albert
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sabato 4 gennaio 2025
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un amore complicato
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Ennesimo film di Ozpeteck sulla tematica di un amore omosessuale. Alfredo, intellettuale dalla carriera fallimentare sia come scrittore che come insegnante, intrattiene una relazione da 15 anni con Alessandro, idraulico poco acculturato. I due stanno vivendo un'intensa crisi di coppia, proprio quando una loro carissima amica, Annamaria, con la quale Alessandro aveva avuto una storia dai lati oscuri, scopre di avere gravi problemi di salute. Dovendo operarsi, bisogna gestire due bambini che Annamaria ha avuto da due uomini diversi. Annamaria li vuole affidare ai suoi amici piuttosto che alla madre crudele. Il film alterna momenti positivi, dove i due interpreti dimostrano di essere all'altezza del loro ruolo, con scene delicate, a volte ironiche.
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Ennesimo film di Ozpeteck sulla tematica di un amore omosessuale. Alfredo, intellettuale dalla carriera fallimentare sia come scrittore che come insegnante, intrattiene una relazione da 15 anni con Alessandro, idraulico poco acculturato. I due stanno vivendo un'intensa crisi di coppia, proprio quando una loro carissima amica, Annamaria, con la quale Alessandro aveva avuto una storia dai lati oscuri, scopre di avere gravi problemi di salute. Dovendo operarsi, bisogna gestire due bambini che Annamaria ha avuto da due uomini diversi. Annamaria li vuole affidare ai suoi amici piuttosto che alla madre crudele. Il film alterna momenti positivi, dove i due interpreti dimostrano di essere all'altezza del loro ruolo, con scene delicate, a volte ironiche. In questo caso Ozpeteck dimostra che possiede bene ciò di cui tratta il film nell'evidenziare i contrasti tra i due che, però, continuano ad amarsi, anche quando sembra che la relazione stia per finire. Purtroppo altre scene, ma soprattutto il finale, risultano del tutto fuori luogo e sopra le righe, togliendo credibilità alla narrazione.
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luca panzarella
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lunedì 18 aprile 2022
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deludente
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Personaggi stereotipati, dialoghi lenti e a tratti infantili. Ho trovato quasi tutti i personaggi poco credibili, sia la coppia gay, sia Annamaria e il suo rapporto con la malattia.
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felicity
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mercoledì 17 marzo 2021
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le molte direzioni in cui si imprigiona l''amore
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Un film civile. Un film militante. Ma soprattutto un film umano. Umanissimo. Senza tradire le proprie scelte di campo (anche qui, al centro del film c’è una coppia omosessuale), Ferzan Ozpetek lascia fuori campo un certo simpatico folclore gay d’antan per scavare dentro i nodi dell’amore, passionale e filiale insieme, e andare dritto al cuore: cosa conta davvero quando si ama? Che cosa si è disposti a mettere in gioco in nome dell’amore? Fino a dove si è capaci di rischiare?
Dietro un titolo vagamente antifrastico — la «dea fortuna» va letta come casualità, nel senso del destino che apre tante strade possibili senza indicarne davvero una — il film scava nelle molte direzioni in cui si può imprigionare il sentimento dell’amore, come per mettere alla prova chi lo usa come uno scudo, dietro cui difendersi o nascondersi.
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Un film civile. Un film militante. Ma soprattutto un film umano. Umanissimo. Senza tradire le proprie scelte di campo (anche qui, al centro del film c’è una coppia omosessuale), Ferzan Ozpetek lascia fuori campo un certo simpatico folclore gay d’antan per scavare dentro i nodi dell’amore, passionale e filiale insieme, e andare dritto al cuore: cosa conta davvero quando si ama? Che cosa si è disposti a mettere in gioco in nome dell’amore? Fino a dove si è capaci di rischiare?
Dietro un titolo vagamente antifrastico — la «dea fortuna» va letta come casualità, nel senso del destino che apre tante strade possibili senza indicarne davvero una — il film scava nelle molte direzioni in cui si può imprigionare il sentimento dell’amore, come per mettere alla prova chi lo usa come uno scudo, dietro cui difendersi o nascondersi. Senza mai scene madri ma ogni volta spingendo i personaggi a mettere in gioco quell’umanità che sola può aiutare a vivere davvero. E ad affrontare gli ostacoli con cui ogni rapporto — affettivo o sentimentale fa poca differenza — deve fare i conti.
Proprio come quelli che Alessandro (Edoardo Leo) e Arturo (Stefano Accorsi) si trovano ad affrontare quando l’amica Annamaria (Jasmine Trinca), che vive a Palestrina, chiede loro di occuparsi dei suoi due figli senza padre, Martina (Sara Ciocca) e Alessandro (Edoardo Brandi). Per pochi giorni, giusto il tempo di fare qualche esame in ospedale e capire l’origine di certi noiosi mal di testa.
Compagni da quindici anni, i due adulti non stanno attraversando il miglior momento della loro unione: la passione è tramontata, le tentazioni sono all’ordine del giorno e vecchi risentimenti tornano a farsi sentire, come il rimpianto di Arturo per aver abbandonato una possibile carriera universitaria e aver seguito a Roma Alessandro, che invece esercita con soddisfazione il mestiere di idraulico. E quando nella loro vita entrano all’improvviso la preoccupazione per la salute di Annamaria (l’amica del cuore di Alessandro, all’origine del suo incontro con Arturo) e l’impegno quotidiano per i due bambini, ecco che l’equilibrio su cui si regge con qualche fatica il loro rapporto inizia a scricchiolare.
Ed è qui che Ozpetek (anche sceneggiatore insieme con Gianni Romoli e Silvia Ranfagni) mostra tutta la sua bravura, nel tratteggiare con giustezza e verosimiglianza il percorso verso una nuova assunzione di responsabilità affettiva. Non verso i due bambini, si badi bene, ma verso loro stessi, verso il loro legame. Che dovrà fare i conti non con la stanca routine di una coppia più o meno affiatata (come mostrano le prime scene, quelle della festa di un matrimonio altrui), ma con un nuovo aspetto dell’amore, una nuova e diversa scommessa.
Naturalmente il film non tralascia i colpi di scena, cui il prolungarsi delle analisi di Annamaria in ospedale costringerà le due «coppie», quella adulta e quella infantile. Entrerà in gioco anche la nonna dei bambini, una Barbara Alberti degna delle più temibili streghe dei fratelli Grimm, con la sua reggia semiabbandonata (la villa Valguarnera di Bagheria) e la sua opprimente volontà di potere. Ma diversamente dal passato, Ozpetek sceglie di resistere al romanzesco, salta i passaggi e gli snodi per andare diritto a quello che gli sta a cuore: la scoperta di un nuovo modo di amarsi, che non passa attraverso la tensione erotica (non c’è una sola scena di sesso. Anche questa è una prima volta) ma attraverso la riscoperta e la rivalutazione della tenerezza, dell’affetto familiare, del proprio ruolo di soggetti d’affetto e non di oggetti del desiderio.
Una conquistata maturità narrativa (non può essere un caso che Ozpetek abbia dovuto riflettere su qualcosa di simile, dopo la scomparsa del fratello) che riverbera anche sulla direzione degli attori e naturalmente sulla loro convincentissima prova. Dai ruoli «minori» (gli amici Pia Lanciotti e Filippo Nigro, lui segnato da una demenza senile che lei protegge con amore) a una giustamente malinconica Trinca, fino alla superba interpretazione di Accorsi e della «novità» Leo, la cui giustezza di tocco si fissa nella memoria. Fossero sempre così gli attori italiani.
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giggetto
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domenica 5 luglio 2020
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un film sentito, anche se un po' farraginoso
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Come negli altri film di Ozpetek, si vede che la storia è sentita e c'è autenticità. Ma la sceneggiatura è ogni tanto un po' farraginosa. Ma vale la pena vederlo.
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v.zera
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lunedì 1 giugno 2020
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splendido
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Grande affresco di un maestro che guarda alla sua vita per parlare a tutti noi. Film capolavoro.
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lucky italian movies
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giovedì 28 maggio 2020
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miglior film italiano del nuovo millennio
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Cosa dire di più oltre al titolo e al voto? Storia profonda, coinvolgente, scene commoventi come lo sfogo di Arturo a Martina sul traghetto, con tutto il carico emotivo di un adulto che racconta i propri sogni, le ambizioni e i rimpianti ad una bambina e quest'ultima che risponde con la spiazzante naturalezza tipica dell'età, oppure quella in cui Annamaria legge il suo testamento, ma anche tante altre.
Un continuo susseguirsi di emozioni, di riflessioni, di immedesimazione nei personaggi, di gioia e sofferenza per le loro sorti e poi quel finale, quel bagno a mare liberatorio, consolatorio, con una nuova famiglia che nasce dopo la tragedia e forse un grande messaggio che Ozpetek ha voluto lasciare: l'amore per i bambini è universale e non guarda agli
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Cosa dire di più oltre al titolo e al voto? Storia profonda, coinvolgente, scene commoventi come lo sfogo di Arturo a Martina sul traghetto, con tutto il carico emotivo di un adulto che racconta i propri sogni, le ambizioni e i rimpianti ad una bambina e quest'ultima che risponde con la spiazzante naturalezza tipica dell'età, oppure quella in cui Annamaria legge il suo testamento, ma anche tante altre.
Un continuo susseguirsi di emozioni, di riflessioni, di immedesimazione nei personaggi, di gioia e sofferenza per le loro sorti e poi quel finale, quel bagno a mare liberatorio, consolatorio, con una nuova famiglia che nasce dopo la tragedia e forse un grande messaggio che Ozpetek ha voluto lasciare: l'amore per i bambini è universale e non guarda agli orientamenti sessuali di chi lo prova, può essere dato da una madre e un padre, ma anche da una coppia omosessuale! Da vedere e rivedere!
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jonnylogan
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domenica 10 maggio 2020
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l'amore i tempi della malattia
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A Palestrina, vicino Roma, si trova il Santuario della Fortuna Primigenia ove Arturo e Alessandrosi conobbero molti anni prima. A distanza di molti anni i due ricevono la visita di Annamaria l’amica che li fece conoscere e che questa volta ha bisogno che per tre giorni i due ospitino i suoi due figli mentre lei sarà in ospedale per essere visitata a causa di forti emicranie.
Quando la coppia inizia a scricchiolare dopo anni di convivenza, e nonostante una rete di amicizie dalle maglie folte, è difficile che si possa riprendere nonostante un’abitudine generata da piccole consuetudini e il desiderio di fuga placato da aperture verso l’esterno, con tradimenti della durata di una sola notte.
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A Palestrina, vicino Roma, si trova il Santuario della Fortuna Primigenia ove Arturo e Alessandrosi conobbero molti anni prima. A distanza di molti anni i due ricevono la visita di Annamaria l’amica che li fece conoscere e che questa volta ha bisogno che per tre giorni i due ospitino i suoi due figli mentre lei sarà in ospedale per essere visitata a causa di forti emicranie.
Quando la coppia inizia a scricchiolare dopo anni di convivenza, e nonostante una rete di amicizie dalle maglie folte, è difficile che si possa riprendere nonostante un’abitudine generata da piccole consuetudini e il desiderio di fuga placato da aperture verso l’esterno, con tradimenti della durata di una sola notte. A nulla pare servire anche il diversivo dato dalla presenza di due adolescenti figli di un’amica storica, che cede volentieri loro la prole certa che i due sapranno cavarsela egregiamente. Özpetekincornicia ancora una volta la storia di una coppia e di una famiglia differente e al tempo stesso molto attuale, dove la cura degli interni, il legame fatto di amicizie e rapporti umani la fanno come sempre da padrone. Una trama quindi comune ad altri sforzi del regista d’origine turca, a cominciare da Saturno Contro, ma una narrazione che ancora una volta riesce a stupire per come amicizia e amore possano essere declinati sempre sotto una nuova luce, difatti il vero distinguo in tal caso lo fa un’esplorazione dell’animo umano che passa attraverso lo sguardo non certo disincantato di due ragazzi cresciuti in situazioni di fortuna e che finalmente nella coppia composta d’Arturo e Alessandro trovano una famiglia capace d’accoglierli. Menzioni particolari per Stefano Accorsi, capace d’incorniciare alla perfezione l’intellettuale con problemi d’insoddisfazione professionale e per Barbara Alberti, nel ruolo di una madre mefistofelica e molto ben caratterizzata. Una pellicola che piacerà decisamente molto a chi crede in nuove possibilità e in un domani carico di nuove speranze.
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onufrio
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giovedì 23 aprile 2020
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restiamo umani. nonostante tutto.
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Le classiche atmosfere create da Ozpetek si ritrovano puntualmente in quest'ultimo film del regista il quale punta ancora una volta su personaggi che ormai fanno parte del proprio stile che da sempre lo contraddistingue. Una commedia drammatica che punta comunque alla felicità, nonostante tutto, affidandosi magari alla Dea Fortuna. Cast corale impeccabile. Film che mette al centro il valore e l'importanza dei rapporti umani.
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paolafilm
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lunedì 13 aprile 2020
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capolavoro
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Capolavoro assoluto in cui i principi umani e i sentimenti prevalgono sul cinismo e il materialismo du alcuni rapporti di sangue solo formalmentu esistenti ma evanescenti.
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margheritatblisi
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lunedì 13 aprile 2020
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ozpetek
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ozpetek, un regista una garanzia. Leo adorabile, mai visto così bravo a parte in perfetti sconosciuti.
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