19ª edizione del Biografilm Festival, il programma dei 67 film. Bologna - 7/17 giugno 2024. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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L'incredibile storia del noto ricercatore danese sull'HIV Jan Erik Hansen, diventato monaco buddista nel profondo delle montagne dello Sri Lanka. Espandi ▽
Si può trovare la felicità nella solitudine? Quando i registi Mira Jargil e Christian Sønderby Jepsen cercano di trovare un equilibrio nelle loro vite stressanti, si rivolgono a un rinomato ricercatore danese sull'HIV che ha lasciato tutto per farsi monaco nel profondo delle montagne dello Sri Lanka. Quello che inizia come un film sull'illuminazione si trasforma in un'indagine esistenziale e in un commovente dramma familiare sul controllo, la salute mentale e la riconciliazione. Recensione ❯
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Una donna viaggia per l'Himalaya interrogando le persone sul concetto di felicità. Espandi ▽
Amber, un'agente della felicità, viaggia per l'Himalaya bhutanese indagando sulla felicità delle persone. Nel suo remoto viaggio in montagna, cerca la realizzazione. Recensione ❯
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La filosofa belga Isabelle Stengers divulga il suo pensiero in un film che assomiglia a un manuale. Espandi ▽
In uno scenario in cui si intrecciano una casa misteriosa e una foresta magica, la turbolenta filosofa belga Isabelle Stengers dipanerà il filo del suo pensiero, ormai riconosciuto a livello mondiale. Un pensiero pieno di resistenza all'ordine costituito, di feroce ostinazione a ridare vigore alla democrazia, di narrazioni che ostinatamente ricompongono un mondo comune. Un pensiero il cui obiettivo è produrre un sapere che non escluda nessuno. Il film assume quindi la forma di un piccolo manuale di disvelamento, con una forma sorprendente e accessibile a tutti, per fabbricare, insieme, la speranza sull'orlo dell'abisso! Recensione ❯
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Una lettera d'amore a Gaza, a Tromsø e alla forza dirompente della narrazione, firmata dal cineasta palestinese Mohamed Jabaly, bloccato in Norvegia. Espandi ▽
Life is Beautiful racconta la storia di come il regista Mohamed Jabaly ha lottato per i suoi diritti di palestinese e di cineasta, quando è rimasto bloccato in Norvegia per circostanze indipendenti dalla sua volontà. Attraverso il suo archivio personale e le videochiamate, il regista condivide l'amore e la nostalgia per la sua città natale, i suoi amici e la sua famiglia, mentre cerca di costruirsi una nuova vita nel Nord Europa. Il film è una lettera d'amore a Gaza, a Tromsø, città d'adozione del regista, e alla forza dirompente della narrazione. Il film ci mostra come una vita bloccata dalla politica internazionale e dalla burocrazia è riuscita ad andare avanti, con il punto di vista di un regista che usa tutta la sua creatività per entrare in contatto con il mondo e creare una strada per il futuro. Recensione ❯
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Una vedova cerca solidarietà per dare a se stessa e ai suoi figli una vita migliore. Espandi ▽
Intenzionata a fornire una vita migliore a se stessa e ai suoi figli dopo il suicidio del marito, Sanjivani lotta contro il tradizionale abbandono delle vedove tipico della sua cultura, finché non si unisce a un gruppo di discussione con altre vedove di suicidi. Forte della comunità, di storie condivise di resilienza e di solidarietà inaspettata, Sanjivani traccia un percorso in avanti. Recensione ❯
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Un diario ritrovato, una famiglia ungherese composta da tre generazioni di cinefili, unite dal desiderio di fuga e da una cultura cinematografica scomparsa. Espandi ▽
Un anonimo operaio nell'Ungheria comunista registra meticolosamente nel suo diario i 2158 film visti al cinema dal 1942 al 1994. Ai giorni nostri, la regista danese Ida Sørensen ritrova il diario in una soffitta di Budapest e si imbarca in un viaggio nei sentieri della profonda passione per il Cinema. La sua strada incontra quella di una famiglia divisa da segreti e traumi nascosti e unita dalla passione per il Cinema - in particolare, quello d'azione.
Con l'uso di clip dai titoli registrati nel diario, il film illustra i sogni e i desideri segreti della famiglia ungherese e compone un tributo al potere taumaturgico del Cinema: strumento per viaggiare, per trovare giustizia e per tenere assieme una famiglia. Recensione ❯
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Diario di un viaggio attraverso la Pampa. Espandi ▽
Questo è il diario cinematografico di un lungo viaggio attraverso la Pampa, sulle tracce di Guillermo Enrique Hudson, alias William Henry Hudson. Hudson è una figura enigmatica, piena di contraddizioni: era un gaucho argentino divenuto scrittore inglese. Combatté nell'esercito contro i "selvaggi" ma li difese anche. Scrisse ossessivamente della sua terra natale, ma non tornò mai più. Nelle curve e nelle svolte della strada emerge una combinazione di speculazioni documentarie, memoria personale... e sogni. Recensione ❯
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Un ritratto spiritoso e affettuoso di un agricoltore della vecchia scuola che affronta allegramente i venti contrari della vita. Espandi ▽
Un ritratto affettuoso e spiritoso di Gerlach, che da sessant'anni coltiva ortaggi all'ombra dell'aeroporto di Amsterdam. Intorno a lui, tutto è cambiato. La sua semplice casa di legno è ora incastrata tra una stazione di servizio Shell, un punto vendita McDonalds e vari magazzini. Con grande dedizione si prende cura delle sue barbabietole e dei suoi cereali, mentre gli immobiliaristi puntano la sua terra e il cambiamento climatico scombussola il suo raccolto. Nonostante tutto, Gerlach si mantiene in piedi con il suo umorismo, aiutato da fratelli e amici affettuosi. La sua piccola casa è la goccia di pioggia in cui si riflette il nostro mondo assurdo. Recensione ❯
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Nel Nagorno-Karabakh, terra di conflitto secolare, si vive, si sogna e ci si prepara a una tragedia che è sempre all'orizzonte. Espandi ▽
Samvel e Avo, Erik e Karen vivono nella terra di un conflitto secolare, radicato tra le macerie dell'Impero russo. Nella regione del Nagorno-Karabakh si vive, si sogna e ci si prepara a una tragedia che è sempre all'orizzonte. Nell'arco di tre anni, Alexis Pazoumian filma l'epilogo del giardino nero, una terra dove la guerra non aspetta nessuno. Recensione ❯
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Helke Sander, regista e attivista radicale protagonista del nuovo cinema tedesco, fa le pulizie di casa e riflette sulla sua vita. Espandi ▽
La regista Helke Sander fa le pulizie di casa e riflette sulla sua vita. È una delle protagoniste del nuovo cinema tedesco e nei suoi numerosi film getta uno sguardo radicale sulla società. Nel 1977 ha scelto una madre single come protagonista per il suo film drasticamente personale The All-Around Reduced Personality - REDUPERS. Nel documentario Liberator and Liberties del 1991, viola il tabù di parlare degli stupri del secondo dopoguerra. Nel 1968, il suo ormai leggendario 'discorso del pomodoro' ha dato il via alla seconda ondata del movimento femminista tedesco. Nei suoi lungometraggi, spesso interpreta il ruolo principale. Una vera fortuna per un documentario potersi occupare della sua vita movimentata. Recensione ❯
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Un documentario sentito che sa cogliere la grandezza di un leader e la partecipazione dei suoi sostenitori. E non solo. Documentario, Italia2024. Durata 75 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una testimonianza preziosa e necessaria con materiali inediti sugli ultimi giorni di vita di Enrico Berlinguer a 40 anni dalla morte. Espandi ▽
Il comizio del 7 giugno 1984 fu l'ultimo che Enrico Berlinguer poté tenere. Colpito da ictus lo portò a termine con fatica. A partire dalle immagini di quella sera si seguono i giorni dell'agonia interpolandoli con brani di discorsi tenuti in precedenza su varie tematiche. Si giunge poi alla camera ardente e ai funerali che videro due milioni di persone presenti.
Un documentario che sa cogliere la grandezza di un leader evidenziando lui in prima persona e l'attenzione partecipe con cui vennero seguiti i suoi ultimi giorni.
L'inserimento di parti delle registrazioni di alcuni suoi discorsi offre poi la dimensione di un leader che, fermo nelle proprie convinzioni, era capace di esporle con la pacatezza che proprio da quella fermezza traeva origine. La commozione, la partecipazione e i pianti della gente comune sono presentati come testimonianza dell'affetto che legava il leader a quelli che ancora si chiamavano compagni. Recensione ❯
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Un'opera per tornare a riflettere sulla vicenda di Mimmo Lucano grazie alla sua stessa comunità. Documentario, Italia, Francia, Belgio2024. Durata 97 Minuti.
Dopo vent'anni di armonia, l'arresto del sindaco Lucano costringe Riace, modello per l'accoglienza dei migranti, a un doloroso dilemma: resistere o scomparire. Espandi ▽
Mimmo Lucano, accogliendo i primi 200 migranti giunti sulle vicine coste della Calabria ha fato il via ad un modello di integrazione che ha rivitalizzato strutture del paese ormai improduttive. Qualcuno però non apprezzava il modello e, denunciandolo con l’accusa di diversi reati, ha interrotto l’attività costringendo di fatto molti dei nuovi arrivati e ormai integrati ad andarsene. Il documentario segue tutta la vicenda illustrando motivazioni ed accuse.
Siamo di fronte a un reportage di una lunga, troppo lunga, vicenda di diffamazione (così è di fatto visto che in definitiva tutte le accuse tranne una minore sono state alla fine ritenute prive di fondamento) che si schiera nettamente dalla parte di Lucano.
Ci sono documentari che consentono di ripercorrere in sintesi ciò che la cronaca ci aveva proposto un po’ alla volta. Permettono così di tornare a riflettere sull’accaduto e assumere una nuova e più circostanziata lettura perché offerta, in questo caso, dall’interno di una comunità attiva e, come suggerisce il titolo, resistente. Un paese di resistenza appartiene alla categoria. Recensione ❯
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Una storia di indagine interiore, che scava nell'incubo personale e in quello collettivo delle vittime di un genocidio. Espandi ▽
Sul tavolo del suo studio, la psicoterapeuta Eva Pattis Zoja tiene un contenitore di sabbia. La sabbia registra le immagini che le dita tracciano sulla sua superficie, ma non le parole: il trauma psichico è una frattura che impedisce ai sentimenti di emergere e al racconto di fluire. I traumi di pazienti vittime di guerre e di calamità naturali ma anche, forse, il trauma della stessa Eva. Le immagini delle sabbie si mescolano così a quelle della Storia e a quelle della sua vita.
Un'indagine interiore, che scava nell'incubo personale e in quello collettivo delle vittime di un genocidio. Perché un trauma non è mai solo una questione individuale: si trasmette fra le generazioni, si riflette nella Storia. Recensione ❯
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La vita di una giovane ragazza di Bologna, immigrata di seconda generazione e promessa della boxe: da racconto privato a pubblico. Documentario, Italia2024. Durata 72 Minuti.
La complessa storia di una giovane donna che vede sua madre essere arrestata. Espandi ▽
Romina è una ragazza di Bologna, immigrata di seconda generazione che abita nel quartiere multietnico della Bolognina. La madre Berta lavora come donna delle pulizie, il fratello frequenta le superiori e lei è una giovane pugile di talento che sotto la guida dei responsabili della palestra Bolognina Boxe potrebbe ambire al professionismo. Nella vita di Romina tutto cambia quando la madre viene arrestata per crimini commessi diversi anni prima: costretta a prendersi cura della famiglia, senza più tempo per allenarsi, la ragazza abbandona poco alla volta la boxe, mentre attorno a lei il quartiere combatte l'ingiustizia di un sistema fondato sull'esclusione delle persone meno protette.
I due registi hanno seguito e filmato per quattro anni la vita della giovane protagonista e della sua famiglia, cercando di restituire un ritratto il più realistico possibile della vita in una città italiana dei nostri giorni. Al centro del film c'è Bologna, ma potrebbe in realtà essere qualsiasi altro contesto metropolitano: nella storia di Romina, nei luoghi che abita e attraversa - il piccolo appartamento affittato dalla madre, la palestra, i giardini, le strade del quartiere - si coglie la vitalità e la complessità di una rete sociale fatta di persone, di storie, di scelte e di attenzioni. Dal racconto privato ribadito dal titolo, Romina diventa un racconto pubblico: uno sguardo dall'interno di dinamiche sociali d'integrazione e convivenza che non offre soluzioni, non racconta con compassione o pietismo, ma fa di tutto per osservare e documentare nel modo più corretto possibile. Recensione ❯
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Un film che indaga la condizione psicologica di donne che hanno lavorato come badanti in Italia. Espandi ▽
Nel 2005 due psichiatri ucraini iniziarono a osservare ricorrenti sintomi di disagio psichico in moltissime donne dell'Est Europa di ritorno dall'Italia: insonnia, ansia, depressione, attacchi di panico e nei casi più gravi allucinazioni e istinti suicidari. Queste donne avevano una caratteristica in comune: lavoravano tutte come badanti. I due psichiatri chiamarono questa condizione Sindrome Italia. Il documentario seguirà le vite di Corina, una donna colpita da questa sindrome dopo anni di lavoro in Italia e che sta lentamente provando a costruirsi una nuova vita dopo tante sofferenze e quella di Natalia, una donna che sta invece vivendo sulla propria pelle le dure condizioni di lavoro come badante in Italia: isolata, lontana migliaia di chilometri dai suoi figli, sola. Due donne che si riflettono continuamente l'una nell'altra e che lottano con tutte loro stesse per un futuro diverso. Recensione ❯
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