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Ultimo aggiornamento lunedì 16 marzo 2015
Dopo Nemico Pubblico, il regista Michael Mann torna dietro la macchina da presa in questo film della Legendary Pictures. In Italia al Box Office Blackhat ha incassato 348 mila euro .
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venerdì 31 gennaio 2025 ore 21,00 su SKYCINEMAACTION
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CONSIGLIATO SÌ
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C'è un attacco informatico dietro al surriscaldamento che ha causato l'esplosione di una centrale nucleare nei pressi di Hong Kong. Alla stessa maniera c'è un attacco informatico quasi identico ai danni della borsa di Chicago che fa schizzare all'improvviso il prezzo della soia. Le autorità cinesi e americane, non senza una certa riluttanza, comprendono che è il caso di collaborare per fermare chiunque ci sia dietro questi due crimini. Il capitano Dawai, arrivato negli Stati Uniti, convince l'FBI a servirsi di Nick Hathaway, un criminale sui cui si sono basati i criminali e che sta scontando una lunga condanna in un penitenziario di massima sicurezza. Liberato ma controllato, sia a vista che elettronicamente, Hathaway spinge l'indagine così in là da essere costretto a proseguirla anche da solo per cercare di guadagnarsi la propria libertà.
Ci sono più vuoti che pieni nel nuovo film di Michael Mann, in sintonia con Miami Vice e Collateral, il regista questa volta gira un'opera metropolitana fino al midollo, che va a recuperare le città più città che ci sono in oriente, tra masse di persone, cartelli al neon, metropolitane, treni e le notti illuminate da ubique luci artificiali. Solo ad un certo punto si concede l'opposto, il contrasto naturalista dell'ampio respiro in spazi naturali aperti e ariosi (come in Miami Vice avveniva con la fuga in motoscafo). I vuoti del film sono quelli lasciati dall'autore, sempre meno interessato alle parti di racconto tradizionale, sempre meno disposto a soffermarsi sui doveri più elementari di un narratore. Benchè la trama di Blackhat sia chiara, ben spiegata e per quanto possibile in un film di finzione rigorosa riguardo la materia trattata (il cybercrimine), è evidente che non sta nell'intreccio il cuore del film.
I film di Michael Mann hanno sempre di più dei tempi unici: le parti utili a mandare avanti la storia si contraggono, si asciugano, diventano essenziali e occupano sempre meno spazio, al contrario si ampia il resto, dagli attimi di stasi, agli sguardi, alle panoramiche, fino ai momenti in cui i personaggi vivono a margine dell'azione (quando si svegliano e quando vanno a dormire, cosa si dicono mentre si spostano da un luogo all'altro in elicottero).
È evidente che Blackhat non è un film canonico, nonostante si fondi su un intreccio ostinatamente classico dal quale non intende fuggire, nonostante sia innamorato dei suoi poliziotti duri che con il linguaggio del corpo e degli sguardi dicono sempre altre cose (più sincere) rispetto alle parole che pronunciano. I suoi eroi belli di fronte al destino, che nelle poche scene di giorno indossano occhiali da sole e incedono con il passo sicuro delle figure epiche e mitologiche, somigliano agli dei fragili più che agli uomini comuni, diventano rappresentazioni polarizzate dell'etica e del rigore. Come nei migliori western e nel poliziesco francese non è il lato della barricata nel quale si trovano a definirli, chè i criminali sono uguali ai poliziotti e in questo caso più che mai usano i medesimi metodi. A definirli è la maniera in cui rimangono fedeli a se stessi e ai propri affetti.
È un cinema di una moralità incredibile che, appassionandosi ai vuoti della storia, dipinge un'infinita malinconia del vivere con il destino alla porta. Non concentrandosi sull'azione (che comunque non manca) ma su quello che c'è prima e dopo, il film è libero di scatenare il senso di perdita. Se c'è infatti una cosa che caratterizza Nick Hathaway, hacker con una condanna pendente, è l'impossibilità di vivere il suo tempo, di avere la donna che vuole o la vita che desidera, e questo destino di violenza e truffa, l'ingiustizia del subire i tempi della giustizia umana (Hathaway non è innocente, ha compiuto davvero i crimini per i quali è stato incarcerato) sembra segnare ogni passo che compie, ogni tentativo di risolvere il caso e magari fuggire.
Su questi presupposti di granito Mann lascia piangere le sue grandi metropoli in un digitale che non vuole inseguire la pellicola ma si bea della sua scarsa dinamica (la quantità di sfumature di ogni colore che il sensore cattura, quindi la sua profondità) e della sua estetica priva di luci di scena. Le panoramiche all'interno dell'architettura dell'hardware dei computer dell'inizio fanno il paio con le grandi scene di massa del finale (le moltitudini di persone, sono puntini come i blocchi dei circuiti). È un'iconografia della città moderna (e quindi della vita moderna, che si spiega meglio mostrando le notti piuttosto che i giorni) che lui stesso ha fondato con Collateral e continua a portare avanti attraverso i veri colori della notte (cioè quelli falsi dati dalle insegne, i lampioni, le torce...), una scelta in grado di lasciare a briglia sciolta il gusto metallico per i cromatismi freddi, una tavolozza che annuncia morte e che in Nemico pubblico era tenuta a freno per tutto il film, almeno fino all'omicidio finale.
BLACKHAT disponibile in DVD o BluRay |
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Un hacker tanto talentuoso quanto palestrato (il protagonista è l'astro nascente di Hollywood Chris Hemsworth), vive rinchiuso in galera. Viene liberato per indagare su un misterioso attentato ad una centrale nucleare, commesso da innominati responsabili. Da una trama non esattamente originalissima si sviluppa un film semplice, ma ben fatto.
Se non si esce dopo il primo tempo è solo perché si spera che migliori nel secondo ma non accade, anzi. Tutta la trama non regge, chi sa usare bene il PC sa benissimo che un file autoeseguibile su una chiavetta USB viene normalmente bloccato sui PC di casa, figuriamoci per quelli di una centrale atomica o Wall Street, ma questo se fosse un film di azione fatto come si deve ci potrebbe anche stare. Vai alla recensione »
Michael Mann torna dopo sei anni d’assenza (Nemico Pubblico, 2009) e lo fa in maniera prepotente, firmando un thriller cibernetico di pregevole fattura. La storia è intensa, nonostante alcuni (voluti) buchi di sceneggiatura che non pregiudicano la narrazione, anzi, la esaltano, contribuendo ad accrescere l’interesse dello spettatore.
Nel cinema di Michael Mann sono spesso protagonisti uomini in fuga dal loro passato, con una vita violenta e travagliata, sempre alla ricerca di un cambiamento che possa redimerli (dal personaggio di James Caan in 'Strade violente', da quello di De Niro in 'Heat', passando anche per il John Dillinger di 'Nemico pubblico'). Non fa eccezione questa sua ultima fatica.
Mann si serve del cyber-thriller per parlare ancora una volta dello sviluppo dei rapporti umani in un contesto estremo,dove le scelte e il caso fanno sempre la differenza,così come la nascita di un amore "impossibile".Non siamo a livello dei precedenti capolavori,di certo il discorso del crimine informatico poteva essere approfondito meglio come pure i vari personaggi di contorno,ma [...] Vai alla recensione »
Una serie di attacchi hacker che avvengono a Hong Kong e Chicago portano le autorità americane e cinesi a collaborare tra loro. La squadra si avvarrà della collaborazione di un abile truffatore da anni in galera. Sicuramente Mann realizza un'opera di grandissima attualità e che sta incrinando i già non floridi rapporti Cina-Usa.
Rilasciato allo scopo di collaborare ad un'operazione di intelligence cino-americana per la cattura di un pericoloso criminale informatico responsabile del sabotaggio di una centrale nucleare cinese, il prestante ed abile hacker Nicholas Hathaway dovrà fronteggiare tanto le insidie di una tecnologia invasiva e globalizzata quanto i più immediati pericoli di una task force [...] Vai alla recensione »
Un film debole che, seppur con qualche soluzione visiva interessante e situazioni molto vicine alla realtà dello spionaggio informatico, sarebbe risultato più efficace con una scrittura più incisiva e un montaggio meno dilungato. Il classico problema di molte produzioni; un film che dovrebbe durarti un'ora e mezza te ne dura due. Un vero peccato, pensando a pellicole come Heat-La Sfida e Collateral, [...] Vai alla recensione »
Cosa direste di un film sul calcio in cui un giocatore prende palla in difesa, ne scarta 10 e segna, per 5 volte di fila in finale di Champions League? In cui l'arbitro dà rigore per un fallo a centrocampo, la partita dura 70 minuti, in cui giocano in 12 e uno degli attaccanti indossa la numero 1? Che è una cavolata totalmente inaccurata, in altre parole un pessimo film.
Pensare che siano possibili cose del genere utilizzando piattaforme virtuali è allucinante. Non male come idea. Film diretto ed interpretato bene,anche se è facile perdersi nella trama intrecciata, soprattutto per uno come me che la cosa più difficile che sa fare al pc è ctrl-alt-canc. Una delle sue pecche è la durata che in alcuni momenti e dialoghi finisce per annoiare. [...] Vai alla recensione »
nonostante il flop ai botteghini costato 70 milioni di dollari incassati 17,a me è sembrato un filmone,il regista è con gli attributi,ad un certo punto ho pensato nettamente a the heat-la sfida,per velocità di esecuzione e mai vuoti nel film,la storia può reggere ed è basata sul malware creato dagli usa e israeliani per bloccare le centrali nucleari in iran,avrei forse preferito attori diversi per [...] Vai alla recensione »
Peccato! Film interessante come montaggio e fotografia, buone le musiche e l'interpretazione del Biondo (che si ri-conferma un bravo attore). Tuttavia sciupato da una sceneggiatura banale (vedi sotto). (SPOILER) l'hacker cattivone agiva solo per la pecunia, e pertanto aveva tutto l'interesse a nascondersi il piu' possibile per attuare il suo piano.
Ennesimo capolavoro di Michael Mann, la recensione di Niola e' perfetta e spiega benissimo la grande edtica che delinea gli antieroi nel cinema di Mann e il rigore che permea visivamente ogni inquadratura. In questo film in particolar modo Mann compie un ulteriore salto in avanti addentrandosi nel mondo del cyber terrorismo ma regalandoci un'altra stupenda vicenda di romanticisimo sfrenato e vendetta [...] Vai alla recensione »
Un bel film . Molto ben fatto . Un film in cui la mano del regista sovrasta tutto e tutti . Gli attori sono bravi ma una volta tanto non sono la parte preminente . Quello che conta è la conduzione che porta lo spettatore ad una continua tensione e ne accresce l'attenzione . Michael Mann dimostra , ancora una volta , di essere un fuoriclasse e di dimostrarsi modernissimo e totalmente [...] Vai alla recensione »
premessa:scrivo questa recensione senza ancora aver visto il film ma siccome michael mann e' il mio regista preferito di action thriller vado a scatola chiusa. 4 suoi film heat la sfida, collateral,miami vice,e insider sono nella lista dei miei dieci film preferiti di genere action degli ultimi 20 anni.per me e' il piu grande in assoluto perche ha uno stile pazzesco ed e un piacere per gli [...] Vai alla recensione »
Motto bello , sembrava troppo tecnico all'inizio poo è filato via , pieno di azione per trascorrere una domenica adrenalinica. Belle inquadrature tra Hong Kong e jacarta. Super consigliato
Finalmente un rritorno alle origini da parte di Mann,con una trama attualizzata in modo tale d'esser proiettati nel cybercrime (legato anche al crimine finanziario) totalmente!!!
ero scettica all'inizio, troppo lento e poco comprensibile però poi mi ha appassionato, mi ha catturato con i suoi ritmi più coinvolgenti, le sue ambientazioni, le sue inquadrature molto suggestive, i suoi personaggi molto convincenti, la sua trama mi ha convinto forse i dialoghi meno ma in un film così contano più le espressioni, i gesti, le azioni.
Premetto che M Mann è uno dei miei registi preferiti, ho adorato tutti i suoi film fino a Nemico Pubblico che l ho trovato lontano dai sui standar cinematografici. In Blackhat il paesaggio urbano notturno torna protagonista e le seguenze girate in digitale, ormai suo marchio di fabbrica, sono veramente coinvolgenti e ben fatte. La trama è lineare senza grossi colpi di scena .
HO VOLUTO RIVEDERE IL FILM..ANTONY MANN HA UNA MAGIA NEL DIRIGERE..IL FILM NON E'PERFETTO..PERO'IL FILM E'PROPRIO CYBER..FOTOGRAFIA..MUSICA..INQUADRATURE..UN PO'DI POESIA...NON SUPERLATIVO..MA BUONO
Troppe falle nella narrazione, troppe risposte vaghe ed elusive agli interrogativi dello spettatore. La credibilità della storia ne risulta fortemente compromessa nonostante un montaggio e una costruzione delle scene che a tratti sarebbero avvincenti. L'impressione è quella di un film che potrebbe essere piacevole ma che purtroppo non si regge in piedi e diventa inaccettabile. Pessimo
Sempre da vedere ANTONY MANN..non il film migliore ma che vale la visione..la fotografia..le inquadrature..la musica editata in ogni sequenza...un film da vedere 2-3 volte perche'lo si a prezzi...fine malinconica ma stupenda..sempre da vedere!
La sinossi non rende giustizia al film che non è affatto male. Diverso dai soliti film. Lui distrae, ma a parte qualche sbavatura, tiene bene. Anche nel finale, dove c'era la possibilità che divenisse scontato.
Mi è piaciuto, peccato per il finale che lascia un pò a desiderare.
bella trama , film fatto bene , il regista da sempre un tocco particolare!!!
Dopo un buon primo tempo, avvicente ed interessante, Black Hat scema in una pellicola di serie B. Stranamente nel secondo tempo anche la pellicola, la recitazione e la trama decadono pesantemente. Che avessero finito il budget troppo presto?
il film è godibile ma bisogna fare attenzione per non perdersi ,da vedere una volta il dvd è sprecato .gli attori bravi .
Trama interessante, ma girato male. Attori stereotipati alla b-movie. Lungo e con un finale che chiude il cerchio della delusione. Mi sembra una marchetta al mercato cinese. Ha poco a che vedee con i film precedenti del regista.
Film inferiore alle aspettative, manca qualcosa, mann inizia a perdere colpi? speriamo di no
Il materico e l'invisibile, l'infinitamente grande e l'altrettanto piccolo: tutto si scompone, si sovrappone, si dà battaglia. Siamo numeri, tutto è numero: ne sono pieni gli schermi che dominano la vita, gli algoritmi che governano le centrali atomiche, i flussi della Borsa, il denaro e il Potere. A 6 anni da "Public enemies", da qualsiasi parte si prenda il nuovo film di Michael Mann, maltrattato [...] Vai alla recensione »
Michael Mann è più amato nel vecchio che nel nuovo continente. Basti vedere l'accoglienza freddina riservata oltreoceano a Blackhat, thriller cibernetico che, pur non essendo all'altezza di Insider o Collateral, porta il segno del suo stile. A partire dal formidabile incipit che coreografa all'interno di un cervello elettronico, in guisa di astratta scena d'azione, un attacco informatico al sistema [...] Vai alla recensione »
Blackhat è uno dei termini con cui si indicano coloro che violano la sicurezza informatica per tornaconto personale o per far danni. Il film comincia con due episodi clamorosi: un grave incidente nucleare provocato dalla pirateria informatica alla centrale cinese di Chai Wan e un episodio di hackeraggio sui mercati finanziari che, alla Borsa di Chicago, fa volare alle stelle il prezzo della soia.
Una centrale nucleare violata porta alla pista di pericolosi hacker criminali. A scoprirlo è subito il capitano Dawai che per risolvere il caso esige il permesso d'uscita di prigione dell'amico e collega geniale Nick Hathaway, uno dei migliori blackhat in circolazione, ovvero "hacker immorale", al fresco per immensi crimini informatico-istituzionali.
Trent'anni questo fumetto ipertecnologico sarebbe stato perlètto per Stallone o Schwarzenegger. Tocca invece al marcantonio australiano Chris Hemsworth arginare un fragoroso attacco informatico che vale oro. Anche al botteghino. Un giocattolone con passaporto valido per mezzo mondo e un linguaggio per specialisti che farebbe venire il mal ditesta a Bìll Gates. Da Il Giornale, 12 marzo 2015