Anno | 2024 |
Genere | Horror, Fantasy, |
Produzione | USA |
Durata | 132 minuti |
Al cinema | 68 sale cinematografiche |
Regia di | Robert Eggers |
Attori | Aaron Taylor-Johnson, Bill Skarsgård, Nicholas Hoult, Lily-Rose Depp, Emma Corrin Willem Dafoe, Simon McBurney, Ralph Ineson, Stacy Thunes, Paul A Maynard, Roman Bloodworth. |
Uscita | mercoledì 1 gennaio 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,25 su 21 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 27 dicembre 2024
Un remake di Nosferatu di Murnau del 1922. Il film ha ottenuto 4 candidature a Premi Oscar, 5 candidature a BAFTA, Il film è stato premiato a National Board, 4 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a CDG Awards, 1 candidatura a NSFC Awards, Nosferatu è 10° in classifica al Box Office. mercoledì 29 gennaio ha incassato € 15.284,00 e registrato 631.021 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
|
In Germania, a Wisborg, nel 1838, Thomas Hutter, novello sposo della bellissima Ellen, viene inviato dall'agenzia immobiliare per cui lavora, in una remota residenza dei Carpazi. Appena arrivato nella regione è tormentato da incubi e assiste a barbariche pratiche locali, inoltre a portarlo nel castello del conte Orlock arriva una carrozza misteriosamente senza cocchiere. Il conte pretende che lui firmi un contratto in una lingua antica e incomprensibile. Solo troppo tardi Hutter ne scopre la natura di non-morto ma, incapace di contrastarlo, si rifugia nella propria camera. Quando la creatura lascia il maniero per la città, per avvicinarsi a Ellen dalla quale è ossessionato già dall'adolescenza di lei, Hutter rischierà la vita pur di fuggire. Nel mentre Orlock ha scatenato una pestilenza a Wisborg, che gli permette di agire indisturbato. Darà a Ellen tre giorni di tempo per cedere alla sua mortale corte.
Remake dell'omonimo capolavoro di Murnau del 1922, Nosferatu - già rifatto da Herzog avvicinandolo però al romanticismo del Dracula di Stoker - il film di Eggers torna alla variante più animalesca del vampiro, rileggendone il mito in una chiava sottilmente femminista.
A prima vista potrebbe sembrare che Ellen sia la causa stessa dell'arrivo della mortifera presenza in città perché, come vediamo nel prologo e come poi viene ribadito dallo stesso Nosferatu, è stato il suo desiderio a risvegliare il non-morto e attirarlo a Wisburg. D'altra parte quel desiderio non è che il riemergere di una repressione sociale, di qualcosa che viene costantemente negato e punito. Persino quando Ellen manifesta evidenti problemi il dottor Sievers, che pure è un personaggio con diversi tratti positivi, non può esimersi dal consigliare un corsetto più stretto. Quella che può allora sembrare un contraddizione inconciliabile tra la natura di sirena e di santa di Ellen, è in realtà lo specchio di una femminilità in sé positiva e potente, tanto da sconfiggere il mostro, ma afflitta dalla condizione che la società impone. Del resto il tema era questo anche nel film d'esordio di Eggers, The Witch: anche se là il finale andava in una direzione diversa, la scaturigine di un pericolo femmineo era nella condizione femminile.
Servissero altri esempi basterebbe dire che se pur Ellen aveva sognato il vampiro durante la pubertà, entrando in contatto con lui, quegli incubi erano poi tornati sotto controllo e il pericolo ritorna solo quando suo marito decide di ignorarla e lasciarla a casa - va detto che è un uomo affettuoso e lo farà controvoglia, a sua volta vittima di condizioni sociali che cerca di migliorare. C'è poi anche una prospettiva formale molto chiara nel film: il desiderio è invincibile quando confinato nell'ombra, nella notte, quando dunque viene costretto in una sfera repressa, mentre è solo accettandolo e portandolo alla luce che cessa di essere un pericolo. Una lettura che viene rinforzata dal personaggio di Willem Dafoe, corrispettivo del Van Helsing di Bram Stoker ma piegato verso un esoterismo più visionario. Questi dice a Ellen che in altri tempi sarebbe stata una sacerdotessa di Iside, una figura venerabile per le sue doti spirituali e non obbligata a restare a casa a figliare.
Formalmente la rilettura di Eggers è impeccabile, riprende il formato dell'immagine dell'originale di Murnau e predilige inquadrature frontali, con sguardo in macchina, che a volte infrange con irruenti stacchi e altre volte invece anima con elaborati movimenti. Continua il sodalizio con il direttore della fotografia Jarin Blaschke, che lavora sulle ombre e su immagini desaturate, cineree e ammalianti, e come in The Northman Eggers si affianca al giovane compositore Robin Carolan, che firma una colonna sonora irruenta come quelle del cinema muto. Una confezione perfetta e artisticamente coerente anche per i costumi e le ricche scenografie, abitata da attori di rara intensità: da una parte Lily-Rose Depp che per certi incredibili movimenti è stata guidata da una coreografa della danza Butoh giapponese, dall'altra Bill Skarsgård ancora una volta irriconoscibile nella sua trasformazione - che per altro si stacca dal modello di Dracula e pure dai precedenti Nosferatu: non ha denti sporgenti, né incisivi né canini, ed è invece un cadavere indurito con ferite scoperte ma ancora con i baffi. Dafoe interpreta poi con il solito contagioso entusiasmo un personaggio, come si diceva, diverso dai precedenti Van Helsing, tanto che il suo nome non è Bulwer come nell'originale di Murnau, bensì Albin Eberhart von Franz in un doppio omaggio: ad Albin Grau, produttore e scenografo del film originale e alla psicologa junghiana Marie-Louise von Franz, che lavorò sugli archetipi della fiaba e fu affascinata dall'alchimia.
Tutto è senza sbavature, con il solo limite di una durata dilatata, a fronte invece della sintesi dell'originale, e con poche sorprese: tolta la novità del prologo, il film è esattamente quel che ci si aspetta se si conosce il cinema di Eggers.
Se il Nosferatu di Murnau era avanguardia espressionista e quello di Herzog gotico romanticismo, il vampiro di Eggers è un vampiro post-moderno e pornografico, del quale il regista mostra senza vergogna la condizione di immortale non-morto infelice. Eggers mostra tutto, mostra il marcio, le piaghe, la nudità, il pene del vampiro.
NOSFERATU (R.Eggers, 2024) ** Quando l'agente immobiliare Thomas Hutter (N.Hoult) viene incaricato dal languido titolare Herr Knock (S.McBurney) di recarsi sui monti Carpazi per concludere la vendita di un fatiscente maniero al lugubre conte Orlok (B.Skarsgaard), la giovane moglie dell'imprenditore, Ellen (L.R. Depp), inizia ad essere perseguitata nei sogni dall'ombra del vampiro che, bramoso [...] Vai alla recensione »
Questo film del regista Robert Eggers è il remake del "Nosferatu - il principe della notte" uscito nel 1979 diretto dal regista Werner Herzog. Difatti la trama in generale, lo svolgimento della narrazione e il finale sono praticamente identici, fatta eccezione per qualche variazione di alcuni particolari. Inutile soffermarmi a fare paragoni con la celebre pellicola di Herzog: il fascino [...] Vai alla recensione »
Robert Eggers firma la sua quarta pellicola sempre a tinte horror, rivisitando un classico del cinema del secolo scorso, che seppe rappresentare la pietra angolare delle pellicole di genere, dando il via a tutta l’agiografia su celluloide del principe delle tenebre, che da Bela Lugosi fino a Christopher Lee, ha accompagnato le paure del pubblico di almeno quattro generazioni e rifacendosi [...] Vai alla recensione »
Il terzo film sul secondo vampiro più famoso del cinema dopo Dracula(anche se a tutti gli effetti ne sarebbe un surrogato pur essendo stato rappresentato "per primo")presenta ottime premesse ma a conti fatti funziona più sulla carta:Eggers(anche co-produttore e co-sceneggiatore)per me ci ha azzeccato con "The Witch mentre i successivi film non mi hanno convinto quindi [...] Vai alla recensione »
Il Nosferatu di Robert Eggers si apre con una profezia e si chiude in un abbraccio.Sporcizia, vento, terra e budella? il film evoca una sensazione che si annida nel ventre della terra, sospesa tra superstizione e realt?. Questo ? il sapore del nuovo Nosferatu.Oltre al richiamo evidente al classico di Murnau, si percepisce una forte connessione con L'Esorcista di Friedkin, in particolare nel tumultuoso [...] Vai alla recensione »
Finalmente, dopo anni di attesa, ? arrivato in sala NOSFERATU di Robert Eggers. Tale remake ? molto probabilmente quello che ha fatto pi? suo in tutta la sua filmografia, dato che l?opera originale ? stato uno dei motivi principali per iniziare la sua carriera registica.1838, Germania. Ellen Hutter, con un passato tormentato da incubi e convulsioni di origine oscura, vedr? suo marito Thomas partire [...] Vai alla recensione »
Gran bel film , ottime interpretazioni ( forse la meno brava di tutti è proprio la protagonista), grande fotografia. Rimane. Da vedere !
Un ricco affresco di una storia nota, narrata con una ricerca continua di suggestioni estetiche. Notevole la performance di Lily Rose Depp che regala vibrazioni interessanti. Ogni fotogramma è un dipinto. Un vero capolavoro di fotografia. Buona interpretazione degli attori che fanno del loro meglio per suggerire le atmosfere richieste nel film, ma sembrano dominati da una conduzione registica [...] Vai alla recensione »
Eggers ha realizzato una favola gotica che riprende e omaggia Murnau, mostrando profondo rispetto. Il film non ha niente a che vedere col Dracula di Bram Stoker. Ci sono similitudini, ma si vede chiaramente come il film voglia omaggiare l'opera di Murnau. A me è sembrato un film perfetto, con ogni cosa al suo posto, dove non riesco davvero a individuare una mancanza.
Il vampiro proletario ritrova la sua anima gemella. Buon film, ottima fotografia, oltre due ore che volano via in un batter d'occhio. Deluso un po' dal vampiro, lo preferivo più elegante.
Ottima fotografia e location più che fedele compresi i tratti distintivi del nobile Transilvano tipico del periodo.Buona prova degli attori ma mancano riferimenti sulle origini e sulla storia del vampiro come fece Coppola e soprattutto dialoghi banali e sbrigativi che rovinano il buon lavoro fatto nello sforzo di dare la giusta atmosfera di cupa e solenne oscurità gotica.
Fotografia, location superbe... buona prova degli attori, fedele ricostruzione delle fattezze del conte Orlok in base al romanzo originale. Cosa mi ha deluso? Personaggio interpretato da Dafoe da centralizzare di pi? e prima...mancano accenni sulla storia della nascita del vampiro cos? come fece Coppola anche se il suo film eccede forse in " romanticismo".
Fotografia, location superbe... buona prova degli attori, fedele ricostruzione delle fattezze del conte Orlok in base al romanzo originale. Cosa mi ha deluso? Personaggio interpretato da Dafoe da centralizzare di pi? e prima...mancano accenni sulla storia della nascita del vampiro cos? come fece Coppola anche se il suo film eccede forse in " romanticismo".
Ho trovato molto belli i costumi la fotografia è le location, ma il film è molto lento, a tal punto da sbadigliare ripetutamente ed ho visto lo spettacolo delle 17.30, e prevedibile. Il regista si è molto impegnato nel cercare di rendere il film diverso, ed in alcuni tratti ci è quasi riuscito, dai precedenti ma il personaggio principale è risultato molto debole ed [...] Vai alla recensione »
Un film impeccabile sotto tutti i punti di vista. Eggers, nonostante la giovane età, è già un punto di riferimento per il cinema mondiale. In mezzo al mare di sporcizia che negli ultimi anni ci presenta Hollywood, Eggers si riconferma uno dei pochi salvagente che abbiamo a disposizione per non far morire l'arte e l'intelligenza umana.
Amo i film sui vampiri e credo di averli visti quasi utti per cui mi ritengo un esperto della materia (almeno nel buio della mia cameretta). Sicuramente il film è ben fatto: l'atmosfera è cupa quanto basta e Nosferatu è reso in maniera abbastanza spaventosa, non tanto nell'interpretazione ma di sicuro nel "condimento"(bella la rivelazione del suo corpo), Il [...] Vai alla recensione »
Primo film di Egger che vedo e forse non il suo migliore. Spesso le opere più inseguite dagli artisti sono quelle che alla fin dei conti sono quelle meno riuscite. Sara questo il caso?Non lo so, di certo questo Nosferatu non è brutto, anzi è bello. Ha molte aspetti degni di nota, sopratutto sulreparto tecnico si vede la mano dell'artista.
Primo film di Egger che vedo e forse non il suo migliore. Spesso le opere più inseguite dagli artisti sono quelle che alla fin dei conti sono quelle meno riuscite. Sara questo il caso? Non lo so, di certo questo Nosferatu non è brutto, anzi è bello. Ha molte aspetti degni di nota, sopratutto sulreparto tecnico si vede la mano dell'artista.
Prima appare come “Nosferatu il vampiro”, film muto diretto nel 1922 da Friedrich Wilhelm Murnau, poi prende le sembianze di Klaus Kinski nel 1979 in “Nosferatu, il principe della notte” di Werner Herzog e, da ultimo, Il Mai-Morto manifesta al pubblico nel 2024 il suo strascico di incubi nel “Nosferatu” di Robert Eggers.
Una fotografia tra un vittoriano scopiazzato e computer grafic che sa di videogioco di inizio millennio. Citazionismo telefonato (ombra della manona sulla città, spaccati paraespressionistici, gente che guarda in camera nei dialoghi). E il protagonista scemo come un cavallo: si va vincolare da contratti palesemente viziati e si fa convincere a inchiodare un vampiro nella bara.
Una fotografia tra un vittoriano scopiazzato e computer graphic che sa di videogioco di inizio millennio. Citazionismo telefonato (ombra della manona sulla città, spaccati paraespressionistici, gente che guarda in camera nei dialoghi). E il protagonista scemo come un cavallo: si va vincolare da contratti palesemente viziati e si fa convincere a inchiodare un vampiro nella bara.
storia nota, cerchiamo almeno di aggiornarla ... invece no. Dialoghi a tratti imbarazzanti
Ben lontano da capolavori come The Witch e Lighthouse. La sensazione ? quella di una scrittura povera e con poca anima.La fotografia sempre brillante, che lascia ampio spazio ai paesaggi che propone.La trama sembra far fatica a svilupparsi nello scorrere del film e l?interpretazione della Depp l?ho trovata a tratti banale, a tratti discreta. I legami, i rapporti, i ?perch?? non trovano spazio.
La noia con la N maiuscola, un remake che non convince ne nel pathos, ne nelle scenografie; un film che non riesce mai a decollare in quanto riprende un dej? v? trito e ritrito senza la forza di una interpretazione di un Gary Oldman o di un Keanu Reeves. Molto lontani i tempi di The northman o soprattutto di Lighthouse. Un clamoroso passo indietro e un'occasione sprecata.
Film mediocre , con chiari spunti da altri film meglio riusciti Velato femminismo di fondo .
Bella la fotografia ma il resto non vale la pena. Troppo lungo inutilmente
È un film che non mi è piaciuto né apprezzo solo il finale a suo modo nuovo e credibile per il resto è un film che a tratti nemmeno capisco, vuole far paura ma utilizza lo schifo per far paura, e sconclusionato, in certi punti mi sembra quasi che manchi di trama, pessimo film, non lo consiglio a nessuno o se volete vederlo non vedetevi il Nosteratu di Herzog, il film del [...] Vai alla recensione »
Eggers, diligente, sembra svolgere un compito in classe di regìa riportando sul grande schermo un classico, con l'aggiunta di una buona dose di enfasi ad uso del grande pubblico. Il vampiro, elegante nella forma e inquietante nel contenuto, si palesa come riesumazione del celeberrimo «Dracula» di Bram Stoker, ad uso memorabilia. Radicandosi nell'iconografia più diffusa, rivitalizza contrasti e geometrie [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Robert Eggers va oltre la narrazione e punta alla creazione di interi mondi immersivi. Anche questo remake del film muto del 1922 di Murnau, non fa eccezione. C'è qualcosa nella macabra sensualità e nell'oscurità crepuscolare di questa rivisitazione della leggenda dei vampiri che lascia un segno nel pubblico. Non è tanto un'esperienza visiva quanto qualcosa che inquieta.
Il filmone per cui litigare duro. Con quei cinefili ormai votati alla nostalgia. «Ah, Murnau, Herzog, Coppola! Quello era cinema!». Pure questo. Quale l'accusa mossa dai passatisti a Eggers? Aver fatto un film tutto forma e niente sostanza. Falso. La ciccia c'è eccome. Si parla della forza dirompente del desiderio sessuale. «I am your appetite», e via tutto il romanticismo.
Partiamo da una prima banale domanda: si sentiva il bisogno di un ulteriore remake di Nosferatu dopo due capolavori, quello di Friedrich Wilhelm Murnau (1922, ad ormai più di un secolo di distanza, interpretato da Max Schreck) e il più recente, quello di Werner Herzog (1979), senza dimenticare il non certo disprezzabile Dracula di Bram Stoker, diretto e prodotto nel 1992 da Francis Ford Coppola? E [...] Vai alla recensione »
Come prima cosa viene da domandarsi se c'era effettivamente bisogno, oggi, di un nuovo Nosferatu, considerando i livelli di eccellenza raggiunti dal film di Murnau (1922) e da quello di Herzog (1979). La risposta naturalmente è negativa ma, come giustamente sottolinea anche Carlo Valeri nella sua recensione su Sentieri selvaggi, è un ragionamento che si potrebbe applicare benissimo a buona parte della [...] Vai alla recensione »
Al pari di un Icaro contemporaneo, il buon Robert Eggers continua ad alzare l'asticella del proprio Cinema, per la sadica soddisfazione di critici e detrattori ben desiderosi, come accade di questi tempi infausti, di impallinarlo senza pietà. Mentre un minimo di serenità nel giudizio sarebbe quanto meno opportuna. Avrebbe potuto dare un altro titolo al suo film, Eggers.
«Vieni da me» sono le notturne, ripetute, languide parole della neosposa Ellen (una Lily-Rose Depp che non fa rimpiangere la prima scelta Anya Taylor-Joy). Peccato però che, essendo sonnambula ad una finestra, la ragazza non stia parlando al marito... Sì, il suo infausto incipit racchiude perfettamente - a mo' di sarcofago - la salma marcescente dell'ultimo «Nosferatu»: il Male infatti agisce stavolta [...] Vai alla recensione »
Acclamato dalla critica contemporanea come uno dei registi più capaci del panorama horror internazionale, Robert Eggers ("The Northman") fa parte di quella nuova (e nettamente sopravvalutata) generazione di autori responsabile del cosiddetto Elevated Horror, tentativo spesso goffo e fastidioso di fondere cinema socio-politico e installazioni artistiche.
I vampiri sono educati, non entrano in casa se non li inviti a farlo. Lo ricordava un bellissimo film di qualche anno fa, diretto da Tomas Alfredson. "Lasciami entrare" era il titolo italiano, raccontava una vampira dodicenne alla periferia di Stoccolma e un ragazzino imbranato innamorato di lei, che come risposta al corteggiamento gli fa fuori tutti i bulli.
Non bisognerebbe mai farsi suggestionare troppo dalle opere prime che suggeriscono la possibilità di un nuovo autore: il rischio è quello di provare cocente delusione già alla seconda prova e poi peggiorare ancora. È quello che sta succedendo, infatti, con Robert Eggers, regista statunitense, oggi poco più che 40enne, scivolato velocemente dal quasi entusiasmante "The Witch" (2015, un horror tra Bergman [...] Vai alla recensione »
Robert Eggers ha sempre raccontato di essere ossessionato dal capolavoro del 1922 di Friedrich Wilhelm Murnau, "Nosferatu il vampiro". Ed è questa stessa ossessione a spiegare il fallimento della sua operazione di volerne realizzare a tutti i costi un remake. Perché il "Nosferatu" di Eggers non solo non va oltre l'omaggio, ricalcando pedissequamente l'originale (dalla trama alla messa in scena chiaroscural [...] Vai alla recensione »
Torna il vampiro, la leggenda, il cinema, secondo un ricercatore del potenziale sensoriale, straniante, mitografico, del genere horror come Eggers (The witch, Northman), una versione che riscrive e aumenta i fondamentali Nosferatu, una sinfonia dell'orrore (1922) di Murnau e Nosferatu il principe della notte (1979) di Herzog, piuttosto che l'altra bellissima trasposizione londinese e modernista del [...] Vai alla recensione »
E se, in preda a una suggestione menardiana-borgesiana, considerassimo il Nosferatu di Eggers «come una specie di palinsesto, in cui andrebbero ricercate le tracce - tenui, ma non indecifrabili - della scrittura "anteriore"»? Il regista rilegge l'editio princeps di Murnau (dall'ambientazione - la Germania di metà Ottocento - ai personaggi, con l'aggiunta del professor Albin Eberhart von Franz, l'Abraham [...] Vai alla recensione »
Il primo, The Witch, era un buon film (molto buono); con il secondo, The Lighthouse, esibiva un notevole stile visivo per un'insopportabile pippa intellettuale; il terzo, The Northman, ovvero l'Amleto del mito, è un costosissimo, traballante incrocio tra machismo nordico e fantasy. E adesso: Nosferatu, che si chiama come il capolavoro di Murnau, del quale conserva il cambio dei nomi e delle location [...] Vai alla recensione »
Dell'infinita lista dei film su Dracula ha scelto i più noti (esplicitamente o sottotraccia), disseminando però anche tocchi da film più "seriali" o appartenenti a tutt'altro filone: Robert Eggers, sceneggiatore e regista dell'attesissimo Nosferatu, e forse il più sopravvalutato dei registi orrifici contemporanei. Ci sono naturalmente i due film eponimi: il capolavoro di Murnau del 1922, con la [...] Vai alla recensione »
Prima ancora di vedere il film di Friedrich Wilhem Murnau, realizzato nel 1922, il regista David Eggers racconta di essere stato affascinato, quando era teen ager, da una fotografia dell'attore tedesco Max Schreck truccato da Nosferatu. Stranamente, quel cranio pelato e bianco, il naso aquilino, le orecchie a punta, i denti e le unghie lunghissimi, i contorni del corpo deformati - tratti (accreditati [...] Vai alla recensione »
Robert Eggers sin da bambino era ossessionato dai vampiri. Ha visto per la prima volta il Nosferatu di Murnau (1922) quando aveva nove anni, in un precario formato VHS e da allora, come ha più volte dichiarato pubblicamente, ne è rimasto ossessionato. Probabilmente se oggi Eggers è riconosciuto, dopo una manciata di film, come un regista "visionario" - dall'industria cinematografica e dalla critica [...] Vai alla recensione »
E se il conte Orlok fosse a tutti gli effetti il primo gentrificatore della storia, visto che acquista a peso d'oro un rudere inabitabile in una zona non prestigiosa della città di Wisborg, ideale borgo germanico che si affaccia sul Mar Baltico? Battute a parte - ma in fin dei conti la gentrificazione è una vampirizzazione urbana che punta sullo spopolamento, un po' come la peste - il ritorno in auge [...] Vai alla recensione »
Nosferatu, una nuova versione diretta da Robert Eggers del vampiro nato per non pagare i diritti sul romanzo a Bram Stoker. Lily-Rose Depp è alla mercè del principe delle tenebre interpretato da Bill Skarsgård. Germania, 1833. Ellen Hutter è perseguitata dalla visione di un demone che la desidera carnalmente. Ellen sa che tutto questo non è frutto della sua immaginazione, e lo scoprirà a sue spese [...] Vai alla recensione »
La fascinazione per i vampiri ha radici lontane. La letteratura ha fatto da apripista nel XVIII secolo e cineasti di ogni continente hanno attinto a piene mani da quell'immaginario fin dai tempi del muto. Le origini sono tedesche con una poesia breve di Heinrich Ossenfelder, Il vampiro del 1748. La penna di Goethe nel 1797 compone La sposa di Corinto, la storia di una giovane che torna dalla tomba [...] Vai alla recensione »