La zona d'interesse

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Un film di Jonathan Glazer. Con Christian Friedel, Sandra Hüller, Johann Karthaus, Luis Noah Witte.
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Titolo originale The Zone of Interest. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 105 min. - Gran Bretagna, Polonia, USA 2023. - I Wonder Pictures uscita domenica 26 gennaio 2025. MYMONETRO La zona d'interesse * * * * - valutazione media: 4,08 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
michele mercoledì 14 febbraio 2024
la familiarità del male Valutazione 0 stelle su cinque
96%
No
4%

 Nonostante il tema dell'Olocausto sia stato ampiamente affrontato, filmato e dibattuto dal cinema con opere monumentali entrate nella cultura collettiva di tutti, Glazer riesce a trovare un nuovo punto di vista dal quale raccontare questo evento storico. Auschwitz è lo sfondo della scenografia, è presente, sempre, ma non ci entriamo mai. Siamo di fronte a un film di sottrazione visiva e immersione sonora nei rumori onomatopeici del campo di sterminio, anche quelli esterni, ma decisamente invadenti. Intorno al campo c'è una vita bucolica, perfettamente tedesca e così "meravigliosamente" ariana. [+]

[+] l''orrore suggerito che penetra l''anima umana (di antonio montefalcone)
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eraldo lunedì 18 marzo 2024
i suoni del male Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

E' difficile e forse non ha nemmeno senso dare un voto ad un film come questo: ma non perché  non lo meriti, ma piuttosto perché si pone talmente al di là, che persino un giudizio diventa inadeguato. E' certamente ben rappresentato il contrasto lacerante tra il Campo di sterminio di Auschwitz e la casa al di qua del muro dove vive il direttore con la sua giovane famiglia, la bellezza e l'ampiezza del giardino con serra e piscina, i cavalli e il cane onnipresente, la tanta servitù, persino i fiori in un primo piano sembrano trasfigurare la loro bellezza nel vuoto del senso di esistere. Siamo oltre" la banalità del male", ma nella sua perniciosa routine in cui  ha senso soltanto il benessere della propria condizione familiare e il fare carriera, anche se attraverso lo sterminio di un popolo, considerato come un'eccedenza di numeri da cancellare. [+]

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gabriella sabato 23 marzo 2024
senza parole Valutazione 5 stelle su cinque
67%
No
33%

 L'immagine di apertura è uno schiaffo drirtto in faccia, uno sfondo nero dal quale provengono suoni distorti, laceranti, stridenti, i nostri occhi non vedono ,.ma le orecchie sentono quei suoni deformati, li ascoltano , non ci abbandonano più, nemmeno quando entriamo nella bella casa della famiglia Hoss, nel loro giardino curato con tanto di piscina, la servitù che corre avanti e indietro e i cani che scodinzolano. [+]

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carlo santoni giovedì 29 febbraio 2024
lo specchio nero dell’eterno presente Valutazione 5 stelle su cinque
55%
No
45%

Se non è un capolavoro assoluto, ci va assai vicino, soprattutto per il nitore concettuale che lo permea, e che lo rende estremamente coerente, a cominciare dall’uso della mdp: quasi sempre in posizione fissa e diretta ortogonalmente all’oggetto che riprende; e quando la mdp è in movimento, magari per seguire un personaggio che sta camminando, scorre su binari che eliminano qualsiasi minimo scossone da handycam: e sempre, comunque, riprendono ortogonalmente il soggetto. Questo assillo dell’ottima fotografia è per me un po’ la cifra del film, e non funziona alla maniera di altri autori, come Rohmer: in questo caso, la sua fissità è la metafora della fissità esistenziale dei personaggi del film, la sua ortogonalità è metafora della ortogonale pianificazione dello sterminio: tutto dev’essere calcolato, tutto dev’essere perfetto, appunto come gli angoli a squadra, o come il giardino della villa perfettamente rettangolare, o come le pavimentazioni dei corridoi a disegni geometrici rigorosamente identici e squadrati. [+]

[+] un esempio discutibile (di alberto staderini)
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eugenio venerdì 26 aprile 2024
l''orrore nero Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

L’orrore, delle volte, ha il volto dell’assoluta tranquillità. O meglio, l’orrore è asettico, gelido. Non ti concede nulla, solo spazio per il dolore. La zona di interesse è un film dell’orrore. Un orrore che permea i cento e passa minuti della pellicola con un inizio e fine a cerchio raggelati in una musica catatonica che ricorda grida umane. Di corpi bruciati senza remore nel camino, di cenere che bagna il fiume, di un muro oltre il quale quell’orrore si definisce nel volto di Rudold Hoss, il più famigerato primo comandante del campo di concentramento di Auschwitz. Lui ne è ricoperto, tanto da esserne assuefatto.  Nell’ordinata casa con giardino meticolosamente coltivato dalla sua “regina” (una Huller in stato di grazia) e piscina per i bambini, trascorre la sua quotidiana esistenza intervallata da qualche “carico” di ebrei e di prigionieri che di tanto in tanto appaiono portando alimenti per la dispensa, ma anche sacchi di abiti, che poi le donne selezionano e si spartiscono. [+]

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fif giovedì 29 febbraio 2024
l''oggettività del quotidiano Valutazione 4 stelle su cinque
53%
No
47%

Se avete ancora speranza nell’uomo, se vi appigliate quotidianamente con fatica ad ogni cencio di comunità per sentirvi meno soli in un percorso vitale di difficile lettura, non guardate la zona di interesse, non leggetene neanche le recensioni, attraversate prima di incontrarne i manifesti nei cinema che ce l’hanno in programmazione, perché se lo vedrete, poi, non potrete mai più far finta di non sapere, come fino all’attimo prima di quel maledetto avvio. Che poi non vederlo sarebbe forse la sua più ampia celebrazione, perfettamente in linea con l’indifferenza che il film trasuda, in ogni sua lentissima scena. È un horror in cui non è consentito urlare, non c’è nessuna scusa di sfogo, un climax monco che rincorre un apice che non arriva mai, in cui l’angoscia di chi guarda monta per restare. [+]

[+] sì. però...... (di chansgiardinier)
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moviepillows_ martedì 26 marzo 2024
la zona d''interesse: il male che si sente Valutazione 4 stelle su cinque
56%
No
44%

 

 
Adattamento del romanzo di Martin Amis del 2014, vincitore dell'Oscar come Miglior Film Internazionale, la Zona d'Interesse di J. Glazer è il primo film che racconta l'Olocausto da un punto di vista diverso: quello dei nazisti Rudolf e Hedda Hoss. 
 
I due coniugi e i rispettivi figli si sono trasferiti in Polonia in una villa con un giardino pieno di piante in fiore. Nel fine settimana organizzano Pic nic e feste. 
Il quadretto familiare sembra così perfetto che subito non si notano le grida di terrore, gli spari continui. Ma quando inizia a vedersi il fumo delle ciminiere alzarsi al di là del giardino, la cenere che imbratta i vestiti, è facile capire dove ci si trova. [+]

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nino raffa mercoledì 15 maggio 2024
una famiglia felice Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

“Tutte le famiglie felici sono uguali”, così il famoso incipit di Anna Karenina. Non sappiamo se Tolstoj confermerebbe dopo aver visto La zona d’interesse.
Auschwitz, 1943. Rudolf Hoss, inventore e comandante del campo di sterminio, abita con la moglie Hedwig e i cinque figli, un villino appena oltre il muro col filo spinato. Oltre il rigoglioso giardino - il gazebo, l’orto, la serra, una piccola piscina - s’intravedono i massicci caseggiati dai tetti rossi, più in lontananza le ciminiere dei crematori. A tratti si sentono ordini brutali, grida e spari, senza che tutto ciò turbi la tranquilla routine della famiglia: governo della casa, ufficio, scuola, visite di amici, picnic sulle rive del fiume, cavalcate nei boschi, qualche festicciola. [+]

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antonello villani domenica 19 maggio 2024
un''opera gelida e bellissima Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Gelido come l’inverno di cui parla la protagonista nel film. Alla banalità dovremmo aggiungere la freddezza, il male non smette mai di stupirci. Jonathan Glazer prova (e ci riesce) a dare una lettura nuova del periodo più buio che la storia ricordi. Nessuno aveva osato tanto, raccontare la Shoah in assenza della Shoah. Se “Il bambino con il pigiama a righe” aveva già portato sullo schermo la vita di una famiglia trasferita a pochi passi da un campo di sterminio, “La zona di interesse” si spinge oltre grazie all’assenza degli elementi filmici sull’Olocausto. La telecamera del regista inglese non varca il cancello con l’insegna in ferro battuto e non è testimone di alcuna violenza, preferisce mantenersi in uno spazio altro, indefinibile e perennemente sospeso tra l’inferno del lager e il paradiso di una villetta con piscina. [+]

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antonello villani lunedì 20 maggio 2024
un''opera gelida e bellissima Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Gelido come l’inverno di cui parla la protagonista nel film. Alla banalità si accompagna la freddezza, il male non smette mai di stupirci. Jonathan Glazer prova (e ci riesce) a dare una lettura nuova del periodo più buio che la storia ricordi. Nessuno aveva osato tanto, raccontare la Shoah in assenza della Shoah. Se “Il bambino con il pigiama a righe” aveva già portato sullo schermo la vita di una famiglia trasferita a pochi passi da un campo di sterminio, “La zona di interesse” si spinge oltre per la mancanza degli elementi filmici sull’Olocausto. La telecamera del regista inglese non varca il cancello con l’insegna in ferro battuto e non è testimone di alcuna violenza, preferisce mantenersi in uno spazio altro, perennemente sospeso tra l’inferno del lager e il paradiso di una villetta con piscina. [+]

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