Titolo originale | Daddio |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 100 minuti |
Al cinema | 4 sale cinematografiche |
Regia di | Christy Hall |
Attori | Dakota Johnson, Sean Penn, Marcos A. Gonzalez . |
Uscita | giovedì 19 dicembre 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 3,19 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 11 dicembre 2024
Una donna che prende un taxi dall'aeroporto JFK intrattiene una conversazione con il tassista sulle relazioni importanti della loro vita. Una Notte a New York è 57° in classifica al Box Office. mercoledì 29 gennaio ha incassato € 952,00 e registrato 111.441 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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È sera e fa buio all'aeroporto JFK di New York. Una giovane donna, appena sbarcata, sale su un taxi in direzione di Manhattan. Il tassista prova a fare conversazione e a lei sembra non disturbare l'idea di scambiare qualche parola, nonostante Clark (è questo il nome di lui) non abbia peli sulla lingua. Lungo il tragitto, allungato da un incidente che blocca temporaneamente il traffico, il dialogo tra i due si fa più personale e l'uomo e la donna cominciano a rivelarsi cose che non hanno mai detto a nessun altro.
Prima che le macchine con la guida automatica sostituiscano del tutto i romantici taxi gialli e i loro autisti brontoloni, prima che ci risulti del tutto impossibile confrontarci anche solo per caso con chi non appartiene alla nostra bolla social, Chrsty Hall, alla sua opera prima da regista, ci tiene a ricordarci che l'incontro con un estraneo può essere un'epifania e funzionare meglio di una lunga seduta di psicoterapia.
Girato in sedici giorni, su un palcoscenico attorniato da maxi schermi che riproducevano l'ambiente esterno, Una notte a New York non si è allontanato troppo, in fase di realizzazione, dall'approccio teatrale per cui era stato pensato inizialmente. Ma, si sa, il cinema fa magie, e nel tempo di qualche secondo siamo già sotto l'effetto dell'incantesimo, capaci di credere che quelle siano davvero le luci della strada, capaci di sentirci non si sa come dentro l'abitacolo dell'auto, lungo la traiettoria che incrocia lo sguardo del tassista con quello della passeggera.
Permeato di una sottile tensione (abbiamo tutti nella memoria Collateral), il film funziona bene finché gioca con i pregiudizi e con le aspettative dello spettatore (dove sta il pericolo? Sul sedile anteriore o su quello posteriore?), sfruttando al massimo il minimo che ha a disposizione nella stretta unità di luogo: gli sguardi, il tamburellare delle dita sul volante, le unghie laccate tra i denti, il campo e il fuori campo dello specchietto retrovisore (aiuta non poco il magnetismo della protagonista, Dakota Johnson)
Risposta femminile e newyorkese a Locke, il film di Steven Knight con Tom Hardy, Una notte a New York è stato curiosamente anticipato dalla prova italiana di Barbara Ronchi in Non riattaccare di Manfredi Lucibello. Mentre nel film italiano, però, il dramma è la nota principale, e il tema è costantemente in primo piano, il debutto cinematografico di Christy Hall è inizialmente meno esplicito e più imprendibile, salvo poi risolversi nella storia di un incontro ordinariamente fuori dall'ordinario, che avrebbe fatto meglio a concludersi a fine corsa, senza indulgere in un terzo tempo melenso, da rom-com mancata.
Gérard Brach diceva che la regola d'oro dello sceneggiatore è saper sorprendere. Hall, esperta sceneggiatrice di It ends with us, s'inebria forse delle sue possibilità e si cimenta con un film tutto di parola, a tratti affilato, che a un certo punto però smette sfortunatamente di sorprendere. Resta allora il lavoro di due ottimi interpreti, quello notevole della fotografia, e soprattutto il ruolo della città di New York sullo sfondo, la terza protagonista del film, che vale metà dell'opera.
Un viaggio notturno in taxi dall’aeroporto di New York ad uno dei suoi quartieri della metropoli. Dopo qualche attimo di silenzio, tra la donna e il tassista inizia una conversazione che abbraccerà l'intero arco narrativo del film. Lui un taxista (Sean Pean), ruvido e insinuante, fino ad apparire provocatore e seducente; lei, bionda di una bellezza folgorante, sottilmente riservata [...] Vai alla recensione »
Più di una decina di anni fa Steven Knight ci ha consegnato un piccolo, meraviglioso film " Locke", un solo straordinario interprete a bordo di un Suv che lungo il tragitto Birmingham, Londra , deve far fronte a una serie di telefonate, film sorretto da una spettacolare costruzione narrativa e uno stupefacente Tom Hardy che riesce a dare uno spessore morale ed emotivo al personaggio [...] Vai alla recensione »
Una notte a New York, firmato Christy Hall, pu? suscitare reminiscenze e aspettative: una nuova versione del cult Taxi driver di Scorsese? In realt? se due elementi di fondo sono comuni (la notte a New York e il cab giallo), molto diversi sono i personaggi e i temi. Il vecchio film di Scorsese metteva in scena un tassista giovane, ex marine in Vietnam, disadattato e tendente allo psicotico, che assommava [...] Vai alla recensione »
Il film è stato girato in 15 giorni e penso sia costato il giusto. E' un' opera particolare che si scolge unicamente all' interno di un taxi. Ci sarebbero dei buoni spunti per una riflessione sulle dinamiche sociali ai tempi dello smartphone, ma finisce per concentrarsi principalmente sugli aspetti amoroso/sessuali.
Film di parole e di emozioni, tensione viva fino all'ultimo minuto, da vedere
Un film intimista, oserei dire natalizio. Un'ottima interpretazione di Sean Penn che nei panni di un tassista mette alle strette una giovane cliente altrettanto ben interpretata da Dakota Johnson. Il film si dipana sul taxi nella notte di New York e poco alla volta svela le vite dei due protagonisti. Una nottata liberatoria per entrambi, che porteranno nel cuore quei momenti di grande emozione. [...] Vai alla recensione »
Si ? vero, quelli che sono andari a vederlo e a cui non ? piaciuto hanno ragione tutti a loro modo ragione. Riconosco tanti difetti. Ma a me ? piaciuto. e parecchio. Brava Lei e anche lui. L'ho guardato con gusto. Non mi ha annoiato. Andate a vederlo e poi mi direte.
Ma come si fa a recensire bene questa roba?? A parte lei (inaspettatamente brava) e l'ottima fotografia, il resto è inqualificabile, dialoghi penosi, storie triste e ritrite, tutto un luogo comune dall'inizio alla fine, e Sean Penn che sembra più un potenziale maniaco che non un tassista che ti ispira tanta fiducia da raccontargli la tua vita, fosse capitato a me sarei scesa e [...] Vai alla recensione »
Sono andato a vederlo ieri sera: grandi aspettative e grandissima delusione gi? a met? film...Dakota Jonhson a parte, film bocciato, delusione
Il film ha il solo merito di avere attori bravi. Per il resto, ? un cumulo di luoghi comuni e stereotipi linguistici. Salvate la vostra serata e date i soldi in beneficenza.
Sono andato a vedere Daddio con soggetto e regia di Christy Hall perché, piuttosto di essere bombardato da effetti speciali a ritmo subentrante in storie spesso inesistenti o infantilmente strappalacrime o di buoni sentimenti, o tratte da “storie vere” (come “garanzia” di qualità), mi incuriosiva un film “americano" basato sul dialogo.
L'ho trovato un pò scontato, un pò meglio nel finale. Mi ha ricordato un film simile , “Locke” di Steven Knight , in cui la tensione emotiva è molto più alta e con un solo attore.
L'etica del conducente è un po' come quella del samurai: si tratta di guardare sempre avanti, seguire la propria traiettoria avendo però ben a mente la scena complessiva, il bilanciamento tra assenza e presenza, azione e reazione, pensiero e parole... Se applicata all'archetipo newyorchese del taxi driver, non ha pari: stigmatizzato dalla triade Schrader/Scorsese/De Niro nella sua dicotomia attiva/speculati [...] Vai alla recensione »
Una notte in taxi a New York, e il tassinaro è Sean Penn mentre Dakota Johnson è rientrata in città dopo un viaggio nella natia Oklahoma. Una notte di chiacchiere in taxi a New York, ché il traffico dall'aeroporto Jfk a Manhattan non scorre, c'è stato un incidente, e entrambi hanno voglia di parlare. Lui dei suoi rimpianti, lei dei suoi traumi (ottimi e abbondanti, il peggiore in coda, va da sé) e [...] Vai alla recensione »
Breve incontro: lui, lei, un'auto. Nel tempo sospeso di un viaggio, l'abbraccio ideale di due estranei smarriti nel mondo, eppure connessi, là, nell'ultima corsa prima dell'alba, prima di un giorno forse nuovo per entrambi. È un dialogo fitto di primissimi piani, di parole e dettagli, in un rapporto binario (1 e 0, vero e falso, torto e ragione) ma empatico, reale e non virtuale, dove gli esseri umani [...] Vai alla recensione »
Ha il viso segnato come la carrozzeria del taxi che guida da vent'anni. Ne ha viste di ogni tipo, in giro per le strade di New York. Non pretende di essere uno Sherlock o qualcosa del genere, ma non c'è dubbio che sia «a guy who pays attention», un tipo che ci fa caso. Così Clark (Sean Penn) spiega a Girlie (Dakota Johnson) perché l'ha subito inquadrata.
Solo due attori in scena, dal carisma irresistibile. Sean Penn e Dakota Johnson incarnano due vite destinate a sfiorarsi, nell'abitacolo di un taxi che si fa bolla spazio-temporale. Lui guida, lei si lascia trasportare: non solo dall'aeroporto JFK a Manhattan, ma anche in uno scambio di confidenze che è occasione per stilare un bilancio dell'esistenza.
Una notte in taxi dall'aeroporto a Midtown. Un incidente rallenta la corsa, consentendo al tassista Sean Penn e alla passeggera Dakota Johnson di osservarsi, chiacchierare, anche confessarsi (a questo serve l'ingorgo, che poi ingorgo non è: il taxi con i due passeggeri sembra fermo nel buio, ma non si vedono passare né ambulanze né un carro attrezzi).
Possono bastare due bravi interpreti e l'abitacolo di un'automobile a fare un bel film? La risposta è sì, può bastare anche un attore solo, come ha dimostrato Tom Hardy qualche anno fa con "Locke". La sfida è tutta affidata al testo, che deve tenerci agganciati e impedirci di sentirci scomodi, chiusi dentro quello spazio stretto, per più di un'ora di viaggio.
Impossibile imbattersi in un film più diverso: "Una notte a New York" si svolge tutto in un ambiente tutt'altro che suggestivo (l'interno di un taxi), i protagonisti sono solo due e la regia si limita a gestire i dialoghi in campo e controcampo ricorrendo spesso alla tecnica dello split screen. L'esordio dietro la macchina da presa della sceneggiatrice Christy Hall non è tuttavia quel mattone che [...] Vai alla recensione »
Chissà, forse Daddio - questo il titolo originale del film che in Italia è stato tradotto con un pleonastico e un po' pedissequo Una notte a New York - funzionerebbe davvero bene su un palco teatrale, luogo cui lo script era inizialmente destinato, prima che prendesse corpo l'idea di trasformare la storia dell'incontro notturno tra un tassista sessantenne e una passeggera in immagini in movimento. Vai alla recensione »
Cento minuti tra aeroporto JFK e Manhattan in ingorgo e destino, lui Sean Penn tassista inesauribile a vocazione psicoterapeuta, lei 30enne Dakota Johnson incasinata a vocazione «disillusa» da salvare. L'impianto teatrale (anche di simulazione: il set è fisso, girano schermi perfetti) prevede spostamenti, cadute e crescendi a volte meccanici per due performer ultra, un po' sparati da una cineasta esordiente [...] Vai alla recensione »
Due sconosciuti nello stesso spazio, un taxi. Lei è bella, giovane, non sembra infastidita dal tassista che prova a fare conversazione. Il tragitto dall'aeroporto JFK a Manhattan può essere lungo, Clark, questo il nome dell'uomo ha un lessico ruvido, lei è divertita, quelle parole la distraggono dai messaggini che le arrivano a raffica, e intanto il caso prolunga questa convivenza di prossimità con [...] Vai alla recensione »
Ci sono film completamente ambientati nell'abitacolo di una macchina, e dei più vari generi: dal celebre Duel all'iraniano Taxi Teheran a Locke . Una notte a New York , prima regia della sceneggiatrice Christy Hall, si guadagna un posto più che rispettabile nel filone. Come osservare le tre "unità aristoteliche" mantenendo vivo l'interesse dello spettatore per un film dove, senza colpi di scena o melodrammi [...] Vai alla recensione »
Non so se qualcuno abbia già indagato a livello accademico le caratteristiche tipologiche dei film prevalentemente o esclusivamente ambientati nei taxi, a ciascuno di noi ne verranno in mente diversi, che siano Taxi Driver (1976) di Martin Scorsese, Night on Earth (1991) di Jim Jarmusch o Taxi Teheran (2015) di Jafar Panahi fino a Il tassinaro (1983) diretto e interpretato da Alberto Sordi.
I taxisti sono, assieme ai barbieri, una delle categorie dipinte abitualmente come più loquaci, commentano tutto, senza troppo ascoltare il parere del loro interlocutore. Ma uno come il Clark di Sean Penn in "Una notte a New York" è ben difficile trovarlo, capace di instaurare un dialogo così serrato da giungere al limite del colloquio psicanalitico.
Apparsa per la prima volta nella Black List del 2017, tra gli script in attesa di essere realizzati, la sceneggiatura di Una notte a New York ha convinto rapidamente Dakota Johnson, che si è convinta a produrla e a coinvolgere Sean Penn, con lei sullo schermo del film che segna l'esordio alla regia della stessa autrice, Christy Hall (sceneggiatrice di It Ends With Us - Siamo noi a dire basta).
Vedi Una notte a New York, esordio alla regia della sceneggiatrice Christy Hall, e pensi a un frutto tardivo della pandemia, delle quarantene e dei lockdown: una scena, due attori, un dialogo fitto fitto che si dipana con la grammatica del cinema più tradizionale. Botta e risposta, campo e controcampo. Per raggiungere Manhattan dall'aeroporto JFK ci vogliono una quarantina di minuti, 90 se ci si mette [...] Vai alla recensione »
Johnson interpreta una programmatrice appena atterrata a New York che finisce sul taxi guidato da un uomo qualunque, Penn. Il film è tutto nel dialogo tra loro due, lungo il percorso verso la città. Un dialogo teso su argomenti come età, genere, sesso, problemi con il padre. Un bell'esercizio per mattatori dello schermo, un po' meno per gli spettatori.
"Come ho detto, sai badare a te stessa". Lo ripete spesso il taxista chiacchierone interpretato da Sean Penn, alla passeggera laconica e seducente, cui dà volto Dakota Johnson. I due non si sono mai visti prima e a farli incontrare, è l'ultima corsa della notte di Clark, in partenza dall'aeroporto JFK di New York. Lei è tornata da un viaggio, lui invece non è mai andato via.
Quante volte vi è capitato di prendere un treno o un aereo, di sedervi accanto a uno sconosciuto e improvvisamente ritrovarvi a raccontare pezzi di vita, ricordi dimenticati o paure inconfessate? Sembra assurdo e invece non lo è, parlare a un estraneo è teoricamente più facile, essendo qualcuno che non rivedremo. Certo, stabilire un contatto così forte su un taxi sembra difficile, vista anche la distanza [...] Vai alla recensione »