ivan
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lunedì 6 gennaio 2025
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autoreferenziale e inultimente lungo
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Christopher Nolan con Oppenheimer tenta di raccontare la complessa figura del “padre della bomba atomica”, ma il risultato è un film che, nonostante le sue ambizioni, soffre di gravi squilibri narrativi e un’eccessiva autoreferenzialità.
La pellicola si perde nel tentativo di condensare troppe tematiche: la scienza, la politica, la moralità, il dramma personale. Questo approccio rende il ritmo frammentario, alternando momenti avvincenti a lunghe sezioni verbose che appesantiscono l’esperienza. Nolan sacrifica l'introspezione dei personaggi a favore di dialoghi densi e a tratti didascalici, che sembrano voler impressionare più che coinvolgere.
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Christopher Nolan con Oppenheimer tenta di raccontare la complessa figura del “padre della bomba atomica”, ma il risultato è un film che, nonostante le sue ambizioni, soffre di gravi squilibri narrativi e un’eccessiva autoreferenzialità.
La pellicola si perde nel tentativo di condensare troppe tematiche: la scienza, la politica, la moralità, il dramma personale. Questo approccio rende il ritmo frammentario, alternando momenti avvincenti a lunghe sezioni verbose che appesantiscono l’esperienza. Nolan sacrifica l'introspezione dei personaggi a favore di dialoghi densi e a tratti didascalici, che sembrano voler impressionare più che coinvolgere.
Anche la regia, solitamente punto forte di Nolan, qui appare troppo fredda e distaccata. La scelta di una narrazione non lineare crea confusione più che tensione, risultando artificiosa. Visivamente impeccabile e accompagnato da una colonna sonora ossessiva ottima ma fuori contesto, il film è un trionfo di forma, ma manca di sostanza emotiva e profondità reale. Oppenheimer è un’opera ambiziosa, ma eccessivamente compiaciuta e sopravvalutata, che non riesce a reggere il peso delle sue aspirazioni.
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ivan
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lunedì 6 gennaio 2025
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autoreferenziale e inultimente lungo
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Christopher Nolan con Oppenheimer tenta di raccontare la complessa figura del ?padre della bomba atomica?, ma il risultato ? un film che, nonostante le sue ambizioni, soffre di gravi squilibri narrativi e un?eccessiva autoreferenzialit?.
La pellicola si perde nel tentativo di condensare troppe tematiche: la scienza, la politica, la moralit?, il dramma personale. Questo approccio rende il ritmo frammentario, alternando momenti buoni a lunghe sezioni verbose che appesantiscono l?esperienza. Nolan sacrifica l'introspezione dei personaggi a favore di dialoghi densi e a tratti didascalici, che sembrano voler impressionare pi? che coinvolgere.
Anche la regia, solitamente punto forte di Nolan, qui appare troppo fredda e distaccata.
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Christopher Nolan con Oppenheimer tenta di raccontare la complessa figura del ?padre della bomba atomica?, ma il risultato ? un film che, nonostante le sue ambizioni, soffre di gravi squilibri narrativi e un?eccessiva autoreferenzialit?.
La pellicola si perde nel tentativo di condensare troppe tematiche: la scienza, la politica, la moralit?, il dramma personale. Questo approccio rende il ritmo frammentario, alternando momenti buoni a lunghe sezioni verbose che appesantiscono l?esperienza. Nolan sacrifica l'introspezione dei personaggi a favore di dialoghi densi e a tratti didascalici, che sembrano voler impressionare pi? che coinvolgere.
Anche la regia, solitamente punto forte di Nolan, qui appare troppo fredda e distaccata. La scelta di una narrazione non lineare crea confusione pi? che tensione, risultando artificiosa.
Visivamente impeccabile e accompagnato da una colonna sonora ottima ma fuori contesto, il film ? un trionfo di forma, ma manca di sostanza emotiva e profondit? reale. Oppenheimer ? un?opera ambiziosa, ma eccessivamente compiaciuta e sopravvalutata, che non riesce a reggere il peso delle sue aspirazioni.
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asia
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giovedì 4 aprile 2024
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scritto bene
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Scritto bene, storia avvincente. Personalmente la regia non ha convinto e nemmeno la fotografia. Il solito grande attore magnetico invece fa tutto quello che serve ad attaccarti allo schermo.
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paolorol
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mercoledì 13 marzo 2024
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agli oscar fanno il 3x2 !!
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Mesi fa ho scritto già una recensione monostellata ma ora, dopo la pioggia di Oscar, abbondantemente preannunciata e prevedibilissima, ho avvertito la necessità di rivedere il film con un occhio il più possibile distaccato e critico. La mia impressione è stata ancora più negativa proprio a causa del fatto che ho fatto grandi sforzi mentali per capire come e perchè il film abbia ottenuto così tanti premi e che non sono riuscito a trovare nessun valido motivo, se non il vecchio solito motivo: gli Oscar sono gli Oscar !
Hollywood è in crisi, questo è noto a tutti. L'AI ha scompigliato le carte e ha provocato crepe negli studios, bloccati dagli scioperi.
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Mesi fa ho scritto già una recensione monostellata ma ora, dopo la pioggia di Oscar, abbondantemente preannunciata e prevedibilissima, ho avvertito la necessità di rivedere il film con un occhio il più possibile distaccato e critico. La mia impressione è stata ancora più negativa proprio a causa del fatto che ho fatto grandi sforzi mentali per capire come e perchè il film abbia ottenuto così tanti premi e che non sono riuscito a trovare nessun valido motivo, se non il vecchio solito motivo: gli Oscar sono gli Oscar !
Hollywood è in crisi, questo è noto a tutti. L'AI ha scompigliato le carte e ha provocato crepe negli studios, bloccati dagli scioperi.
Nolan ha recuperato l'analogico nelle belle sequenze in B/N e questo mi pare il pregio formale più significativo dell' interminabile bioptic.
Tanti Oscar per nulla o quasi.
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steffa
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mercoledì 13 marzo 2024
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non da oscar
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credo che se avessero tagliato 1 ora e 40 sarebbe stato molto meglio, il film parte bene, è interessante, ma da metà diventa superfluo e dozzinale, a livelli di telefilm, trasformandosi in uno strazio di mattone, Emily Blunt irriconoscibile recita davvero da cani
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eraldo
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martedì 12 marzo 2024
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recensione non pubblicata
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Non è stata accettata: peccato, mi sembrava un contributo accettabile come gli altri.
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luigiluke
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lunedì 11 marzo 2024
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capolavoro? no, solo una biopic come tante
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Film didascalico e rassicurante per il pubblico americano, come piace all'establishment che per questo lo ha premiato con sette Oscar e comunque non quello per la miglior scenggiatura.
Film che in assenza dell'autentico deuteragonista della storia (le popolazioni colpite dall'atomica) soffre inevitabilmente della sindrome "chiacchiere e distintivo" e per questo persino i parrucconi dell'Academy non se la sono sentita di promuoverne la sceneggiatura.
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Film didascalico e rassicurante per il pubblico americano, come piace all'establishment che per questo lo ha premiato con sette Oscar e comunque non quello per la miglior scenggiatura.
Film che in assenza dell'autentico deuteragonista della storia (le popolazioni colpite dall'atomica) soffre inevitabilmente della sindrome "chiacchiere e distintivo" e per questo persino i parrucconi dell'Academy non se la sono sentita di promuoverne la sceneggiatura.
Nolan non vuole che il pubblico giudichi l'uomo Oppenheimer e offre quindi agli spettatori un melodramma di tre ore su un personaggio che era meglio per l'umanità fosse stato un asino in fisica, accompagnato da uno spettacolare videogame sul test Trinity. E una palestra per interpretazioni attoriali più accademiche che coinvolgenti.
Alla fine tutti applaudono, ma non si capisce cosa. Le omissioni nella storia abbondano. La più importante: nonostante l'opposizione di molti scienziati all'uso della bomba sul Giappone, fu "Oppy" insieme a Compton e Fermi a farsi fautore del lancio sulla popolazione, ritenendo che un'esplosione di prova non avrebbe convinto il Giappone ad arrendersi.
Ma al manierismo esasperato di Nolan erano più congeniali i presunti drammi interiori di un personaggio che dovrebbe suscitare compassione perché, poverino, non ha ottenuto il giusto tributo (magari il Nobel, perché no?) per avere creato l'arma che ha polverizzato in pochi istanti 300.000 persone e non si sa quanta loro progenie.
Davvero imbarazzante pensare che un film del genere possa considerarsi un capolavoro e non piuttosto un biopic come tanti, ridondante e persino pedante, incapace di veicolare un messaggio diverso da quello che piace tanto alla Hollywood lib&dem, che invece di chiedersi come mai Hiroshima e Nagasaki non siano mai stati indagati come crimini contro l'umanità, compiace chi si è sforzato di riabilitare un "distruttore di mondi".
Poi ci sarebbe il film, il solito Nolan, il montaggio sempre più complesso e spiazzante, le musiche che sembrano quele di Tenet, ma solo più ingombranti, le scene curatissime anche se il personaggio i turno deve solo bere un bicchier d'acqua ecc.: ma cosa ce ne importa? Tanto tutto quel che contava è la scena della bomba che esplode. Il resto è mancia, e spesso noia.
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(di serpina)
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eraldo
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lunedì 11 marzo 2024
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recensione a scoppio ritardato...
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Ho visto il film solo ieri sera, 10-03-2024 e mi sono posto il mio primo solito problema di giudizio, più empatico che razionale sul fatto che sia o meno un grande film, almeno per me, senza farmi condizionare troppo da tutti quelli premianti che sono piovuti. Non vorrei dire tanto rumore per nulla, anche se il suono a volte è quasi un intercalare rumoroso per tenere alta l'attenzione di un film che si allunga per quasi 3 ore senza essere troppo pesante. Ho trovato l'impatto umano sempre un attimo indietro al valore dei personaggi, persino quello di Oppenheimer, anche se di lui spicca un'etica onesta profonda e certamente non banale, cosa non così scontata per gli altri, eccezzion fatta per le donne, grandi, profonde, assai più mature degli uomini nella coerenza quanto nel dolore e nella stessa disperazione.
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Ho visto il film solo ieri sera, 10-03-2024 e mi sono posto il mio primo solito problema di giudizio, più empatico che razionale sul fatto che sia o meno un grande film, almeno per me, senza farmi condizionare troppo da tutti quelli premianti che sono piovuti. Non vorrei dire tanto rumore per nulla, anche se il suono a volte è quasi un intercalare rumoroso per tenere alta l'attenzione di un film che si allunga per quasi 3 ore senza essere troppo pesante. Ho trovato l'impatto umano sempre un attimo indietro al valore dei personaggi, persino quello di Oppenheimer, anche se di lui spicca un'etica onesta profonda e certamente non banale, cosa non così scontata per gli altri, eccezzion fatta per le donne, grandi, profonde, assai più mature degli uomini nella coerenza quanto nel dolore e nella stessa disperazione. La bomba stessa nel suo sviluppo di luce deflagrante lo è nella sua semina di morte enorme quasi epica per un pianeta in fondo troppo piccolo per lei, con cui potrebbe con più esplosioni cancellare milioni di anni di luminose fatiche della vita per affermare la sua incredibile bellezza e biodiversità interconnessa.
Non posso aggiungere molto altro se non l'iquietante fascino di Los Alamos, la non comune grandezza americana di costruire partendo a costruire dal nulla e la determinazione pionieristica nel farlo, gli entusiasmi quasi infantili. La giusticazione che un'invasione di terra del Giappone per costringerlo alla resa, sarebbe costata ben più vittime delle due terribili bombe credo sia fondata, anche se non sta certo a me giudicare la Storia umana, in cui le guerre rappresentano da millenni l'errore più tragico contro la stessa umanità..
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cinzia
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martedì 13 febbraio 2024
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incollati alle poltrone!
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non faccio #spoiler
Per Nolan è impossibile passare da A a B in maniera diretta, deve prima andare da P a A e poi da C a M per poi arrivare a B. E usare solo il Bianco e Nero? Noooo deve aggiungerci ogni tanto il colore e tu, spettatore, stai lì a pensare se il colore lo sta usando per distinguere il presente o la realtà e il bianco e nero forse lo usa per la documentazione storica e i racconti del passato, o i pensieri, invece no; impossibile trovare una logica sull’uso del colore e se ci stai troppo a riflettere rischi di perderti la storia, anzi l’intrico di storie.
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non faccio #spoiler
Per Nolan è impossibile passare da A a B in maniera diretta, deve prima andare da P a A e poi da C a M per poi arrivare a B. E usare solo il Bianco e Nero? Noooo deve aggiungerci ogni tanto il colore e tu, spettatore, stai lì a pensare se il colore lo sta usando per distinguere il presente o la realtà e il bianco e nero forse lo usa per la documentazione storica e i racconti del passato, o i pensieri, invece no; impossibile trovare una logica sull’uso del colore e se ci stai troppo a riflettere rischi di perderti la storia, anzi l’intrico di storie. Perché Oppenheimer non è solo la biografia del creatore della bomba atomica americana, l’artefice del Progetto Manhattan, ma pure un’analisi dei rapporti conflittuali tra scienza, politica e etica. Oppenheimer passa attraverso le forche caudine dei suoi problemi mentali, delle sue complicate relazioni sentimentali, della sua attrazione verso il partito comunista (in America! Negli anni ‘50!!) della difficoltà di tenere assieme un team di scienziati mezzi geni e mezzi narcisi con il continuo interferire della politica e della storia, per non parlare dei suoi rimorsi per aver realizzato uno strumento di morte così terribile come l’atomica.
Nolan evidenzia come Oppenheimer passi dal suo essere un “teorico” puro (lo vediamo in effetti molto imbranato fin da giovanissimo quando studia chimica in Inghilterra e odia stare in laboratorio) al pragmatismo più concreto quando riesce a creare dal nulla un’intera cittadina nel deserto (Los Alamos) con casette per gli scienziati e famiglie e strutture per progettare e creare e poi testare la prima bomba atomica. E’ proprio nel suo ritrovarsi con le mani e la testa nella più cruda realtà che spinge Oppenheimer a rifiutare qualsiasi altra arma ad alto potenziale e questo suo atteggiamento di opposizione non verrà, al principio, capito e addirittura mal interpretato dalla politica e dalla opinione pubblica.
Per quanto riguarda la regia: è quella che dà il tono al film ché una regia banale e troppo asciutta lo avrebbe reso un documentario storico; invece Nolan non è un regista “esecutore”, ma è un creativo in quanto attraverso l’uso del colore o del bianco nero, dell’intreccio di storie, del flashback, della voce narrante, dei salti temporali (un maestro nei salti temporali, basta guardare la sua filmografia precedente…) il sapiente uso dei punti di vista di ciascun personaggio, le inquadrature in primo piano che fanno intuire, preparano o sviano abilmente lo spettatore, rendono Oppenheimer un film che non sarà dimenticato ed emoziante da vedere. Da non sottovalutare poi, la bravura degli interpreti; dapprima, non ho riconosciuto Matt Damon nel grassoccio generale Leslie Groves, questo per dire quanto Damon sia spettacolare nel calarsi nel ruolo e nell’interpretazione; eccezionale, svettante sopra tutti, è pure la recitazione di Robert Downey Jr nel ruolo dell’antipatico viscido ambiguo politico Lewis Strauss, nemico acerrimo di Openheimer. Il protagonista è Cillian Murphy, un attore feticcio per Nolan, in quanto è presente in buona parte dei suoi film, sia in ruoli marginali che principali e ha questo volto spigoloso, molto particolare, che però si adatta plasticamente a tutti i ruoli affidatagli e riesce a rendere Oppenheimer credibile in un range d’età molto lungo (da quando è universitario fino a oltre i sessant’anni).
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giorgio santonocito
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giovedì 11 gennaio 2024
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musica assurda !
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Il film si sviluppa bene ma la musica sempre in crescendo e molto fastidiosa rende la visione e l'ascolto dei dialoghi impossibili!! Una stella è il massimo.
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