Titolo originale | Le fil |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Daniel Auteuil |
Attori | Daniel Auteuil, Grégory Gadebois, Sidse Babett Knudsen, Alice Belaïdi, Suliane Brahim Gaëtan Roussel, Isabelle Candelier, Florence Janas, Jean-Noël Brouté, Laurent Bozzi, Nathalie Dodivers, Aurore Auteuil. |
Uscita | giovedì 19 settembre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,17 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 17 settembre 2024
Un uomo viene accusato di aver ucciso la moglie e un avvocato ha l'arduo compito di difenderlo in tribunale. La misura del dubbio è 63° in classifica al Box Office. mercoledì 29 gennaio ha incassato € 761,00 e registrato 86.324 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Jean Monier è un avvocato di lungo corso, ma scottato dall'esperienza con l'ultimo cliente che ha difeso. Dopo qualche anno di assenza dai tribunali, per fare un favore alla moglie-collega, si trova a rappresentare un padre di famiglia in stato di fermo e accusato di aver ucciso la consorte. Sarà l'inizio di un caso che durerà anni, arrivando fino al processo, e che vedrà Jean approfondire il legame con Nicolas, uomo mite che giura di essere innocente e di non aver mai voluto fare del male a sua moglie.
Tanto prolifico e apprezzato come volto attoriale, Daniel Auteuil è spesso meno riconosciuto nella sua carriera di regista, nonostante con Le fil arrivi al quinto film dietro la macchina da presa e lavorando sempre anche alle sceneggiature.
Sarà perché i primi tre erano così legati agli adattamenti della produzione teatrale di Marcel Pagnol, ma ora Auteuil cerca qualcosa di diverso; guarda infatti alla cronaca giudiziaria, traducendo per il grande schermo una delle storie vere pubblicate dall'avvocato Jean-Yves Moyart. Il cambiamento più forte è nello spostare l'ambientazione dal nord della Francia al sud che Auteuil conosce bene, essendoci cresciuto. Un sud atipico, tra le paludi e i tori della Camarga, attraverso cui il regista "si appropria" di questa storia che confina con il polar, tutta vissuta dal punto di vista dell'avvocato protagonista, e incentrata sul rapporto tra l'imputato e il suo rappresentante. Rapporto fatto di fiducia e confidenza, perfino di affetto, ma che può muoversi esclusivamente entro i limiti della sincerità reciproca. Da regista concreto e pragmatico nel ritagliarsi un ruolo ricco - di ascolto, reazione, oratoria - Auteuil sceglie poi un volto intrigante con cui dialogare: quello di Grégory Gadebois, prolifico caratterista bravo a incarnare la mite indecifrabilità di Nicolas. Il suo è il ruolo chiave in un'opera che fin dal titolo gioca con la percepita linearità della vicenda e con le aspettative del pubblico. La sfida è rendere particolare un caso che all'apparenza sembra generico, con l'orgoglio di uno stile certamente "vecchia scuola" e dotato di solida caparbietà.
Risultato raggiunto, che diventa ancor più interessante per come si posiziona in un'era di boom del genere "true crime" e soprattutto innestandosi in una rigogliosa tradizione francese della narrazione processuale. Un fenomeno che va ben al di là del cinema, e che per limitarsi al grande schermo ha prodotto negli ultimi anni titoli come Saint Omer, Anatomia di una caduta e Il processo Goldman. Se quei film facevano dell'aula di tribunale un campo di ricerca per l'eccezionalità più ambigua, Auteuil risponde con l'idea che è nella dimensione del normale che si trova l'oscurità più spaventosa.
LA MISURA DEL DUBBIO disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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€14,99 | – |
Daniel Auteuil interpreta la parte dell’avvocato Jean Monier, un uomo ormai stanco di combattere nelle aule di Tribunale avendo perso fiducia nella giustizia. Una sera durante una cena la sua compagna, anche lei avvocato, viene convocata dalla gendarmeria per la difesa d’ufficio di Nicolas, un uomo accusato dell’omicidio della moglie.
La pellicola diretta da Daniel Auteil, che torna dietro la macchina da presa dopo Sogno di una notte di mezza età (Amoureux de ma femme; 2018) nel quale duettava con Gérard Depardieu, affonda le proprie radici nella vicenda realmente accaduta all’avvocato Jean-Yves Moyart dando vita a un thriller compassato tanto quanto le parole e i movimenti dell’avvocato impersonato [...] Vai alla recensione »
Il grande Daniel Auteuil è il regista del film La misura del dubbio, ma anche l’attore principale dello stesso nei panni di un avvocato (Jean Monier) che, più che della mera difesa dell’imputato (innocente o colpevole) e conseguente retribuzione, è interessato, direi ammaliato, da quella entità sfuggente, spesso difficilmente definibile, in mancanza di una chiara [...] Vai alla recensione »
Bel film, si segue con piacere. Ha un finale sorprendente perchè malgrado gli indizzi accusatori siano inconsistenti e il movente poco chiaro l'imputato al termine del processo appare innoccente agli occhi del pubblico di sala ma anche dei giurati ma viene ugualmente condannato. La morale è quella di una giustizia umana fallace? Qualche aspetto della [...] Vai alla recensione »
Daniel Auteuil in una recente intervista ha detto di essere un attore passabile. No, è un grande attore e il meglio di se lo da nei silenzi e nei gesti quotidiani. Qui lo troviamo nei panni di un avvocato che crede fermamente nell'innocenza del suo cliente. Finale inquietante, perchè il dubbio è difficile da decifrare e la misura in tutta le cose è sempre complicata [...] Vai alla recensione »
Non era intenzione - presumo di Daniel Auteil, regista-protagonista - ma è un film da raccomandare a giustizialisti, a chi è nega i diritti dell'imputato e magari a certi giudici giudicanti. Non è questione di misurare il dubbio , come suona il titolo italiano oscuro e ingannevole. Il titolo originale, Le Fil, ovvero il filo, è molto più aderente alla.
Auteuil conosce il cinema esistenzialista di Resnais, Antonioni e altri e ce ne restituisce alcuni tratti in chiave più moderna, per esempio il percorso che ha valore indipendentemente dal raggiungimento della meta (il sentiero heideggeriano), il calarsi in una situazione (esserci) e il dare valore alle relazioni, oggi definito empatia. Belle anche il "guardare fuori", il cielo sopra [...] Vai alla recensione »
Jean Monier (Daniel Auteuil) è un avvocato di mezza età bruciato dalla vita sul campo: quindici anni prima ha fatto assolvere un assassino che, lasciato in libertà, ha continuato a uccidere: da allora non accetta più cause penali. Una sera dopo una giornata di lavoro, mentre si rilassa a casa con sua moglie Annie (Sidse Babett Knudsen), avvocato anche lei, per evitarle una stancante uscita notturna [...] Vai alla recensione »
Fece assolvere un assassino che una volta scagionato uccise ancora. Da allora, l'avvocato Monier (Auteuil) si occupa solo di cause civili. Ci ripensa quando incappa nel caso di un uomo (Gadebois) arrestato per l'omicidio della moglie alcolista. Non può essere stato lui, così pacato, e i cinque figli lo adorano. Quanto agli indizi in mano all'accusa, sono esili come un filo, la similitudine non è scelta [...] Vai alla recensione »
Gran bel film che appartiene, per chi ama seghettare il cinema in categorie, al genere legal thriller. Non si scazzottano e neppure si sparano. Si confrontano in tribunale. Premessa, e trauma: l'avvocato Monier da quindici anni ha deciso di rinunciare alla difesa dei casi penali. Da quando fece assolvere un imputato credendolo innocente. Non lo era, ricominciò a uccidere una volta libero.
Avrebbe rinunciato da anni a esercitare in campo penale, dopo aver fatto assolvere un imputato poi rivelatosi colpevole. Quando però il maturo avvocato Jean Monier s'imbatte nel caso di Nicolas Milik, accusato di aver ucciso a coltellate la moglie, cambia idea: credendo nell'innocenza di costui, accetta di difenderlo in corte d'assise. Al quinto impegno da regista, il valente attore francese Daniel [...] Vai alla recensione »
Legal drama su un caso di femminicidio. Vero o presunto, lo si scoprirà all'ultima scena. È cinema che parla e bene - di cronaca più che di attualità. Fitti i dialoghi. Ottima la sceneggiatura, soprattutto per chi ama vivere sul grande schermo le aule di tribunale e le schermaglie tra avvocati. Alla sbarra il giudice e chi ha tradotto il titolo. Peggio è difficile.
Un anno prima di Kafka a Teheran, episodi sull'assurdo e il nonsense degli uffici del potere iraniano, uscito in Italia nel '23 e motivo di confisca del passaporto e proibizione di girare, Asgari aveva diretto questa angosciante peripezia di ragazza madre: impiegata in lavanderia sta per ricevere la visita dei genitori ignari. A chi lasciare il pupo? Come cancellare le tracce? Ennesimo pedinamento [...] Vai alla recensione »
Gennaio 2020, primo giorno del processo a Nicolas Milik. La corte è pronta ad ascoltare avvocati e testimoni di una vicenda iniziata quasi tre anni prima a Mas-Thibert, Arles, in Francia. A Milik viene comunicato di essere in stato di fermo nel febbraio del 2017 mentre è a tavola che distribuisce un piatto di spaghetti alle tre figlie e ai due figli.
Sono stati in molti a Cannes, dove il film appariva nella sezione Special Screenings, a descrivere La misura del dubbio come un legal drama ben interpretato e correttamente messo in scena, ma vecchiotto. Come se Daniel Auteuil (qui anche regista e sceneggiatore) avesse avuto un attacco di nostalgia del cinema del tempo che fu. Le cose non stanno così.
Daniel Auteuil, il pubblico italiano è abituato a conoscerlo (e apprezzarlo) come interprete versatile, di un'eleganza sorniona e mai ostentata, sempre nel perimetro di un dramma e una commedia francesi intelligenti e non volgari. La notizia della sua doppia vita arriverà, forse, come un piccolo shock. Oltre la maschera di attore di successo c'è anche un'avviata carriera da regista: con La misura del [...] Vai alla recensione »
Dopo essere stato presentato in anteprima mondiale nella sezione Special Screenings del 77° Festival di Cannes, arriva nei cinema italiani dal 19 settembre con BiM Distribuzione, La misura del dubbio (tit. orig. Le fil) che ha segnato il ritorno dietro la macchina da presa di Daniel Auteuil, qui alla quinta regia a sei anni dal precedente Sogno di una notte di mezza età.
Nella notte. La misura del dubbio, quinto lungometraggio dell'attore francese Daniel Auteuil ha il respiro di un tardo polar che procede parallelamente a quello del cinema processuale. Il film, che adatta il romanzo Au guet-apens: chroniques de la justice pénale ordinaire del penalista Jean-Yves Moyart alias Maître Mô, vede lo stesso Auteuil interpretare l'avvocato Jean Monier che deve difendere un [...] Vai alla recensione »
Anatomia di una coltellata. L'avvocato Daniel Auteuil, qui anche regista e sceneggiatore insieme a Steven Mitz, dopo un traumatico errore giudiziario sfociato in una sorta di ossessione permanente, ha deciso di occuparsi solo di casi civili, i più ordinari possibile. Si convince però dell'innocenza di un uomo, interpretato da Grégory Gadebois, accusato di avere accoltellato a morte la moglie, e per [...] Vai alla recensione »
Nella notte. Le fil, quinto lungometraggio dell'attore francese Daniel Auteuil ha il clima di tardo polar che procede parallelamente a quello del cinema processuale. Il film, che adatta il romanzo Au guet-apenssids: chroniques de la justice pénale ordinaire del penalista Jean-Yves Moyart alias Maître Mô, vede lo stesso Auteuil interpretare l'avvocato Jean Monier che deve difendere un padre di famiglia, [...] Vai alla recensione »