Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 124 minuti |
Regia di | Paolo Virzì |
Attori | Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi, Sara Serraiocco, Liliana Fiorelli. |
Uscita | giovedì 29 settembre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,04 su 25 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 22 settembre 2022
A Roma non piove da tre anni e la mancanza d'acqua stravolge regole e abitudini. Le esistenze dei protagonisti sono legate in un unico disegno beffardo e tragico, mentre cercano ognuno la propria redenzione. Il film ha ottenuto 5 candidature ai Nastri d'Argento, 4 candidature e vinto 2 David di Donatello, In Italia al Box Office Siccità ha incassato 1,8 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Da troppo tempo non piove a Roma e come le piante, uomini e donne si sono inariditi. Antonio, in prigione per aver ucciso la sua compagna, non contempla più la libertà, Loris, chauffeur impiegato un tempo nella pubblica amministrazione, parla coi suoi cari fantasmi, Alfredo, attore in panne, è ossessionato dai social, Mila, sua moglie, risolleva l'economia familiare lavorando in un supermercato, Sara, dottoressa a tempo pieno, individua un nuovo 'male', Luca, avvocato marito di Sara, è in crisi con la moglie e si consola con Mila, Giulia, infermiera alla prima gravidanza, aspetta da sempre il ritorno del padre, Raffaella, consorte tradita, cerca da sempre il consenso del padre... i loro destini si incrociano nella capitale che aspetta la pioggia e guarda avanti. Per migliorarsi o forse per lasciare tutto com'era.
La decadenza di Roma è storia antica che si ripete come un mantra. Non è il levarsi del sole che aspettano i nuovi romani ma una pioggia battente che risani la terra e gli uomini di buona volontà. Quanto a loro, le donne fanno quello che possono davanti a padri narcisisti e consorti barbari, immobili come i monumenti della capitale. A questo giro di storia, non sono gli irriducibili Germani a piegare la città, ma la siccità, che perdura da tre anni, e un'armata di blatte che infesta strade e case.
Con Siccità, Paolo Virzì torna alla commedia corale e fa meglio di Notti magiche. Se quattro anni fa 'scomodava' Edoardo Bennato e Gianna Nannini, oggi fa appello a Mina per 'cantare' una vita "che solamente ieri sera" sembrava brillarci il cuore.
Poi la pandemia e la crisi sanitaria hanno risvegliato le nostre paure più profonde e ognuno ha fatto quello che poteva, come poteva. Siccità trasfigura i fatti e snocciola come un rosario una pletora di personaggi che vengono direttamente dal passato, come Mila e Raffaella, precipitati melanconici della Elide Catenacci di Giovanna Ralli, sposa frustrata di Gianni Perego (Vittorio Gassman), che incarnava il funambolismo poetico della commedia di Scola, e altri invece radicati nel presente, corpi assediati dalla disperazione, dalla nostalgia, dalla miseria.
Destini incrociati in un tempo 'malato' che ha ragione di loro e dei loro sogni, se c'erano. Affresco romano, scritto a otto mani con Francesca Archibugi, Paolo Giordano e Francesco Piccolo, Siccità può contare sui suoi solidi attori e su quei 'piccoli momenti di verità' che irrigavano la linfa del Neorealismo. Con lo smarrimento, l'amore occupa un posto importante nel racconto. È il solo sentimento a resistere agli scacchi e alle tempeste, a evolversi come quello di Sara e Loris, o a diventare soltanto un ricordo sgualcito del cuore, come quello di Mila e Alfredo.
Cronaca-bilancio di due anni di confinamento, il nuovo film di Paolo Virzì prova a misurare la salute psichica degli italiani e la vita che negli ultimi due anni ha fatto di noi dei naufraghi, ciascuno spiaggiato nella sua testa e nel suo delirio. A serrare i ranghi, Virzì chiama Claudia Pandolfi e Valerio Mastandrea, veterani della commedia sociale e incarnazioni lisergiche di un malessere che insinua il film come un virus. Dietro a loro e all'umorismo spontaneo di Orlando e Mastandrea, che contribuisce a distendere il clima pesto, abitano personaggi avvincenti e altri terribili, vittime della loro ambizione e della loro ignoranza.
Siccità fa un viaggio mentale e geografico nel cuore della capitale, decostruendo la "cartolina postale" (monumenti e case di Roma) attraverso gli occhi dei suoi protagonisti e dentro la fotografia densa e 'irrespirabile' di Luca Bigazzi. Virzì filma un'altra Roma, i suoi margini e le sue periferie, non è il primo a farlo certo ma riesce a catturarla nel suo pulsare, ad afferrare il suo corpo vivente ma anchilosato, guasto, un corpo arenato che respira faticosamente con le sue arterie affaticate e il suo fiume in secca.
Virzì si fa carico dei sopravvissuti e apre un altro capitolo, di ordine psicologico, dove la ricostruzione (mentale) passa per la riconnessione con gli altri. Poi la pioggia scende e la vita riprende. Nel bene e nel male.
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C'è un virus che ha attaccato le nostre vite, molto più insidioso di quelli delle pandemie conclamate, e si chiama individualismo. Condanna alla solitudine, prosciuga le coscienze, impedisce la vera empatia, apre orizzonti angusti in quanto calibrati soltanto sui propri personali interessi. In questi ultimi decenni l'individualismo si è insinuato senza che ce ne accorgessimo nelle nostre vite, ha inaridito [...] Vai alla recensione »
“Siccità” è un film barocco, barocco come la partitura orchestrale che ne accompagna lo sviluppo. C’è dentro la Roma prigione, la Roma ghetto, la Roma sventrata e scomposta che fa da cassa di risonanza a infiniti suoni. C’è il clavicembalo dei quartieri alti, le note acute della città vista dall’alto e dalla distanza di un terrazzo [...] Vai alla recensione »
In una Roma che assomiglia molto allo scenario post apocaliptico di Mad Max, le persone vivono in uno stato di totale ristretezza idrica. Il Governo vara una legge che vieta di consumare più di 5 litri procapite a persona e condanna chi ne fa un uso improprio, come lavare la macchina oppure dare da bere alle piante. Nel mentre, si accendono gli animi delle persone comuni che protestano contro [...] Vai alla recensione »
Dopo tre anni di siccità Roma è invasa da disperazione e blatte e da un’influenza preannunciata da uno stato di torpore che porta chi ne è colpito a finire in rianimazione. Film corale che preannuncia l’ennesimo cambio di direzione della carriera di Paolo Virzì. Il regista toscano porta in scena una narrazione che vuole esorcizzare il nostro ultimo biennio [...] Vai alla recensione »
Paolo Virzí ha spesso adottato una struttura corale nei propri film, spesso con buoni risultati fra cui eccelle Il Capitale Umano (2014), e ripropone tale modello anche nel suo ultimo film, Siccità, presentato fuori concorso ma premiato alla 79° Mostra del Cinema di Venezia. Una Roma distopica, priva d’acqua a causa di una siccita’ che dura da tre anni e col Tevere [...] Vai alla recensione »
Un america oggi in salsa italiana. Si può vedere. Una considerazione : stranamente bravissima la Sempre Splendida Bellucci. Il ruolo gli calza perfettamente. Film vedibile
La visione del film , allo spettatore critico, pone molte domande, intanto la tematica clima/pandemia, ancora oggi è mainstream nei discorsi tra la gente , forse negli ultimi tempi si affianca pure la guerra, Russia- ucraina, ma ancora il film dell’ottimo regista Vìrzì non era pronto, altrimenti avremmo visto anche questa tragedia affianco alle [...] Vai alla recensione »
Film a episodi incastrati tra loro che si rifà in maniera evidente a opere come America oggi o Crash, non riuscendo però a fondere il tutto in maniera coerente ed empatica. Il messaggio è abbastanza scontato e secondo me appare eccessivo l'arrivo di una pioggia di chiara ispirazione manzoniana che lascia un senso di speranza dopo che la situazione ha travolto buoni e cattivi [...] Vai alla recensione »
Purtroppo mi ero abituato a film di Virzì più folkloristici, coinvolgenti ed emozionanti. Quì mentre la capitale aspetta la pioggia appare una mescolanza di attori si bravi ma fugaci e con poco affiatamento. Un film troppo corale come questo si rischia di non affezionarsi a nessun personaggio. La morte e la sopravvivenza, la delusione o la solitudine diventa poco sentita dal pubblico. [...] Vai alla recensione »
Ho amato ed apprezzato Paolo Virzì, fin dagli esordi ed alcune opere restano indimenticabili. Però trovo esagerato elogiare qualunque lavoro di un regista celebrato, anche in presenza di un prodotto inferiore alle attese. Dopo l'ultima opera (Notti magiche), anch'essa a mio giudizio insufficiente, il regista livornese ritorna con questa pellicola in cui, da buon visionario, immagina una sorta di Apocalisse [...] Vai alla recensione »
Non il miglior film di Virzì, ma sicuramente il miglior Virzì, quello che sa scegliere con cura gli interpreti e intrecciare storie in modo disinvolto, senza cadere - quasi mai - nel banale. Con una sceneggiatura e una regia che molto devono a Sorrentino, Siccità ci racconta una Roma che risulta meno lontana e paradossale di quanto dovrebbe, obbligandoci a percepire il rischio [...] Vai alla recensione »
Siccità è un film con delle idee senza dubbio ma troppe...davvero troppe e tutte insieme.... il film tenta di trattare vari temi ma senza riuscire a sviscerarne nemmeno uno....il disagio familiare, il disagio economico, l'integrazione, la paura della società ecc ecc... L'idea di una siccità che impatta sulla vita di ognuno di noi è una salsa americana [...] Vai alla recensione »
Spreco di bravi interpreti, chi lo paragona ad America oggi forse non ha mai visto la pellicola di Altman. Minestrone di buoni sentimenti e antirazzismo, occasione persa per una buona idea iniziale. Finale (scontato) che sembra una parodia del film stesso. Risate involontarie.
Film caotico,con troppi personaggi e troppe situazioni confuse. Mi aspettavo da Virzi qualcosa di meglio.
Peggior film mai visto in assoluto. Imbarazzante un misto tra inutilita ansia anfoscia cupore schifo allo stato puro.
L'apocalisse, da urgente spunto di attualità, per punire e ripulire il pianeta dall'aridità dei cuori che subdolamente accompagna quella climatica. I romani danno di matto, complice un virus che trova terreno fertile nel seccume. Succedono cose inaudite, si litiga per l'acqua potabile, la si ruba. Le forze dell'ordine ammanettano chi lava l'auto.
L'apocalisse, da urgente spunto di attualità, per punire e ripulire il pianeta dall'aridità dei cuori che subdolamente accompagna quella climatica. I romani danno di matto, complice un virus che trova terreno fertile nel seccume. Succedono cose inaudite, si litiga per l'acqua potabile, la si ruba. Le forze dell'ordine ammanettano chi lava l'auto.
Un mix di cronache italiane che si vedono in TV, bullismo, proteste, pandemia, femminicidi, ipocrisie, incoerenze........temi purtroppo sempre attuali.
l'idea di fondo era molto interessante ma il film per me non regge, è un pot-pourri di personaggi abbozzati banalmente, senza l'elaborazione di un reale filo conduttore; solo tanti luoghi comuni presi e messi lì. Perfino noioso. Questa volta Virzì e gli sceneggiatori solo grande delusione.
Un salto di qualità questo film di Virzì: non solo commedia ma dramma di una Roma a secco per problemi naturali, bisognosa di pulizia e nuova vita e di persone che sono aride per le esperienze vissute, bisognose di ripresa di coscienze e di sentimenti. Una storia di tante persone con problemi diversi che sembrano tanti pezzi di un puzzle che man mano si va componendo sino al finale tragico [...] Vai alla recensione »
Il Virzì d'annata che ogni tanto affiora e che mi commuoverebbe se non fossi invecchiato anch'io, tanta Raifiction (penso preterintenzionale), un bel po' di Muccino e anche qualche spruzzo di Sorrentino, vale a dire: le maschere della commedia dell'arte contemporanea messe dentro tutte assieme, stereotipi narrativi à la carte ricombinati a piacere (il profetico tasto F3 [...] Vai alla recensione »
Il Virzì d'annata che ogni tanto si intravede e che mi commuoverebbe se non fossi invecchiato anch'io, tanta Raifiction (penso preterintenzionale), un bel po' di Muccino e anche qualche spruzzo di Sorrentino, vale a dire: le maschere della commedia dell'arte contemporanea buttate dentro tutte insieme, stereotipi narrativi à la carte ricombinati a piacere (il profetico [...] Vai alla recensione »
Ribadisco i concetti espressi sopra: surreale, ambizioso, inconcludente. In compenso Pandolfi e Mastandrea sono molto bravi.
Ribadisco i concetti espressi sopra: surreale, ambizioso, inconcludente. In compenso Pandolfi e Mastandrea sono molto bravi.
Il film SICCITA’ di Paolo Virzì è una vera discesa agli inferi, senza però un Orfeo che può ivi andarci alla ricerca della sua Euridice dopo aver ammaliato col suo canto i custodi del “misterioso paese da cui nessun viandante ha mai fatto ritorno”. In realtà la discesa è in quello che l’essere umano teme di più, e per il quale [...] Vai alla recensione »
Siccità, scarafaggi, epidemia, povertà economica e morale della desertificazione delle coscienze, lo sfascio della famiglia. Quale colpa devono espiare i romani? se l'egitto dovette subire le piaghe per aver tenuto in schiavitù gli ebrei chi sono gli schiavi di Roma? Forse noi che assistendo al film di Virzì la vediamo sprofondare nel caos.
Forse l'intenzione era dar voce a chi è costretto unicamente a subire gli eventi adattandosi a situazioni spesso surreali, spronare le platee ad attivarsi per la salvezza dell'ambiente, rimproverare chi può agire per il bene della comunità ma non lo fa. Tuttavia, ogni buon proposito finisce con il dissolversi in una storia frammentata, poco consistente, che lascia lo spettatore [...] Vai alla recensione »
Un film gradevole, corale, che ricalca un po' questi nostri giorni. In una Roma colpita dalla siccità s'intersecano tante storie. Mi ha ricordato il bellissimo America oggi nei racconti e nella musica che distorge le immagini. in quel film, però, la sceneggiatura aveva attinto dai racconti di Raymond Carver. In Siccità manca il colpo d'ala per movimentare il ritmo un [...] Vai alla recensione »
film fatto bene ovviamente,con virzi' non si trema . Un po' mucciniano all'inizio e concetti di ecologia sul versante sinistra un po' chic. Bene Silvio Orlando,Max Tortora, Serraiocco pimpante finalmente,Gabriel Montesi grande interpretazione,Fanelli molto brava,Pandolfi una garanzia, Ragno bravissimo attore,Lietti convincente, Marchioni neutro dovuto alla parte.
Nella scelta dell'impianto narrativo Virzì ha un precedente illustre ;"America oggi" di Robert Altman del '93 ed è inevitabile il confronto col quale il nostro regista non riesce a competere. Noioso e poco coinvolgente. Una narrazione frammentata e dispersiva in uno eccesso di situazioni che distraggono dall'assunto generale e tolgono forza [...] Vai alla recensione »
Avete presente quanto si sfogliano le pagine di un quotidiano alla mattina al bancone del bar o si vedono le notizie sul sito dell’Ansa durante la pausa caffè o si ascolta il tg delle 20? Stessa cosa: guardando questo film sarete investiti da una marea (secca, dato il titolo e le condizioni climatiche attuali e pure cinematografiche) di informazioni (sia notizie internazionali che problemi/e [...] Vai alla recensione »
Complesso ma profondo e ricercato, non ti annoia ma ti porta a ridere, riflettere e commuoverti. Non serve andare troppo a fondo, è un cammino e tante storie che ti appaiono con cadenza e tempismo. Da vedere, grandi tutti gli attori ma soprattutto la Pandolfi e Mastrandrea. Da non perdere!
Il ritorno ad una storia corale di Virzì si può definire un successo e la sua spiccata capacità di introspezione soddisfa la necessità dello spettatore di conoscere e riconoscere i personaggi che incontra lungo la storia. Un bel film, non il suo masterpiece ma una buona occasione per andare al cinema ed applaudire un maestro.
In una Roma in cui non piove da circa tre anni, tensioni e malattie rendono sempre più difficile la convivenza tra le persone, nelle famiglie e nelle coppie. E scatenano la volontà di riscatto di personaggi diversi tra loro e ignari che il destino farà incrociare le loro vite: Antonio (Silvio Orlando), in prigione per aver ucciso la sua compagna in un raptus, non sogna più di uscire.
A Roma non piove da tre anni, dal letto del Tevere riemergono reperti archeologici. Non bastasse, c'è una epidemia, il virus veicolato dalle blatte. L'epidemia è l'errore blu commesso da Virzì e coautori del copione, un dramma meglio farlo ruotare attorno a un unico tema: a sto punto perché non aggiungere anche il rincaro di energia e materie prime e far filotto in funzione dibattito? Se il film in [...] Vai alla recensione »
Non piove da tre anni, il Tevere è asciutto e fa da perno a storie di ricchi e di poveri, di carcerati che per caso escono da Rebibbia, di tassisti che girano a vuoto (ma c'è sempre il cliente che ne approfitta per raccontare le sue disgrazie). Siccome le disgrazie non vengono mai sole, c'è anche una strana febbre, forse un'epidemia, che intasa il pronto soccorso dove sono sospesi turni e ferie.
Il cinema corale non è una novità per Paolo Virzì. Con il nuovo lavoro, però, si allontana completamente dall'impostazione di «Ferie d'agosto», per guardare a modelli altmaniani: un intreccio di storie i cui personaggi si sfiorano, le cui vite sembrano lontane ma progressivamente trovano un punto di contatto. Sono «short cuts» i racconti di «Siccità», filmati da un Virzì che cita apertamente Carver. [...] Vai alla recensione »
Arrivando alla fine di un'estate rovente, l'ecodramma apocalittico e satirico di Paolo Virzi sembra particolarmente tempestivo e urgente. Dopo tre anni di siccità, che ha completamente prosciugato il Tevere e che sembra rendere imminente l'interruzione della distribuzione di acqua pubblica, Roma ribolle come gli animi dei suoi abitanti, colpiti tra l'altro da un'epidemia misteriosa.
Giunto al quindicesimo lungometraggio nell'arco di ventotto anni (l'ultimo, il nient'affatto memorabile Notti magiche, risaliva a quattro anni fa), Paolo Virzì che di anni ne ha cinquantotto, ha tentato con Siccità (presentato Fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e ora in sala) un'operazione estremamente ambiziosa e rischiosa - ma l'azzardo non gli è riuscito.
La commedia corale, più o meno drammatica, è piuttosto difficile da maneggiare al cinema, soprattutto se rimanda a metafore sociali o esistenziali ampie, quelle apprezzate nei suoi esiti più ambiziosi e riusciti (Altman, Renoir). Non è un caso se la commedia all'italiana classica, di cui Paolo Virzì è giustamente ritenuto un titolato erede contemporaneo, l'ha maneggiata con parsimonia e attenzione: [...] Vai alla recensione »
Pensato durante il lockdown, "Siccità" di Paolo Virzì assume una valenza di straordinaria attualità alla luce dell'estate terribile di arsura, fuoco e carenza idrica. A Roma non piove da tre anni, e in questo scenario le vite dei personaggi del film si intrecciano nei modi più svariati, tra il paradosso e il dramma. C'è chi l'acqua la usa ancora per l'idromassaggio e chi non riesce a lavarsi, chi non [...] Vai alla recensione »
Per il suo nuovo film, che segna il suo ritorno (fuori concorso) alla Mostra del Cinema di Venezia (cinque anni dopo la co-produzione internazionale di Ella & John), Paolo Virzì sceglie la strada del film corale. Un esperimento insolito, per il regista livornese, così come d'altronde è insolito il tema scelto per questo Siccità, dal sapore vagamente distopico: quello di una Roma preda di una prolungata [...] Vai alla recensione »
Mancano poco meno di due settimane, e poi Roma zac!, chiude i rubinetti dell'acqua. La siccità che la travolge dura da più di un anno. La gente ha sete, e custodisce l'acqua ricevuta in dono dalla Valtellina come il Sacro Graal. La gente sviene, e probabilmente c'entrano gli insetti (in particolare gli scarafaggi, che abbondano tanto sul suolo pubblico quanto nei cessi privati).
Film corale e distopico: struttura narrativa ad altissimo rischio, nel la quale si incrociano numerose storie sullo sfondo di una catastrofe incombente. Merce rara, per il cinema italiano. A memoria, se ne possono citare due: Il Giudizio Universale di Vittorio De Sica (1961) e L'ingorgo di Luigi Comencini (1979). In quest'ultimo, la catastrofe un colossale assembramento di automobili sulla via Appia [...] Vai alla recensione »
I destini e le miserie di alcuni personaggi si intrecciano in una Roma assetata e assediata dalle blatte, dove non piove da tre anni e dove la penuria d'acqua, ma anche una misteriosa sonnolenza che sta colpendo molti cittadini, ha travolto abitudini personali e regole sociali. Con SiccitàPaolo Virzì firma un'ambiziosa commedia umana che diventa metafora dell'aridità umana, popolata da personaggi innocenti [...] Vai alla recensione »
Roma è in penuria d'acqua da tre anni e il fatto che sia la Capitale a soffrirne è una metafora dei mali morali che la affliggono. Con il Tevere apocalittico prosciugato, tra razionamenti e una pandemia da blatte che si diffonde, si batte il solito campionario spettrale di mamme anaffettive, esperti opinionisti, famiglie infelici. Un disastro ecologico che è figlio di quello morale.
Gli italiani dormono in piedi: non solo per modo di dire, ma letteralmente, a causa di una soporifera epidemia di mosca tse-tse, inopinatamente giunta alle nostre surriscaldate latitudini. Il film di Virzì gode di un tempismo non calcolabile in sede di stesura del soggetto - che il regista ha ideato insieme allo scrittore Paolo Giordano durante il primo lockdown - trovandosi in sala proprio a ridosso [...] Vai alla recensione »
Parlare di Siccità senza considerarne il contesto sarebbe un errore procedurale, se non del tutto metodologico. Il discorso, infatti, si "ridurrebbe" all'analisi di una distopia in salsa romana (già comunque premessa interessante, tipo The Road, Hillcoat 2009, ma co' 'na pajata), in cui la post-apocalissi è generata dalla mancanza delle piogge. E però va ricordato come i film, pur parlando anzitutto [...] Vai alla recensione »
L'apocalisse (romana) nel deserto. In città non piove da lungo tempo, il Tevere è secco e le abitudini delle persone sono cambiate. Uno studio televisivo, News24.it, diventa l'altra voce di Siccità, commedia amara tra COVID-19 e crisi ecologica nella quale Paolo Virzì si trova in affanno con un cinema corale che non è spregiudicato come quello di Notti magiche e non ha più la compiutezza nel raccontare [...] Vai alla recensione »
Sono tre giorni ma vogliono essere il paradigma di tre anni: quelli dell'immaginaria siccità che ha colpito Roma nella finzione scenica, prosciugando il letto di un Tevere da cui emergono ruspe, reperti archeologici e resti di giganti in bronzo, in una bella e surreale immagine di grandezza perduta. Ma anche quelli che fra il 2020 e il 2022, dalla pandemia alle secche del Po, hanno caratterizzato l'attualit [...] Vai alla recensione »
Mosaico di storie - in cui ogni tessera, irregolare, frastagliata, è la commessura per tutte le altre - composto meticolosamente sul letto prosciugato del Tevere; o altrimenti, usando la sponda musicale, concerto grosso, concerto barocco in cui alla coralità, alla sferzata degli archi o di qualche fiato vigoroso, corrisponde il ripiegamento dell'oboe, il largo movimento dello struggimento o della riflession [...] Vai alla recensione »
Fuori Concorso arriva "Siccità" a firma Paolo Virzì, dove in una Roma torrida e arida, con ormai l'acqua assente, alcuni personaggi cercano di sopravvivere, mentre esplode anche un'epidemia incontrollata. L'ambizione di Virzì è di guardare ad Altman descrivendo coralmente la volgarità di una società allo sfascio. Però l'esito non è confortante, virando più verso situazioni vanziniane, ma con l'istinto [...] Vai alla recensione »
Talvolta capita che il cinema anticipi la realtà. Il profeta è Paolo Virzì, che trova ispirazione nel recente ed epocale sconvolgimento pandemico per raccontare in modalità agrodolce un'altra "piaga" che nell'estate italiana, quando lui già aveva terminato di girare «Siccità», ha effettivamente aggiornato il catalogo del difficile equilibrio tra uomo e natura.
Paolo Virzì è da sempre un regista che respira l'attualità e si confronta con il presente, che non resta a lato della realtà come un privilegiato spettatore o un osservatore asettico. Nel suo cinema nazional-popolare nella più alta accezione del termine, quella gramsciana, il regista di Ovosodo e Tutta la vita davanti si è più volte confrontato con l'immaginario americano e le sue suggestioni, facendo [...] Vai alla recensione »
Sono aridi, ma non nel senso di quella martellante pubblicità su un tè freddo, tutti o quasi i personaggi di "Siccità", il film che Paolo Virzì ha portato fuori concorso qui al Lido. Il regista livornese è già al lavoro sul seguito di "Ferie d'agosto", per fortuna di nuovo scritto con lo storico collaboratore Francesco Bruni, ma intanto ecco, nell'Italia davvero arsa da una siccità che sembra non finire, [...] Vai alla recensione »
A Roma non piove da tre anni. La lunga siccità ha cambiato non solo la fisionomia della capitale rendendo il Tevere una lingua di sabbia lunga chilometri ma anche le abitudini dei cittadini, costretti a razionamenti e cambiamenti importanti nelle loro pratiche di vita quotidiana. In questa specie di apocalisse a piccole dosi sopravviene un'altra pericolosa pandemia, veicolata questa volta dalle blatte [...] Vai alla recensione »
Roma, futuro indicativo, presente prossimo. La città è al collasso, non piove da una vita, l'acqua è razionata, divieti ovunque, e tra qualche giorno è previsto lo switch off definitivo dell'erogazione pubblica. Il Tevere non esiste più e, con esso, si stanno prosciugando anche gli ultimi scampoli di coesistenza civile. Intanto le blatte si stanno facendo largo e una misteriosa epidemia inizia a mietere [...] Vai alla recensione »