato per caso, viene gravemente ferito. Giulio e Paolo lo soccorrono e lo portano in ospedale. Da lì l’epopea ha inizio. Giulio diventerà avvocato, estremamente idealista e pronto a prestare la sua opera agli ultimi, senza voce né volto. Paolo, l’umanista, conoscerà il lungo calvario del precariato nella scuola con il sogno di diventare di ruolo. Mentre Riccardo, come il suo omologo Nicola, ruolo che fu assegnato a Satta Flores, tenterà a tutti i costi la carriera di critico cinematografico. Nella loro vita esiste una presenza femminile, ondivaga e cangiante, alla ricerca di un’ identità ; Gemma , ruolo affidato a Micaela Ramazzotti, che incarna la bellezza popolare, senza freni inibitori né scrupoli di sorta. L’ascesa inizia negli anni critici e coinvolgenti della loro gioventù. L’avvocato , inizialmente idealista e convinto di voler cambiare il sistema, incappa in un onorevole privo di scrupoli e deciso a non pagare i propri conti con la giustizia. Come l’avvocato Perego, suo omologo interpretato da Gassman, è combattuto e non vorrebbe cedere il passo a simili escamotage, ma il denaro ed il potere prendono il sopravvento. Ed anche la vita privata segue il corso di quella professionale; la figlia dell’onorevole ( Nicoletta Romanoff) giovane, bella e viziata, decide di diventare la sua compagna, a discapito di Gemma , che a sua volta aveva tradito Paolo, candido e ingenuo, per poter stare con Giulio ( la scena dell’agnizione è una degna riproposizione dell’originale). E così , le loro vite vanno avanti , su binari paralleli, tra l’inchiesta di Mani Pulite ed altri eventi come il crollo delle Torri e la nomina di ruolo per Paolo , i sogni infranti e la separazione di Riccardo, l’inarrestabile ascesa di Giulio. E tra vicende alterne, narrate con la concitazione affannosa, tipica di Muccino, si giunge al momento dell’incontro corale, in un ristorante, in cui i tre si confessano, ridendo amaramente delle loro vite. Il finale è difforme dall’originale, tende ad unire quelle vite che apparentemente era distanti, mentre Scola lasciò la conclusione aperta con un evidente senso di fallimento ed un retrogusto amaro. Ottima lezione, rielaborata e corretta, ma il Maestro resta Ettore Scola.
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ugo fantocci
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martedì 15 giugno 2021
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brutto
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Bruttissima scopiazzatura del capolavoro di Scola. Muccino è bene che faccia solo pubblicità. Ridateci Gassman e Manfredi
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ginger snaps
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giovedì 25 febbraio 2021
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genialate alla muccino
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Trovo davvero una genialata di Muccino quella di ammettere che si è ispirato al grande cinema italiano ma scoprire che nella realtà ha bellamente scopiazzato da un film di Ettore Scola del 1974 dal titolo "C'eravamo tanto amati". Infatti copia sceneggiatura, personaggi e situazioni ,trasportandoli in un'epoca più moderna rispetto a quella di Scola. Non mi piace questo sistema e trovo che sia anche poco corretto .Comunque non mi piace Muccino anche se ammetto che il film mi è molto piaciuto e che ho trovato le interpretazioni degli attori sia i giovani sia gli attori in età più matura davvero molto espressivi realistici. Poteva essere un bel film se Muccino dichiarava di aver fatto un remake del vecchio film.
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Trovo davvero una genialata di Muccino quella di ammettere che si è ispirato al grande cinema italiano ma scoprire che nella realtà ha bellamente scopiazzato da un film di Ettore Scola del 1974 dal titolo "C'eravamo tanto amati". Infatti copia sceneggiatura, personaggi e situazioni ,trasportandoli in un'epoca più moderna rispetto a quella di Scola. Non mi piace questo sistema e trovo che sia anche poco corretto .Comunque non mi piace Muccino anche se ammetto che il film mi è molto piaciuto e che ho trovato le interpretazioni degli attori sia i giovani sia gli attori in età più matura davvero molto espressivi realistici. Poteva essere un bel film se Muccino dichiarava di aver fatto un remake del vecchio film. Un bel voto non per onor di cronaca ma per premiare il lavoro fatto su gli attori
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felicity
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mercoledì 30 dicembre 2020
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capriccio d’autore
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Forse Gli anni più belli rappresenta davvero un bilancio della propria vita per chi ha circa 50 anni o li ha superati da poco. Scorrono senza pietà i flash della propria vita: il Muro di Berlino, le monetine tirate contro Craxi, il crollo delle Torri Gemelle.
Le luci della notte di Gli anni più belli non sono quelle del ricordo. Sono artificiali, perché così la nostra memoria viene resa più bella e le cose nella nostra testa ci appaiono più migliori, oggi, di come in realtà sono andate. Perché poi con gli amici che da adolescenti pensavamo eterni, ci siamo allontanati senza più rivederli. Oppure li abbiamo incrociati solo casualmente: un abbraccio finto, un timido saluto, oppure abbiamo fatto finta di non riconoscerli e abbiamo tirato dritto.
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Forse Gli anni più belli rappresenta davvero un bilancio della propria vita per chi ha circa 50 anni o li ha superati da poco. Scorrono senza pietà i flash della propria vita: il Muro di Berlino, le monetine tirate contro Craxi, il crollo delle Torri Gemelle.
Le luci della notte di Gli anni più belli non sono quelle del ricordo. Sono artificiali, perché così la nostra memoria viene resa più bella e le cose nella nostra testa ci appaiono più migliori, oggi, di come in realtà sono andate. Perché poi con gli amici che da adolescenti pensavamo eterni, ci siamo allontanati senza più rivederli. Oppure li abbiamo incrociati solo casualmente: un abbraccio finto, un timido saluto, oppure abbiamo fatto finta di non riconoscerli e abbiamo tirato dritto.
In uno tra Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria o Micaela Ramazzotti ci potrebbe essere parte della nostra vita. I quattro protagonisti vivono intensamente tutte le emozioni dei loro personaggi. Anzi, con il metodo Muccino, ci annegano dentro. Ma stavolta sono più veri della finzione.
Ogni tanto torna in campo il lato del regista più respingente, ma stavolta per fortuna il sangue, il sudore di ogni legame si mangiano tutti gli eccessi, coprono le forzature.
Muccino usa il film di Scola come una forma simbolica, una storia predefinita e nota a tutti: tre amici, tre percorsi incrociati e paralleli, tre, quattro decenni. In Gli anni più belli, però, il tempo non è sostanza, non è sconfitta individuale e generazionale: è semplice ellissi narrativa, al massimo un’immagine alla tv.
Paolo, Giulio, Riccardo e Gemma, i protagonisti di Gli anni più belli, romani di estrazione sociale e personalità diverse, non hanno un’appartenenza politica, un’idea o men che meno un’ideologia a cui appartenere: hanno dei sogni generici a cui aggrapparsi, delle aspirazioni lavorative, dei ricordi e dei patti su cui fare affidamento.
È probabilmente un segno dei nostri tempi (non proprio i più belli, viene da dire) deresponsabilizzati e deresponsabilizzanti: ma proprio la mancanza alle spalle dei personaggi di una collettività, di una comunità di idee e di modelli di vita, ne segna l'inevitabile superficialità.
Come di eroi di un’epopea in minore.
La stessa costruzione narrativa del film, che racconta l’adolescenza condivisa dei quattro protagonisti e poi i singoli percorsi distinti, scegliendo a turno di focalizzarsi su un personaggio, usa il puntuale ritrovarsi degli amici – nel frattempo cambiati e invecchiati – come unico metro di misura del tempo. Le ellissi narrative e gli stacchi di montaggio non rendono conto di mutamenti epocali, non colgono lo spirito dei tempi: i personaggi, crescono ed evolvono, ma solamente in funzione del racconto delle loro vite, senza mai diventare figure universali.
Il mondo di riferimento di Gli anni più belli non è l’Italia dagli anni ’80 in poi, ma direttamente il film di Scola: è questa la sua Storia.
Rossi Stuart che rifà il personaggio di Satta Flores, Favino quello di Gassman, Santamaria quello di Manfredi e Micaela Ramazzoti quello della Sandrelli sono figure sovrapposte, dei calchi più che delle filiazioni.
Muccino lavora alla sua maniera, a tratti azzecca anche qualche bella scena, ma così facendo il film non è altro che un esercizio di facile retorica cinematografica, un capriccio d’autore mascherato da bilancio generazionale.
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angelodipoggio
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martedì 1 dicembre 2020
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muccino alla livornese
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Muccino sopra la sua media. Un film ricco di messaggi e memoria. Buone performance degli attori, a loro agio nei rispettivi ruoli. Sembra fare il verso a Virzí, tanto che guardandolo non sapendo chi è il regista si potrebbe legittimamente pensare al grande livornese.
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leonka
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domenica 25 ottobre 2020
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un film che a me ha toccato il cuore
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Sono quasi della stessa generazione dei protagonisti e ho vissuto nella stessa epoca, quindi mi ritrovo perfettamente in questo film. Un film quasi capolavoro per i sentimenti e la dolcezza che riesce a toccarti il cuore. Un film basato sull'amicizia di tre ragazzi e poi uomini molto bravi ad interpretare i personaggi in cui mi rivedo anche se in versione più casareccia e campagnola. È bello tra amici ritrovarsi sempre dopo anche molti anni e vedere come siamo diventati. E questo è il motivo principale del film che mi è piaciuto tantissimo. Io non amo particolarmente il cinema Italiano odierno fatto dei figli di, dei nipoti di, dei registi figli di, li trovo molto spesso noiosi, inconcludenti e privi di qualunque emozione per il pubblico.
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Sono quasi della stessa generazione dei protagonisti e ho vissuto nella stessa epoca, quindi mi ritrovo perfettamente in questo film. Un film quasi capolavoro per i sentimenti e la dolcezza che riesce a toccarti il cuore. Un film basato sull'amicizia di tre ragazzi e poi uomini molto bravi ad interpretare i personaggi in cui mi rivedo anche se in versione più casareccia e campagnola. È bello tra amici ritrovarsi sempre dopo anche molti anni e vedere come siamo diventati. E questo è il motivo principale del film che mi è piaciuto tantissimo. Io non amo particolarmente il cinema Italiano odierno fatto dei figli di, dei nipoti di, dei registi figli di, li trovo molto spesso noiosi, inconcludenti e privi di qualunque emozione per il pubblico. Questo invece è esattamente il contrario e riesce a tenerti inchiodato per più di due ore e dopo che lo hai visto ti senti veramente più felice ed in pace con il mondo.
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