Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Tim Fehlbaum |
Attori | John Magaro, Georgina Rich, Ben Chaplin, Leonie Benesch, Corey Johnson Robert Porter Templeton, Jeff Book, Solomon Mousley. |
Uscita | giovedì 13 febbraio 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Eagle Pictures |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 17 gennaio 2025
Il racconto della copertura mediatica in diretta degli eventi che videro gli atleti israeliani presi in ostaggio durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes, 2 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a Spirit Awards, Al Box Office Usa September 5 - La diretta che cambiò la storia ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 1,7 milioni di dollari e 154 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Il 5 settembre 1972, durante le Olimpiadi di Monaco, un commando di militanti palestinesi assalta gli appartamenti della delegazione israeliana uccidendo due persone e prendendone in ostaggio nove. La tv americana ABC, all'epoca prima emittente a trasmettere in diretta l'intero evento sportivo, si ritrova a raccontare la tragedia in diretta, ovviando ai problemi di comunicazione e di reperimento di notizie e immagini. Il giovane produttore Geoff, il dirigente televisivo Roone Arldge, l'interprete tedesca Marianne e gli altri colleghi trasformeranno la tragedia in evento mediatico. E cambieranno la storia.
Un film televisivo sul potere della televisione: come già The Eichmann Show - Il processo del secolo, anche September 5 osserva la storia dalla cabina di regia, sancendo l'unione tra testimonianza, giornalismo e spettacolo.
L'azione terroristica di Settembre nero è da sempre parte dell'immaginario collettivo per molti motivi, tutti a loro modo affrontati in modo rapido ma esauriente dal film: il risultato nefasto della scelta di non militarizzare le Olimpiadi per dare della Germania un'immagine diversa da quella imposta dal ricordo della guerra; lo shock di vedere altri ebrei innocenti morire sul suolo tedesco; la rivelazione al mondo della gravità del conflitto mediorientale e la disperazione disposta tutto della causa palestinese. Da ultimo, la visione in diretta dell'evento e la creazione di immagini diventate celeberrime, a cominciare da quella del terrorista col passamontagna che si sporge da un balcone... La storia veniva fatta in quel momento, e per la prima volta la gente da casa (900 milioni di persone, dice la didascalia finale del film) poteva vederla. September 5, dopo aver offerto il contesto storico e ambientale delle Olimpiadi (il re di quell'edizione, il nuotatore americano Mark Spitz era ebreo; una delle future vittime, David Berger, era stato intervistato a Dachau; nella redazione dell'ABC molti avevano origini ebraiche; il popolo tedesco aveva come principale preoccupazione quello di lasciarsi il passato alle spalle...), mostra non tanto le istantanee dell'attentato, ma la loro fabbricazione: è uno sguardo dall'altra parte dello schermo, dentro le stanze dove produttori, registi, giornalisti, tecnici e interpreti per una notte e un giorno lavorarono duramente per raccontare il presente e preparare inconsapevolmente il futuro.
Lasciando gli eventi fuoricampo, il regista americano Tim Fehlbaum e lo sceneggiatore tedesco Moritz Binder si concentrano sul ruolo dei singoli responsabili dell'emittente americana, dal produttore che contratta spazi per la messa in onda al direttore che cerca la conferma delle notizie, dal produttore esecutivo che stabilisce quali immagini mandare in onda ai tanti impiegati che fanno la spola tra l'evento e la redazione: gli anni sono ancora quelli dell'analogico, e il film insiste proprio sulla materialità delle immagini, sulla fatica per spostare una telecamera, sul lavoro di sviluppo della pellicola, sulla creazione delle didascalie e delle grafiche... Gli studi della ABC diventano una trincea e il racconto si fa serratissimo, con l'unico difetto di lavorare fin troppo di ellissi nei tempi narrativi (e ovviamente il pregio di avere interpreti straordinari: John Magaro, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Leonie Benesch). Per il resto, il racconto riesce a dare di ogni personaggio un ritratto rapido ed esauriente, come nella migliore tradizione del cinema televisivo americano, riprendendo i tipici passaggi del genere giornalistico (la necessità di confermare le notizie, il dovere della testimonianza di fronte alle esigenze dello spettacolo, il dilemma morale della morte in diretta) e mostrando implicitamente come la tv ha finito per condizionare la nostra percezione del reale, un po' per dovere di cronaca e un po' per compiacere gli sponsor...