Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Daniele Luchetti |
Attori | Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno Adriano Giannini, Linda Caridi, Francesca De Sapio. |
Uscita | mercoledì 30 settembre 2020 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,85 su 37 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 2 ottobre 2020
Una storia di coppia durissima, che assomiglia molto all'Italia contemporanea. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d'Argento, 3 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Lacci ha incassato 815 mila euro .
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venerdì 31 gennaio 2025 ore 9,25 su SKYCINEMADRAMA
CONSIGLIATO SÌ
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In un passato lontano, Aldo ha tradito Vanda e abbandonato i suoi figli a Napoli. A Roma ha ricominciato con Livia, una collega e una 'voce' più gentile. In mezzo due figli, Anna e Sandro, che crescono e covano un avvenire di rancori. Vanda tenta il suicidio, Aldo non cede al ricatto ma qualche anno dopo torna a casa e riannoda i lacci sciolti. Aldo e Vanda escono intatti dalla crisi ma è solo apparenza. A guardarli da vicino le crepe e le riparazioni saltano agli occhi. La débâcle è dietro l'angolo, Anna e Sandro pure.
È una storia semplice quella di Aldo e Vanda, coniugi e genitori che crollano dopo troppi anni di vita in comune.
Dentro un grande appartamento, ormai vestigia di un'armonia passata, circolano tra dribblate e confronti, intossicando la vita dei loro figli. Vanda impone regole, Aldo le fugge, insieme producono una situazione caotica, una frattura aperta, un conflitto in cui ciascuno, a suo modo, cerca la via d'uscita.
Lacci copre un periodo di quarant'anni e si inscrive in un contesto di tempi nuovi (gli anni Ottanta) di liberazione dei costumi e di rovesciamento dei valori della famiglia tradizionale. Il titolo, un aneddoto affettivo e concreto del racconto, allude agli indefettibili legami che allacciano i personaggi e li rendono prigionieri. Ai nodi stretti intrecciati dalle abitudini e dagli urti.
L'interesse del dramma familiare di Daniele Luchetti risiede soprattutto nell'originalità e nella gestione della sua struttura narrativa. Struttura polifonica che lascia coesistere fluidamente personaggi e pensieri. Tra fughe, ritorni e collassi, i membri della famiglia protagonista provocano un carnage domestico che affonda le radici nel libro omonimo di Domenico Starnone. Ma è lo sguardo di Daniele Luchetti a mettere in scena l'iperattività dei sentimenti che agitano tutto il tempo la coppia protagonista, a osservarli negli spazi chiusi alla ricerca dell'amore residuale e della collera che l'ha soppiantato.
La tensione è costante e trova la sua detonazione nella coppia Laura Morante - Silvio Orlando, Vanda e Aldo in fondo al matrimonio e agli anni. Entrambi di una precisione estrema nel restituire la forza dell'inerzia e il logorio lento dell'economia sentimentale.
In una scena di rilievo davanti a un 'caffè amaro', rendono addirittura palpabile l'ora di saldare il conto. A Luigi Lo Cascio e ad Alba Rohrwacher, che incarna la coppia nella stagione più verde, l'autore affida il tempo della 'grande (dis)illusione'. Aldo è il padre evanescente di cui teorizzava Lacan, l'uomo incapace di rispondere alle domande dei suoi figli, l'uomo estraneo a se stesso; Vanda è invece la donna pragmatica, ossessionata dall''accumulo' e dalla casa. Indecisi intorno alla questione (una sola), resistere o perdere, disegnano coreografie e geometrie instabili che imbrigliano i figli di Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini, vittime di un passato che non passa.
Al diapason con la natura impetuosa della relazione genitoriale, Anna e Sandro sono l'effetto perturbato di una crisi familiare, di cui ciascuno a turno 'depone' la sua versione. A un passo dall'epilogo e dal bilancio triste di una vita, Luchetti dona la parola ai 'bambini', cacciati da un Eden che non hanno mai potuto e mai potranno reintegrare. È la loro 'deposizione' a mettere ordine facendo disordine, a conferire a Lacci il tono melanconico e una vertigine inattesa.
Luchetti si muove discreto tra le rovine di una vita incarnata in tutti gli oggetti rovesciati e sparpagliati a terra da una furia che risparmia soltanto un gatto (Labes), spirito della casa e 'presagio' di rovina. Allo spettatore il compito di rimettere insieme i 'pezzi', di ridisporli per apprendere lo scacco e il sacrificio vano di una coppia e di una generazione post '68, mai affrancata dal passato e dai sensi di colpa. Daniele Luchetti 'regge' il domicilio coniugale facendo girare la ruota dell'empatia e dell'antipatia e guardandosi bene dal prendere le parti dell'uno o dell'altro dei suoi personaggi. Dietro le porte chiuse, dice il peso dell'infanzia sul nostro destino e dona un calcio salutare all'ideologia del familismo.
A distanza di venticinque annida "La Scuola" e "I piccoli maestri", Daniele Luchetti è tornato a lavorare con Domenico Starnone, a partire dal suo romanzo "Lacci". Una storia sull'amore, il suo vuoto a rendere e le tare ereditarie che genera, che copre quarant'anni e vede avvicendarsi tre coppie di attori: prima Rohrwacher-Lo Cascio, neogenitori negli anni Settanta a Napoli, poi Morante-Orlando per la loro versione matura, e infine Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini, nel ruolo dei figli Anna e Sandro ormai adulti. Tre andamenti diversi, forse inevitabilmente: con i primi interpreti il film ribolle, della vitalità e dell'ambizione di Aldo, che nella relazione con Vanda si sente stretto, imprigionato, e s'innamora di una collega più giovane e libera, per la quale lascia moglie e figli e si trasferisce a Roma. Ma Vanda non ci sta, non lo accetta, dà di matto e così facendo stringe psicologicamente i lacci che lo tengono legato a lei. Si sentono la rabbia, l'angoscia, la vita, la città. Quando entrano in scena Silvio Orlando e Laura Morante, nonostante la loro bravura, il film precipita al piano di sotto, si siede, si stanca. Al turno della terza coppia, il cinema è scappato dal balcone e se n'è persa traccia, come per il gatto Labes: al suo posto c'è del teatro filmato, che dà inutilmente spazio a una parte del racconto su cui il romanzo non trovava sensato attardarsi. Meglio sarebbe stato sperimentare un andamento contrario, con un finale in crescendo. Eppure, nonostante questo, il film vanta parecchie frecce al proprio arco, soprattutto nella modulazione psicologica dei personaggi e dello spettatore. C'è un mistero da risolvere: la casa di famiglia, metafora esplicita, è stata aperta e vandalizzata da qualche sconosciuto e qualcosa manca all'appello. È l'occasione per riviverne le stagioni, esaminarne le crepe, distribuire le colpe. E se all'inizio è Aldo a finire sotto (la nostra) accusa, poi la situazione si ribalta e guardiamo con altri occhi a Vanda, per concludere che i due sono allacciati, appunto, in un nodo inestricabile di paura e comodità.
Da La Voce di Mantova, 3 ottobre 2020
LACCI disponibile in DVD o BluRay |
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"Non so perché, per tanto tempo, ho voluto che tu tornassi ma poi l'ho capito. Volevo che tornassi per potermene andare io. Ma poi non l'ho fatto." Il Film Lacci di Daniele Lucchetti è un pugno nello stomaco, non facile da vedere, doloroso ma necessario. Perché il desiderio di comprendere la realtà e le complesse dinamiche delle [...] Vai alla recensione »
Il film si snoda lungo trent'anni di vita di una famiglia, focalizzandosi su due periodi interpretati da due diverse coppie di attori: il primo da Lo Cascio e Rohrwacher, il secondo da Orlando e Morante. Vivono a Napoli, ma il marito, conformista e razionale, frenato nelle emozioni, lavora a Roma dove cura una rubrica culturale alla Radio. Hanno due figli: Anna e Sandro, impotenti spettatori delle [...] Vai alla recensione »
Il menage coniugale di Aldo e Vanda, coppia con due figli ancora piccoli, viene sconvolto dalla notizia che lui, presentatore radiofonico a Roma, ha una relazione con una collega, Livia donna giovane e avvenente. Dopo un primo momento di rabbia Vanda, tenta in tutti i modi di riportare a casa Aldo, che ormai si è trasferito a Roma da Vanda, e l’inevitabile conclusione è quella [...] Vai alla recensione »
Lacci conserva una vena di quel Ricordi? di Valerio Mieli, con in un comune anche Linda Caridi, seppur discostandosene del tutto sull’impianto della messa in scena che qui non si concede neppure per un frangente di affidarsi agli onirismi che sono soppiantati da desideri avvizziti e sogni mai realizzati. Soprattutto di mezzo ci sono i figli, proprio quei lacci che si annodano e snodano a metà [...] Vai alla recensione »
La prima sensazione, di sollievo, con cui si esce dalla sala (nel frattempo richiusa) è quella di avere recuperato un piccolo grande patrimonio che si temeva disperso. Luchetti torna a fare con questo film il cinema che conoscevamo, dopo un periodo di appannamento e qualche concessione davvero di troppo al richiamo irresistibile del politically correct.
Si dice che il cinema regala emozioni, ricordi, sensazioni, sensi di colpa e di assoluzione: questo film racconta una storia che conferma con forza queste parole. Un intreccio di fili in una famiglia che, come tante, passa dai primi anni di un amore attraverso vicissitudini tra alti e bassi momenti di gioia, come avere dei figli, ad alti e bassi momenti di gelosia,di odio, di rancori, agli anni [...] Vai alla recensione »
È la storia di una famiglia borghese nella Napoli del anni'80, una Napoli che, stranamente, resta in disparte, discreta, ad assistere al guazzabuglio di un interno. La telecamera, quindi, resta focalizzata sul nucleo familiare e sulle sue dinamiche, poche altre figure ruotano intorno a loro, restando sempre marginali. Mi ha colpito, infatti, la solitudine di Vanda, trasferitasi [...] Vai alla recensione »
“Lacci” di Daniele Lucchetti, con un cast di eccezione (Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno), è un film profondamente introspettivo, psicologico, intimo, che scava impietosamente dentro le relazioni affettive, sentimentali, di coppia. La verità e la trasparenza sono valori anche quando destrutturano un matrimonio e scarnifica [...] Vai alla recensione »
Terribile. Alba Rohrwacher continua nella sua rassegna di personaggi odiosissimi. Unica nota positiva Laura Morante che la interpreta in età più avanzata ma ha così classe da non riuscire così antipatica come si vorrebbe. Per finire abbiamo Giovanna Mezzogiorno nella parte della figlia adulta incarognita inguardabile e insopportabile.
Vi prego di non cambiare gli attori nei film, come nelle Sorelle Macaluso, questa trovata che forse è di moda, mi destabilizza!!! Film autentico, estremamente realistico, Vanda è una psicopatica, vince, una Vittoria di Pirro!! I figli vogliono liberarsi di una famiglia disfunzionale, ma sono troppo fragili x essere felici!
Film bello, con attori eccezionali e una trama tutta da godere. Secondo me manca un po' nella costruzione dei personaggi: di lui si capisce che è un fedifrago, di lei che è sempre innamorata. Ma (è una mia idea) non si fa notare abbastanza che entrambi mancano di coraggio. Lui di prendere una decisione e indirizzare in qualche modo la sua vita ("capita", "sono [...] Vai alla recensione »
Ho letto il bel libro di Domenico Starnone qualche anno fa. Un libro intelligente che tratta il disagio della famiglia tipica in crisi di valori. E Daniele Lucchetti è stato bravo a portare questo bel testo in un film intenso e drammatico, con una parte perfetta per il sempre bravo Silvio Orlando. Aldo è un intellettuale insoddisfatto, del suo lavoro, dei libri che propone in una rubrica [...] Vai alla recensione »
Dato due stelle per il ricordo di un discreto regista che, purtroppo, si sta forse avviando al lato discendente della sua parabola (intesa come curva geometrica). Film lento, noioso, abbastanza inutile. Se non siete amanti della sofferenza al cinema, ve lo sconsiglio. Altro non conviene dire.
Luchetti di certo conosce i versi dell'oscuro poeta (non è Shakespeare ma gli somiglia), tuttavia non ha inteso pigiare lo stesso tragico tasto. Riduce al minimo le conseguenze di un dramma diffuso ed "evergreen". Micidiali solo gli sguardi, non più di un ceffone, appena un accapigliamento di pochi secondi tra le rivali. In compenso vi fa passare il tempo con una varietà [...] Vai alla recensione »
Il film è la classica paccottiglia post post comunista. Un film deprimente, attori depressi. Il nostro regista fa lo stesso film da una trentina d'anni. Una cosa deprimente. Un politicamente corretto che non esiste in natura. Spero che il governo non dia più soldi a queste anime tristissime con il portafogli pieno.
Finalmente un film dal finale vero che ricalca la realtà senza ipocrisie, senza ricercare i consensi di un pubblico, seppur vasto, ma conservatore che vuole non ancora vedere, che preferisce i colori tenui.
Aldo e Vanda non si toccano quasi mai: fanno eccezione solo l'incipit, ovvero la scena di ballo, e il rientro nel guscio famigliare di lui dopo la parentesi romana con l'amante Lidia. In entrambi i momenti comunque, il loro avvicinarsi è minimo, indispensabile. Anche quando li vediamo in spiaggia, ormai rugosi e drasticamente ironici, marito e moglie sembrano girare intorno a un epicentro che li tiene [...] Vai alla recensione »
Con Lacci (film d'apertura di Venezia 77, fuori concorso) il cosiddetto cinema "medio" di Luchetti trova, forse, un'insperata e cristallina ragion d'essere. Difficile anche solo immaginarla una forma differente o più efficace per adattare il bel romanzo di Starnone senza sfociare negli estremismi autoriali con cui tanto cinema europeo (Vinterberg, Haneke, Lanthimos.
Lacci è tratto dall'omonimo libro di Domenico Starnone. Estrarre un film da un'opera letteraria non è mai un'impresa facile e spesso si cade nel banale, ma nel caso di Luchetti l'operazione riesce e porta a casa un buon risultato. Il film risulta atipico e in linea allo stesso tempo, l'intreccio della vicenda di Aldo e Vanda è ben rappresentato."La trama è molto semplice, si esaurisce in cinque minuti: [...] Vai alla recensione »
Lacci. Quelli delle scarpe e quelli dei sentimenti. Allacciarli, slacciarli. Fare i nodi, disfarli. Adattando per lo schermo uno dei più bei romanzi italiani degli ultimi anni (Lacci di Domenico Starnone), Daniele Luchetti non solo sposta l'azione dagli anni '60 agli anni '80, ma enfatizza il ruolo dei lacci come metafora centrale per raccontare la crisi di una coppia e di una famiglia.
Napoli, primi anni '80: Aldo e Vanda sono una coppia sposata e hanno due figli, Anna e Sandro. La loro unione apparentemente felice è tuttavia destinata a entrare in crisi quando lui s'innamora di una collega molto più giovane. Perché quando Vanda li scopre, tenta il suicidio. A distanza di trent'anni i due sono ancora insieme, ma al momento in cui rientrano da una breve vacanza trovano la propria [...] Vai alla recensione »
"Lacci", ispirato all'omonimo romanzo di D. Starnone, sceneggiato dall'Autore con F. Piccolo e il regista D. Luchetti, allude al grumo di emozioni e colpe che tengono avvinto un uomo alla moglie e ai due figli, anche dopo averli abbandonati per un'altra donna. Dal canto suo la consorte, malgrado i tentativi di suicidio, e il disamore palese, si macera nell'attesa di un suo ritorno a casa, dice per [...] Vai alla recensione »
Napoli, inizio anni '80. Aldo (Luigi Lo Cascio), che conduce una trasmissione in radio, confessa alla moglie Vanda (Alba Rohrwacher) di averla tradita. Dopo lo smarrimento iniziale, la donna caccia il marito di casa, restando sola con i due figli. Aldo, un uomo che fatica a parlare ed esprimere i propri sentimenti, è confuso, si trasferisce a vivere con l'amante Lidia e perde di vista i figli.
Lacci" di Daniele Lucchetti, presentato Fuori Concorso in apertura della Mostra del cinema di Venezia, appena arrivato in sala, è un film molto drammatico sul rapporto di coppia e sui legami "lacci" familiari. Nella coppia in questione interpretata da Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher, lui è un debole, un indeciso, uno che ama nascondersi (come rivela un oggetto nascondiglio simbolo che rivediamo più [...] Vai alla recensione »
Succede ai grandi attori che la bravura straordinaria s' insinui, come se volesse nascondersi, in certi piccoli gesti, in certe battute quasi non dette, in certi sospiri strozzati. Nel personaggio di Aldo, che, dopo la fiammata di una passione extra-coniugale, è rimasto per 30 anni accanto alla moglie lasciata solo per un breve periodo, Silvio Orlando sfoggia, in «Lacci» di Daniele Luchetti, il meglio [...] Vai alla recensione »
Napoli. Vanda (Rohrwacher) e Aldo (Lo Cascio) sono sposati. Lui si innamora di una collega e molla tutto. Il che dà il via a una «guerra», tra scenate, divorzio, affidamento degli sconcertati figli. Per arrivare, anni dopo, a un falso perdono e a una apparente riconciliazione (con i volti di Orlando e della Morante, per creare ancora più confusione).
È tratto dal romanzo omonimo di Domenico Starnone, Lacci, il nuovo film di Daniele Luchetti, scelto per aprire l'ultima Mostra del Cinema di Venezia e accolto con qualche malumore, forse per un eccesso di severità. A Napoli, agli inizi degli anni 80, una famiglia quasi felice (o passabilmente infelice come tante) va in mille pezzi dopo che il capofamiglia Aldo (Luigi Lo Cascio) si fa venire la malaugurata [...] Vai alla recensione »
Dal romanzo omonimo di Starnone, storia di una crisi coniugale, non era possibile rendere l'intrico di voci e psicologie, e Luchetti (con Francesco Piccolo e lo stesso Starnone alla sceneggiatura) non poteva che limitarsi a narrare gli scarni fatti, alternando due piani temporali: una coppia (Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher, ottimi) si rompe negli anni 80 perché lui va [...] Vai alla recensione »
C' è ancora una volta la famiglia al centro di un film di Daniele Luchetti. Presentato all' ultima Mostra del Cinema di Venezia e tratto dall' omonimo romanzo di Domenico Starnone, "Lacci", nelle sale dal 30 settembre con 01 Distribution, vede protagonisti Luigi Lo Cascio, Alba Rohrwacher, Silvio Orlando e Laura Morante di una pellicola amara che parla di rancori, vendette e verità nascoste.
Gli anni 80 di Lacci film stanno agli anni 60 di Lacci romanzo come più o meno l'età anagrafica di Luchetti a quella di Starnone. L'operazione di aggiornamento/aderenza autoriale (?) è quindi legittima, sia che si tratti di una traslazione intima e/o universalizzante, sia che si tratti di scelta solo commerciale. Ma qui sta il punto: perché Lacci film (ri)mette in scena invece formalmente una terza [...] Vai alla recensione »
Quando cerco chi firmi il Perché sì di questa doppia recensione/scontro dialettico, un collaboratore mi scrive, elencando i tre sceneggiatori (il primo anche regista, il secondo anche autore del romanzo da cui è tratto il film): «Luchetti, Starnone, Piccolo: gente che farebbe diventare di destra anche Gramsci». E certo che è vero che questo Lacci ritorna al cinema borghese degli anni 80 e 90, il cinema [...] Vai alla recensione »
Il vincolo matrimoniale è ancora il cardine, psicologico prima ancora che culturale, della società italiana. Durissimo uscirne indenni a volerlo sciogliere. Prendiamo il giornalista Aldo e la volontariamente casalinga Vanda...hanno due figli ancora ben aldiqua della pubertà ma già il loro menage è avvitato su se stesso, almeno sino a quando il marito non rivela, dopo una apparente amena festicciola [...] Vai alla recensione »
«La domanda muta aveva la nuova tonalità imperativa, esigeva una risposta immediata, silenziosa o a gola spiegata». È un passaggio, uno dei tanti, di Lacci - l'omonimo romanzo di Domenico Starnone da cui Daniele Luchetti ha tratto il suo ultimo film, in apertura della 77° Mostra di Venezia - in cui è presente la scontro ideale fra silenzio e parola, reazione e passività; una domanda muta, una risposta [...] Vai alla recensione »
Un mese dopo aver inaugurato fuori concorso la Mostra del cinema di Venezia arriva nelle sale, oggi 30 settembre, "Lacci" di Daniele Luchetti. E magari, fuori da una certa fibrillazione festivaliera, il film sarà visto con occhi diversi. A molti colleghi non piacque proprio, io trovo invece che, nonostante alcuni vistosi difetti, sia il più riuscito tra gli ultimi del regista romano.
È un film di tantissime parole, Lacci. Come se l'omonimo testo di Domenico Starnone (che sceneggia col regista e Francesco Piccolo) venisse letto, iperfetato, iper-interpretato dalle varie coppie di personaggi. Ma, attenzione, non è un film teatrale, anche se l'ambiente d'elezione è quello delle quattro mura di casa, pochissimi gli esterni, con il dramma, che Luchetti contiene con accortezza nell'uso [...] Vai alla recensione »
Il film che ha aperto (fuori concorso) la 77esima Mostra del Cinema di Venezia, Lacci è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo del 2014, scritto da Domenico Starnone, autore della sceneggiatura insieme a Francesco Piccolo e allo stesso regista Daniele Luchetti, che non è nuovo a storie famigliari, intime, viste da un punto di vista "compromesso" dalle dinamiche relazionali, interno soggettivo [...] Vai alla recensione »
Non era facile adattare al cinema il romanzo di Domenico Starnone. Spogliato del gusto dell' incastro e dalle volute introspettive, l' intreccio si riduce a ben poca cosa, e la letterarietà dei dialoghi, accettabili nel gioco narrativo, rischia di essere indigesta sullo schermo. La trama è minimale: una crisi coniugale nei primi anni 80 a Napoli, con lui (Lo Cascio) che si innamora di un' altra e va [...] Vai alla recensione »
Lacci che il tempo ha consumato come i sassi di Gino Paoli. Inizia da questi intrecci (simbolici, familiari, esistenziali), la Mostra di quest' anno. Film d' apertura firmato da Daniele Luchetti, a Venezia con un triangolo melodrammatico, tratto dal romanzo di Domenico Starnone, che scrive la sceneggiatura con il regista e Francesco Piccolo. Come film di apertura ci sta pure, ma uscendo dal cerimoniale [...] Vai alla recensione »
Era da un po' che la Mostra di Venezia non si inaugurava con un titolo nostrano; ma l' autarchica soluzione - seppur motivata anche dall' assenza causa Covid di stellari prodotti hollywoodiani - si è rivelata valida. Lacci è un buon film che a distanza di svariati anni da La scuola (1995) rinnova il felice rapporto di collaborazione fra Daniele Luchetti e lo scrittore Domenico Starnone, autore e co-sceneggi [...] Vai alla recensione »
A un certo punto, nel film, si include in una lista di libri da non leggere, quelli che in fondo si è già letto anche senza mai aprirli, come se non potessero dire nulla che non sia stato già detto. Nella prima parte Lacci di Daniele Luchetti, tratto dal romanzo omonimo di Domenico Starnone, sembra potersi inquadrare senza dubbi in questa categoria.
«Per restare insieme bisogna parlarsi poco, l' indispensabile, tacere sì tanto» è la «filosofia» di Aldo, eppure un giorno come tanti, recita a scuola, panino davanti alla tv col programma sulle «famiglie» degli animali visto insieme ai bambini, una ragazzina più grande e il fratellino, il bagno e le chiacchiere con la figlia che deve farsi la coda di cavallo che a lui piace tanto, le storie lette [...] Vai alla recensione »
Lacci che il tempo ha consumato, un po' come i sassi di Gino Paoli. Inizia da questi intrecci (narrativi, simbolici, familiari, esistenziali), la Mostra di quest'anno. Film di apertura firmato da Daniele Luchetti, regista che da "Il portaborse" ha segnato un disarmo progressivo e che ora a Venezia cerca una sua riabilitazione con un triangolo melodrammatico, tratto dal romanzo di Domenico Starnone, [...] Vai alla recensione »
I lacci veri sono due, girano dietro le orecchie e tengono la mascherina per un paio d' ore in una sala enorme dove stai rigido a respiro corto tra due tizi che non ci sono. Posto vuoto a destra, posto vuoto a sinistra. Dove sono? Il primo film della Mostra 77 Covid di Venezia interroga subito i posti vuoti, la sala militarizzata, i legami alternati tra chi c' è e va allo schermo con lo sguardo attraverso [...] Vai alla recensione »
Titolatori pazzi di cinquant' anni fa decisero che un film intitolato "Domicile conjugal" sarebbe diventato per gli spettatori italiani "Non drammatizziamo... è solo questione di corna". Era di François Truffaut, quarto capitolo - su cinque - della saga Antoine Doinel (l' attore Jean-Pierre Léaud, debuttò come ragazzino da riformatorio ne "I 400 colpi").
Una famiglia formata da genitori e due bimbi partecipa, nella Napoli dei primi anni Ottanta, al Carnevale in maschera. Una volta a casa, il marito dice alla moglie di essere stato con un'altra donna, e di sentirsi smarrito: lei lo caccia, qualcosa si rompe e sembra non ricomporsi più. «Lacci» di Daniele Luchetti - tratto dall'omonimo romanzo breve di Domenico Starnone, che lo ha sceneggiato insieme [...] Vai alla recensione »
Si parte buttando il cuore oltre il muro che sottrae il red carpet alla vista, e dunque al rischio assembramento: è la 77esima Mostra di Venezia, e non ce n' è mai stata una così. La pandemia pretende misure straordinarie, gli accreditati sono la metà del solito, le mascherine senza soluzione di continuità: i lacciuoli del Covid-19, cui il festival contrappone i Lacci di Daniele Luchetti, tratto dal [...] Vai alla recensione »
Napoli, primi anni Ottanta: il giornalista radiofonico Aldo De Simone, che conduce un programma alla RAI dedicato alla letteratura, annuncia alla moglie Vanda che ha una nuova relazione a Roma. Nonostante abbia anche due figli piccoli (Anna e Sandro) lascia la casa e si trasferisce nella capitale con Lidia. Passano gli anni, ma il legame con la propria famiglia è difficile da sciogliere.
Di necessità pandemica virtù autarchica: era da undici anni, Alberto Barbera dixit, che un film italiano non apriva la Mostra di Venezia, ricapita con Lacci, diretto da Daniele Luchetti, tratto dal romanzo di Domenico Starnone. Scritto dai due con Francesco Piccolo, è interpretato da Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi: [...] Vai alla recensione »
Se l'apertura made in Italy di Venezia '77 sa di autarchia, la paralisi pandemica dello show business mondiale giustifica la scelta. La mascherina qui al Lido è di rigore, al chiuso come all'aperto, sarà anche utile ma accorcia il fiato, sia in senso fisico che figurato. Ti fa temere che il Leone alato quest'anno volerà basso. Però la Mostra si fa, è un segnale di speranza.
La 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre) ha avuto come film d'apertura "Lacci" di Daniele Luchetti. Siamo a Napoli, negli anni 80. Aldo e Vanda (Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher), marito e moglie, hanno due bambini, Sandro e Anna. Quando l'uomo si innamora della giovane Lidia, il matrimonio va in crisi. Trent'anni dopo, però, troviamo i protagonisti (stavolta [...] Vai alla recensione »
"Come ti allacci le scarpe?" chiede il figlio al padre in un bar. Il nuovo film di Daniele Luchetti può ripartire da lì. Ogni volta che ci si allaccia le scarpe si ricomincia daccapo. Parte una nuova giornata. Può andare bene o prendere una brutta piega. Anche se le scarpe sono allacciate bene oppure bisogna rifare il nodo. Lacci è il film di una storia che riparte ogni volta da zero.