Anno | 2024 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Palestina, Norvegia |
Durata | 96 minuti |
Al cinema | 16 sale cinematografiche |
Regia di | Yuval Abraham, Basel Adra, Hamdan Ballal, Rachel Szor |
Uscita | giovedì 16 gennaio 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Wanted |
MYmonetro | 4,15 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 13 gennaio 2025
La storia di amicizia tra l'attivista palestinese Basel e il giornalista israeliano Yuval. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura al Festival di Berlino, 1 candidatura a BAFTA, 2 candidature e vinto un premio ai European Film Awards, Il film è stato premiato a National Board, 1 candidatura a Spirit Awards, 2 candidature e vinto un premio ai NSFC Awards, No Other Land è 18° in classifica al Box Office. mercoledì 29 gennaio ha incassato € 7.322,00 e registrato 16.049 presenze.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Masafer Yatta è un agglomerato di venti villaggi al confine sud della Cisgiordania. In questa comunità, che si regge su un'economia di tipo agricolo, alcuni villaggi sono così antichi che conservano ancora alcune grotte, tuttora abitate. Purtroppo, perché le nuove case edificate vengono sistematicamente distrutte dalle ruspe. Il primo ricordo di Basel Adra, che qui è nato nel 1996, è l'arresto di suo padre, mentre protestava contro gli espropri voluti dallo Stato di Israele, che di quel territorio sostiene di aver diritto di fare zona di addestramento militare. Una violenza che va avanti da decenni, e che Basel e altri hanno iniziato a filmare autonomamente, a rischio della propria vita. Per mostrare al resto del mondo, tramite quelle testimonianze video strazianti e inequivocabili, l'ingiustizia e l'oppressione che continuano a subire. Anche Yuval Abraham, giornalista israeliano e amico di Basel, scrive delle demolizioni, sperando di attirare l'attenzione, dentro e fuori la sua nazione. Ma mentre gli israeliani possono muoversi liberamente, gli abitanti di Masafer Yatta non possono lasciare la Cisgiordania. "Non abbiamo un altro posto dove andare", dice una vicina di Basel, "soffriamo così perché è la nostra terra".
No Other Land è stato girato da un collettivo di quattro registi: i già citati Basel Adra e Yuval Abraham, più il palestinese Hamdam Ballal, amico di Basel, e Rachel Szor, regista israeliana con base a Gerusalemme.
Le loro riprese si estendono tra l'estate del 2019 e ottobre 2023. Si sono concluse quindi a ridosso dell'attacco di Hamas e della conseguente reazione israeliana, ancora in corso al momento in cui scriviamo. Ma il film, seguendo i ricordi di Basel, incorpora molti video registrati precedentemente da lui o da persone a lui vicine, con telefoni cellulari e piccole videocamere. No Other Land è un repertorio impressionante, mai visto prima, di azioni repressive ai danni di una comunità inerme che trova i modi per resistere, ricostruire, non reagire con la violenza. Ha un valore altissimo di testimonianza, anche retrospettiva. Si accumulano nel film sequenze "rubate", non programmate ma dettate dall'agenda militare: qualcuno corre con una camera in mano, per assicurare le prove di un sopruso e cercare al tempo stesso di schivare i proiettili. È quasi sempre Basel, a correre, col fiato corto e l'adrenalina di chi sa di mettere a rischio la propria vita. È l'immagine stessa, lo stilema, del caos e della violenza che il conflitto israelo-palestinese continuano a propagare da decenni.
Alle riprese delle demolizioni e delle incursioni militari sul territorio il film alterna stilemi narrativi semplici: momenti di re-enactement, riflessione condivisa tra Basel e Yuval, situazioni domestiche, pasti condivisi, le pause prima di addormentarsi, sempre in allerta per una possibile incursione di mezzi cingolati e truppe armate. Il semplice contrasto, paradossale, tra le esistenze di questi due coetanei e la forza - o forse meglio sarebbe dire la capacità - d'immedesimazione fa tutto il resto, al di qua dello schermo ("come ti sentiresti se distruggessero casa tua?" chiede Yuval in ebraico ai connazionali incursori). L'immedesimazione è ciò che in cui sperano i due amici e colleghi, e i loro due co-registi: continuare a mostrare, scrivere, testimoniare, per provocare in una reazione, oltre la commozione. Perché chi guarda possa sentirsi chiamato in causa. Per cambiare le cose. Tra i molti premi raccolti lungo il 2024, No Other Land ha vinto l' Audience Award e il Panorama Documentary Award alla Berlinale ed è stato votato Miglior documentario europeo agli EFA 2024. È in shortlist nella categoria documentari agli Academy Awards 2025.
No other land di Yuval Abraham, Basel Adra, Hamdan Ballal, Rachel Szor (finanziato dai norvegesi). Non è un caso che Alfred Nobel avesse dato la facoltà di assegnare i diversi premi Nobel alla Svezia, tranne il premio Nobel per la pace, alla Norvegia. Ma vediamo la ricetta del pogrom alla israeliana. Sicuramente gli israeliani hanno ben imparato dai sanguinosi pogrom dell’Europa [...] Vai alla recensione »
Un documentario racconta un piccola parte della differenza palestinese con un onestà. Bellissimo. Si deve essere visto da tutti
Un film come gesto di resistenza. Disperato, necessario, profondamente politico. Per questo capace di riunire gli opposti, sodalizzando due nemici efferati quanto possono essere un palestinese e un israeliano. Concepito dall'attivista palestinese Basel Adra e dal giornalista israeliano Yuval, e poi realizzato a più mani tanto da formare un collettivo "misto", No Other Land è un documentario straordinario [...] Vai alla recensione »
Imperdibile, ma non si dorme innocenti, dopo. Documento e invocazione: l'israeliano Yuval, giornalista, assiste e aiuta l'amico palestinese Basel che, a rischio della vita, filma tra 19 e 23 l'abbattimento delle case, sequestro dei terreni e distruzione idrica sanciti dal governo in Cisgiordania nella menzogna di «aree per addestramento militare». Dalla spietata azione dei soldati alle vane proteste, [...] Vai alla recensione »
Il documentario pieno di dolore e rabbia di un quartetto di registi palestinesi e israeliani parla di Masafer Yatta, un insieme di villaggi palestinesi in Cisgiordania dove agli abitanti è stato ordinato di andarsene per trasformare la zona in un'area di addestramento per l'esercito israeliano. Basel Adra, che ci abitava, ha registrato per anni gli abusi inflitti alla comunità.
Torna la questione palestinese sullo schermo e ci torna con la dolce veemenza del documentario "No other land", diretto da un collettivo israelo-palestinese, composto da Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor, che ha filmato per dieci anni le operazioni di espulsione forzata degli abitanti di Masafer Yatta in Cisgiordania da parte dell'esercito israeliano.
Masafer Yatta, è una zona a Sud della Cisgiordania che comprende vari villaggi e comunità palestinesi risalenti ad antichi insediamenti beduini. Le dimore originali erano delle grotte scavate nella roccia che tutt'ora ancora esistono, ma come immaginabile la popolazione della zona, in anni più recenti, ha preferito trasferirsi in abitazioni più comode; si è munita di corrente elettrica e di acqua potabile. [...] Vai alla recensione »
Ci sono, almeno, tre cose interessanti in No Other Land, pluripremiato e valente documentario realizzato dai giovani attivisti palestinesi e israeliani Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor. La prima: l'assoluta non resistenza, la palese fragilità, financo la caducità delle case palestinesi abbattute dall'esercito israeliano, aizzato dai coloni.