fabio mechella
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martedì 1 ottobre 2024
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due aspetti apparentemente contrastanti
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La routine quotidiana sembra essere svolta dal protagonista in modo metodico e ripetitivo, giorno dopo giorno. Anche alcune situazioni si ripetono, tipo il bar man che presenta il cocktail dicendo sempre le stesse parole e facendo sempre il solito gesto con le mani, come a presentare una cosa sensazionale, in una bettola sub-urbana.
Si vede chiaramente che il protagonista cerca di dare valore alle emozioni degli altri, il barbone il collega vampiro, il bambino che si perde, la nipote in protesta e toglie a sé per dare agli altri fino a danneggiarsi per il bene altrui appunto. Il film finisce con una prospettiva futura di avvicinamento alla donna del bar del sabato sera, che lo apprezza e con dolcezza le fa capire che dargli il secondo bicchiere del suo drink preferito porgendole con il massimo del trasporto sentimentale per strappargli un sorriso, è un momento che lei vorrebbe che non finisse mai.
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La routine quotidiana sembra essere svolta dal protagonista in modo metodico e ripetitivo, giorno dopo giorno. Anche alcune situazioni si ripetono, tipo il bar man che presenta il cocktail dicendo sempre le stesse parole e facendo sempre il solito gesto con le mani, come a presentare una cosa sensazionale, in una bettola sub-urbana.
Si vede chiaramente che il protagonista cerca di dare valore alle emozioni degli altri, il barbone il collega vampiro, il bambino che si perde, la nipote in protesta e toglie a sé per dare agli altri fino a danneggiarsi per il bene altrui appunto. Il film finisce con una prospettiva futura di avvicinamento alla donna del bar del sabato sera, che lo apprezza e con dolcezza le fa capire che dargli il secondo bicchiere del suo drink preferito porgendole con il massimo del trasporto sentimentale per strappargli un sorriso, è un momento che lei vorrebbe che non finisse mai.
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fabio gramellini
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venerdì 6 settembre 2024
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un capolavoro
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I protagonisti di questo film geniale di Wim Wenders sono due ! Il pulitore dei bagni con un passato misterioso mai svelato fino in fondo con la sua routine sacra e gioiosa che viene disturbata dall'esterno da imprevisti e turbamenti dei personaggi che ruotano intorno alle sue abitudini e che determinano reazioni del protagonista maschile sempre propositive , concilianti , in aiuto e di supporto , svelandoci cosi un animo straordinario mai rancoroso o rabbioso ma al contrario disponibile e pronto all'ascolto e alla ricerca di una soluzione; il secondo protagonista è lo sfondo , Tokyo , con la sua skytree i suoi ponti , bracci di mare , grattaceli , alberi , bagni publici come opere d'arte , quartieri quasi ignari della metropoli in cui sono posti ,in quanto s
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I protagonisti di questo film geniale di Wim Wenders sono due ! Il pulitore dei bagni con un passato misterioso mai svelato fino in fondo con la sua routine sacra e gioiosa che viene disturbata dall'esterno da imprevisti e turbamenti dei personaggi che ruotano intorno alle sue abitudini e che determinano reazioni del protagonista maschile sempre propositive , concilianti , in aiuto e di supporto , svelandoci cosi un animo straordinario mai rancoroso o rabbioso ma al contrario disponibile e pronto all'ascolto e alla ricerca di una soluzione; il secondo protagonista è lo sfondo , Tokyo , con la sua skytree i suoi ponti , bracci di mare , grattaceli , alberi , bagni publici come opere d'arte , quartieri quasi ignari della metropoli in cui sono posti ,in quanto sono abitati da biciclettari e negozietti di provincia distanti dalla modernità ! La Tokyo più naturalistica e meno roboante ma non per questo meno appariscente ! La sapiente mano di wenders con pochi dialoghi mixa i due protagonisti con la giusta percentuale come un cocktail ben fatto : un capolavoro
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giovedì 22 agosto 2024
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la felicità è sotto casa...
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Certo, non è proprio così, ma avere un distributore automatico di bevande e caffè situato nel cortile di casa non è da tutti.
In Giappone questo è possibile perché il tasso di vandalismo è vicino allo zero assoluto, e il nostro protagonista ne approfitta per bersi ogni mattina il suo caffelatte di marca Boss, una vera istituzione in Giappone
Un film d'altri tempi questo di Wenders, lento e con pochi dialoghi, ma proprio per questo si apprezza, in un mondo dove invece frenesia e nervosismo tolgono il respiro a noi, poveri umani sottoposti allo stress. E non basta neppure l'amaro Cynar (pubblicizzato dall'attore Calindri negli anni 70) a calmare le acque.
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Certo, non è proprio così, ma avere un distributore automatico di bevande e caffè situato nel cortile di casa non è da tutti.
In Giappone questo è possibile perché il tasso di vandalismo è vicino allo zero assoluto, e il nostro protagonista ne approfitta per bersi ogni mattina il suo caffelatte di marca Boss, una vera istituzione in Giappone
Un film d'altri tempi questo di Wenders, lento e con pochi dialoghi, ma proprio per questo si apprezza, in un mondo dove invece frenesia e nervosismo tolgono il respiro a noi, poveri umani sottoposti allo stress. E non basta neppure l'amaro Cynar (pubblicizzato dall'attore Calindri negli anni 70) a calmare le acque.
Hirayama vive in un mondo tutto suo, dove il tempo si è fermato (lo ha fatto fermare) a il periodo a lui più congeniale. In pratica ha bloccato "qualche anno" e lui ci vive tranquillo e contento. Ascolta musica sulle audiocassette, fotografa con una vecchia macchina fotografica analogica con pellicola, non conosce Internet e neppure Spotify. Ha trovato la sua dimensione ottimale. Certo... a volte qualcuno può trovarlo strano come persona, ma il suo equilibrio è granitico e niente e nessuno lo riesce a scalfire.
A volte si nota il suo disappunto quando butta un sacco di fotografie scattate nel vuoto senza guardare nel mirino, ma non ne da un dramma.
Wenders ha colpito ancora nel segno con questo film atipico e curioso, un film lontano dagli standard attuali e noi, cinefili vecchio stampo restii alle esasperanti innovazioni tecnologiche, lo ringraziamo e per due ore ritroviamo noi stessi. - di "Joss" -
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belliteam
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mercoledì 14 agosto 2024
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l''elogio della quotidianita''
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Wim Wenders (il cielo sopra Berlino) ci regala l'ennesima perla di una carriera, lui che ha gia' passato abbondantemente i 70 anni, con questo Perfect days (si sentira' il pezzo ovviamente di Lou Reed, insieme ad una colonna sonora magnifica comprendente Patty Smith, Van Morrison e tanti altri, rigorosamente ascoltati dalle musicassette del furgone del protagonista).
Perfect days e' la quotidianita' di Hirayama, 60 enne impiegato di una azienda addetta alle pulizie delle toilette di Tokyo, che ci racconta la sua routine, i suoi incontri, la bonta' di una persona semplice che ama la fotografia, e la lettura.
la bellezza di questo film e' che non si devono aspettare colpi di scena, ma e' tutto cosi' estremamente normale e godibile, ed e' proprio questo il senso del film.
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Wim Wenders (il cielo sopra Berlino) ci regala l'ennesima perla di una carriera, lui che ha gia' passato abbondantemente i 70 anni, con questo Perfect days (si sentira' il pezzo ovviamente di Lou Reed, insieme ad una colonna sonora magnifica comprendente Patty Smith, Van Morrison e tanti altri, rigorosamente ascoltati dalle musicassette del furgone del protagonista).
Perfect days e' la quotidianita' di Hirayama, 60 enne impiegato di una azienda addetta alle pulizie delle toilette di Tokyo, che ci racconta la sua routine, i suoi incontri, la bonta' di una persona semplice che ama la fotografia, e la lettura.
la bellezza di questo film e' che non si devono aspettare colpi di scena, ma e' tutto cosi' estremamente normale e godibile, ed e' proprio questo il senso del film. da vedere e gustarsi lentamente come un buon bicchiere di Whisky
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no_data
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lunedì 8 luglio 2024
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in sospeso fino alla fine
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“Prefect Days” è un film che mi ha lasciato in sospeso per tutta la sua durata. Non capivo il significato di un film che esce dal canone di narrazione classica. Il significato, che gli attribuisco, è arrivato solo dopo la scena finale.
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“Prefect Days” è un film che mi ha lasciato in sospeso per tutta la sua durata. Non capivo il significato di un film che esce dal canone di narrazione classica. Il significato, che gli attribuisco, è arrivato solo dopo la scena finale.
Il mattino dopo ho scoperto, con stupore, che alcuni miei gesti sono gli stessi che compie ogni giorno Hirayama, un sessantenne giapponese che pulisce i bagni pubblici a Tokyo. Guardare le ombre proiettate sul soffitto della stanza, il ripetersi di alcune azioni mattutine, fanno parte di un rituale che si ripete ogni giorno da anni.
Il significato che attribuisco è arrivato solo dopo la scena finale. ll film termina con un primo piano di Hirayama, mentre guida l'auto, il cui volto esprime sia felicità che disperazione.
Non è importante quale fosse il suo passato, la sua storia, ma il momento esatto in cui si trova nel racconto, una routine intramezzata da piccoli eventi relazionali che non lo coinvolgono completamente.
Una routine che lo difende da un passato ma, che al contempo lo rende, disperato.
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mitzcat
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martedì 25 giugno 2024
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c''è così tanta bellezza nel mondo
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la visione di questo film mi ha suscitato così tante emozioni che non credo di riuscire a metterle nero su bianco senza scrivere un papiro. La trama è quasi inesistente: la vita di un uomo non più giovane, che svolge un lavoro umile, si occupa delle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo. Le sue giornate sono scandite da una routine quotidiana quasi maniacale, non ha amici, non fa vita mondana, non si concede svaghi. E "quelli che ben pensano, quelli che vivono nel timore di sembrare poveri, quel che hanno ostentano e tutto il resto invidiano" (citazione dalla bellissima e sempre attuale canzone di Frankie hi-nrg), e sono in tanti, penserebbero che è una vita triste, da sfigato, con un lavoro che la maggior parte di loro non vorrebbe fare perchè si vergognerebbe.
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la visione di questo film mi ha suscitato così tante emozioni che non credo di riuscire a metterle nero su bianco senza scrivere un papiro. La trama è quasi inesistente: la vita di un uomo non più giovane, che svolge un lavoro umile, si occupa delle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo. Le sue giornate sono scandite da una routine quotidiana quasi maniacale, non ha amici, non fa vita mondana, non si concede svaghi. E "quelli che ben pensano, quelli che vivono nel timore di sembrare poveri, quel che hanno ostentano e tutto il resto invidiano" (citazione dalla bellissima e sempre attuale canzone di Frankie hi-nrg), e sono in tanti, penserebbero che è una vita triste, da sfigato, con un lavoro che la maggior parte di loro non vorrebbe fare perchè si vergognerebbe. E invece non c'è un solo momento nel film in cui percepisco depressione, negatività, alienazione e tutti quei clichè attribuiti dai benpensanti alla solitudine. "C'è così tanta bellezza nel mondo..." altra citazione dal film American Beauty, in cui il giovane protagonista si commuove nel vedere una busta di nylon danzare nel vento. C'è così tanta bellezza nella vita semplice, minimalista, del protagonista di Perfect Days, la serenità con cui esegue i piccoli, ripetitivi gesti quotidiani, il sorriso mentre ascolta le canzoni delle sue musicassette mentre si reca al lavoro (colonna sonora semplicemente strepitosa), lo sguardo incantato rivolto alla luce che brilla tra le foglie degli alberi. Si capisce, senza che nel film vengano esplicitati i fatti, che quest'uomo ha sofferto, che ha fatto i conti con un passato che tornerà, ogni tanto, a intristirgli lo sguardo e tormentargli i sogni. Ma ha imparato a vivere il presente, a sentirsi in pace con il mondo, a non chiedere nulla più di quello che ha perchè quello che ha gli basta per vivere tranquillo.
La luce del sole che brilla tra le foglie ha un nome specifico, in giapponese, si chiama "komorebi". Il vento che muove le foglie fa si che quel gioco di luci e ombre esista solo una volta, in quel momento. Ed è questo il senso del film.
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felicity
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sabato 22 giugno 2024
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un''opera fatta di silenzi e immagini
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Perfect Days ci dice principalmente che esiste un modo di vivere liberi, che non ha bisogno di fantasie di isolamento, cambi di vita radicali. La libertà è dentro di noi, non fuori da noi.
Non è semplice parlare di un film come questo: un'opera fatta di silenzi, immagini e pochissime parole.
Il susseguirsi di fotogrammi suggerisce uno sguardo sull'anima e sulla esistenza senza mai imporlo, ma lasciando che lo spettatore si inoltri sul percorso delle proprie risonanze interiori.
È nello sguardo del protagonista sulla vita e sulle sue sfumature, così come nella musica che ama e negli incontri immersi nei silenzio, che si gioca il film.
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Perfect Days ci dice principalmente che esiste un modo di vivere liberi, che non ha bisogno di fantasie di isolamento, cambi di vita radicali. La libertà è dentro di noi, non fuori da noi.
Non è semplice parlare di un film come questo: un'opera fatta di silenzi, immagini e pochissime parole.
Il susseguirsi di fotogrammi suggerisce uno sguardo sull'anima e sulla esistenza senza mai imporlo, ma lasciando che lo spettatore si inoltri sul percorso delle proprie risonanze interiori.
È nello sguardo del protagonista sulla vita e sulle sue sfumature, così come nella musica che ama e negli incontri immersi nei silenzio, che si gioca il film.
I significati nascosti nell' ordito delle piccole e semplici cose.
Ha risuonato ed emozionato, così come sanno fare solo le vere opere d'arte.
In questo film c'è una delicatezza precisa, normale, che non va mai via. Wenders sa trovare un equilibrio incredibile, in cui qualunque elemento e qualunque scena hanno un peso specifico e una propria funzione. È bello, Perfect Days. Ma forse bello non rende l'idea. È caldo come un abbraccio, sincero come il consiglio di un amico; ricco di piccoli spunti, di dettagli, di scorci di alberi verdi e strade affollate.
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giuan
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martedì 4 giugno 2024
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lezioni di vita
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IL FILM E' MOLTO GODIBILE, E VIAGGIANDO AD UN RITMO PIù LENTO RISPETTO AI MOLTI , RIESCI A CATTURARE DEI GRANDI INSEGNAMENTI. PECCATO CHE I PREMI VADANO SEMPRE AI FILM CHE DANNO PIU' SCANDALO... QUESTO LI MERITAVA TUTTI.
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fortepiano
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sabato 1 giugno 2024
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bellissimo
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Non sono un critico di cinema ma ne ho colto il messaggio. E' anche il motto dell'Agenda 2030: "Non possiederai niente e sarai felice". Il protagonista dal passato frenetico tra affari e finanza a un certo punto della vita ha detto basta. Per sua fortuna si è salvato in tempo dai falsi meticci del mondo d'oggi scegliendo una vita minimalista che io condivido in toto. Un film pieno di poesia e messaggi positivi verso la natura. In fondo a noi basta così poco per vivere. Io abito di fronte al mare e ogni mattina quando mi desto lo osservo ammirandone la diversità dei colori ogni volta diversi.
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lucaguar
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domenica 26 maggio 2024
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apologia della sobrietà
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Hirayama è un uomo normalissimo: vive una vita tranquilla e lavora come operatore in un’impresa di pulizie che si occupa dei bagni pubblici di Tokyo. Nonostante il suo lavoro possa sembrare “basso” e poco gratificante, egli mostra grande zelo e impegno nella sua attività. Vive da solo nel suo monolocale, ma la sua solitudine non è mai impregnata di negatività, disperazione, isolamento, depressione secondo un clichè ormai diffuso in occidente.
Hirayama è poi un uomo molto routinario, ma anche in questo caso troviamo una lettura differente dalla forma mentis più comune: il riproporsi delle azioni della giornata non è mai visto come una ripetizione alienante ma come una sana ritualità, carica di senso, di un significato profondo per il protagonista, fatto di rapporti di cordialità e vicinanza alle persone e ai luoghi che frequenta, che sono per lui ormai familiari.
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Hirayama è un uomo normalissimo: vive una vita tranquilla e lavora come operatore in un’impresa di pulizie che si occupa dei bagni pubblici di Tokyo. Nonostante il suo lavoro possa sembrare “basso” e poco gratificante, egli mostra grande zelo e impegno nella sua attività. Vive da solo nel suo monolocale, ma la sua solitudine non è mai impregnata di negatività, disperazione, isolamento, depressione secondo un clichè ormai diffuso in occidente.
Hirayama è poi un uomo molto routinario, ma anche in questo caso troviamo una lettura differente dalla forma mentis più comune: il riproporsi delle azioni della giornata non è mai visto come una ripetizione alienante ma come una sana ritualità, carica di senso, di un significato profondo per il protagonista, fatto di rapporti di cordialità e vicinanza alle persone e ai luoghi che frequenta, che sono per lui ormai familiari.
Hirayama è poi un uomo di pochissime parole ma, ancora una volta, la lettura che dà Wenders del silenzio non è segnata da una idiosincrasia: parla solo se necessario, preferisce lavorare sodo e, nella sua pausa pranzo, fotografare le chiome degli alberi con una vecchia macchina fotografica analogica, ascoltare vecchi brani rock rigorosamente tramite musicassette e leggere ottimi libri la sera alla luce di una lampada: non è certo un tecnomaniaco ossessionato dal mito del progresso.
L’unica piccola frattura in questa trama placida e irenica è forse l’incontro con la nipote fuggita di casa dopo la lite con la madre, sorella di Hirayama, molto amata dall’uomo e che risveglia in lui anche la parola. Con la sorella appunto sembra non abbia avuto buoni rapporti in passato o, semplicemente, come dice Hirayama stesso “viviamo in mondi diversi”.
"Perfect Days" è un film davvero originale e direi “paradossale”: riesce ad oltrepassare gli schemi del cinema occidentale e a contrastare con una visione del cinema come intrattenimento, spettacolo, in cui devono per forza “accadere cose”; un film paradossale appunto, proprio perché ad uno sguardo abituato al cinema odierno questo film potrebbe facilmente apparire noioso: al contrario, paradossalmente, proprio in questa sua apparente “immobilità” è un’opera che suscita davvero una infinità di riflessioni, che sarebbe impossibile riassumere tutte qui. Il tema che personalmente mi ha più colpito è stato il richiamo all’essenzialità: se si dovesse trovare un termine adatto a "Perfect Days" questo sarebbe certamente “sobrio”. In un’epoca di impetuoso sviluppo tecnico-scientifico, caratterizzata dalla fretta e dalla frenesia, da edonismi narcisistici e dalla volontà di esibirsi sul palco dei social network a caccia di consensi che certifichino la significanza dell’esistenza, Wenders ci mostra che è possibile vivere in un altro modo, in un altro mondo non, come sembrerebbe facile dire, “apprezzando le piccole cose”, anche perché non si sa mai poi cosa questo significhi, ma piuttosto apprezzando la semplicità della vita, che proprio una cosa “piccola” non è, ed è incredibilmente rara oggi. Tornare ad essere semplici, umili e miti come fa quest’uomo è invece, sembra dirci Wenders, molto complicato: guardare il mistero insito nella chioma di un albero, cantare assieme alla nipote, mettersi a giocare con un uomo affetto da un tumore in fase terminale (una delle scene più belle e struggenti) sono gesti che mostrano che si può essere veramente umani soltanto se ci si eleva, ma abbassandosi a ciò che il mondo rigetta oppure non considera se non come perdita di tempo. Anche quando Hirayama sembra deluso per il cattivo rapporto con la sorella, e la sua pacifica serenità sembra vacillare (inizia a bere e fumare…) in realtà ha la forza di non concedersi ad un facile edonismo o ad una depressiva disperazione.
Wenders, all’alba degli ottant’anni, si richiama al grande cinema giapponese, che ha più volte dichiarato di amare molto (in particolare Ozu), e riesce nell’impresa di riprenderne la purezza e la sobrietà. C’è ancora speranza per il cinema, finché avremo registi del calibro di Wim Wenders. Complimenti per questa ennesima gemma.
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