Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 125 minuti |
Regia di | Giuseppe Piccioni |
Attori | Riccardo Scamarcio, Benedetta Porcaroli, Valeria Bilello, Lino Musella Sandra Ceccarelli, Antonio Salines, Vincenzo Nemolato, Costantino Seghi. |
Uscita | giovedì 24 febbraio 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 3,44 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 13 marzo 2023
Sul finire degli Anni Trenta ad Ascoli Piceno Luciano scoprirà l'amore. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office L'ombra del giorno ha incassato 337 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Ascoli Piceno, 1938. Luciano è il proprietario di un ristorante che si affaccia sulla piazza principale della città, reduce della Grande Guerra dalla quale ha riportato una gamba perpetuamente offesa e l'amara consapevolezza di saper uccidere, se necessario. Simpatizza blandamente per il Partito Fascista al potere, conta fra le sue frequentazioni un gerarca locale e osserva le parate delle giovani italiane dalla finestra del suo frequentato esercizio. Un giorno davanti a quelle finestre appare Anna, giovane donna che si offre di svolgere qualsiasi lavoro, e Luciano la assume come cameriera. Presto diventerà evidente che Anna ha qualità particolari: ha studiato, è capace e piena di iniziativa. E fra i due comincia a nascere un sentimento che va oltre l'apprezzamento del datore di lavoro, o la gratitudine di una neoassunta.
Giuseppe Piccioni torna nella sua città natale e ogni inquadratura del suo L'ombra del giorno riflette l'amore e la familiarità che prova verso il luogo dove è cresciuto: il ristorante di Luciano è creato dentro lo storico Caffè Meletti, che per gli ascolani è un simbolo e un testimone della Storia.
Così è anche Luciano, osservatore silenzioso che si fa i fatti suoi finché Anna e la realtà non irrompono nella sua vita in qualche misura rassegnata. Anna spariglia le carte e lo pone di fronte a scelte e dilemmi anche morali che Luciano non si aspettava, perché non è un giovane reduce ma un uomo fatto come lo erano i quarantenni nel Novecento, già appartenenti ad una terza età conclamata.
Riccardo Scamarcio, anche produttore, lo interpreta completamente contro tipo, o almeno contro l'immagine con cui l'attore è stato spesso identificato in passato: bello, tracotante, capriccioso. Luciano è invece fisicamente "zoppo", caratterialmente morigerato, benché autorevole, stabile nelle emozioni e nella logica piena di buon senso. In lui c'è quella malinconia di chi "vive senza scelta né motivo" che dà forma a tutta la narrazione e colora una Ascoli Piceno che si fa teatro crepuscolare, piena delle ombre del titolo che sono il riflesso dei dubbi del protagonista e delle sue emergenti, pericolose certezze. "Come la penso io?", dirà Luciano a chi presume di conoscerlo, ma è evidente che lo chiede anche a se stesso, e dovrà prima o poi darsi una risposta.
Per Scamarcio questo è il ruolo della maturità e della conferma come attore; accanto a lui Benedetta Porcaroli nei panni di Anna è una presenza giovane con qualche accenno di modernità di troppo ma una buona generosità interpretativa, e un coro di caratteristi come Lino Musella, l'ottimo Vincenzo Nemolato, e Antonio Salines, cui il film è dedicato poiché è mancato prima della sua uscita, mettono a frutto la loro esperienza teatrale. Unico anello debole Wael Sersoub in un ruolo che non possiamo rivelare, non tanto per incapacità dell'attore ma per qualche illogicità e disattenzione di troppo nel tratteggio del suo personaggio.
Piccioni ricostruisce con calma e gentilezza quel mondo ambiguo prossimo a scollinare nella follia, creando ricostruzioni di ambiente che ricordano il cinema di Pupi Avati senza le sue sdolcinature, e certi momenti deliranti di quello di Marco Bellocchio senza la sua iperbole visionaria. Le ombre della storia (e della Storia) si allargano a poco a poco, le pareti si smarginano e scolorano nel procedere di un inganno collettivo che solo la guerra finirà per smascherare.
Le musiche di Michele Braga sostengono la narrazione più che semplicemente accompagnarla, e la scelta della canzone Vivo, contemporanea ma costruita come un motivetto d'epoca, rimanda alla modernità che la vicenda può avere, se la si osserva in filigrana: perché il concetto della "legittimità del diritto positivo" è qualcosa che ancora ci riguarda, così come la necessità morale di non "sottrarsi alla responsabilità di obbedire ad una legge sbagliata".
Il nome del cantautore che ha composto Vivo, Andrea Laszlo De Simone, fornisce anche un altro indizio: il riferimento a Viktor Laszlo e alla trama di Casablanca, cui gli sceneggiatori Gualtiero Rosella (in un felice ritorno al cinema di Piccioni) e Annick Emdin (nome nuovo di provenienza letteraria e teatrale da mettere sulla mappa), attingono incrociando però i caratteri e stravolgendo l'ipotesi del pentimento futuro. Alcuni scambi di battute (Luciano ad Anna: "Che tipo siete voi?" Anna: "Non si vede?" Luciano: "Non tutto") sono ispirati e contribuiscono non poco a caratterizzare i personaggi in scena.
L'ombra del giorno è una favola composta e sincera su un'epoca involontariamente ridicola dalle conseguenze terribili, e ha un'ambizione non arrogante ma convinta che anche il cinema italiano possa figurare con dignità nel panorama autoriale europeo, ripercorrendo il suo passato con misura ed eleganza.
C’è un superclassico hollywoodiano a cui si ispira “L’ombra del giorno”: vi era un proprietario di locale, era ambientato durante la seconda guerra mondiale, vi era un triangolo sentimentale e un amore che aveva messo radici in profondità.Chi ha capito di quale film si tratta potrà quindi apprezzare questo film di Piccioni, regista poco prolifico ma capace di belle opere, come ad esempio “Il rosso [...] Vai alla recensione »
Un film bello , in alcuni momenti bellissimo . Una storia dolente e delicata ma mai lagnosa, punteggiata quà e là da una presa in giro dei costumi e delle consuetudini di un regime cui non mancava la protervia e la ferocia ma era prima di tutto ridicolo . Il film scorre veloce , non ci sono pause , anzi l'attesa di quanto succederà nella scena successiva è [...] Vai alla recensione »
Film di sguardi e di parole che affronta un tema purtroppo già drammaticamente visto , ma che sa renderlo nuovo ed empatico pur nella sua drammaticità. Bravissimi i due protagonisti: Scamarcio impassibile, ma con un fuoco e una forza interiore fortissimi ( attore secondo me incomprensibilmente sottovalutato ) e la Porcaroli sempre più brava nel suo personaggio fatto di silenzi [...] Vai alla recensione »
Una improbabile coppia nasce tra i tavoli del ristorante, fra menzogne ed omissioni, mentre dalle vetrine splende la piazza, con ragazzette prodighe di timidi sorrisi carichi di speranze mal riposte. Quello di Luciano é un personaggio complesso, animato da uno Scamarcio alla prova più impegnativa della sua carriera. La Porcaroli - astro nascente del cinema italiano - é volitiva [...] Vai alla recensione »
Un film lento, intenso sul filo della tensione e del dubbio. Pur non essendo tra i miei attori preferiti, Scamarcio è perfetto nel ruolo del gestore del locale. Sornione, attento, soffre la solitudine dei reduci di guerra. Benedetta Porcaroli è bravissima nell'interpretazione di una ragazza in bilico tra identità e amore. Un bel film, che si farà ricordare per l'intreccio [...] Vai alla recensione »
Un bel film italiano ambientato nella splendida piazza di Ascoli Piceno: uno sguardo sull'Italia ai tempi della dittatura fascista dal microcosmo umano e sentimentale di un ristorante che affaccia sulla piazza. Amore e violenza del regime che avanza che si incrociano in una storia piacevole e ben recitata. I protagonisti Scamarcio e Porcaroli mi sono sembrati in gran forma, così come tutto [...] Vai alla recensione »
un amore che non poteva nascere..cosi diversi ,così lontani, cosi non miscelabili.. o fors ehanno vissuto in mondi che non erano loro. delicato, sensibile .. non collocabile nel tempo.. ma nell'epoca.. dell'amarezza figlia di una guerra tra poveri, della paura di appartenre a popoli diversi, dall'angoscia di futuro di ombre e incubi che sta prendere giorno e dalla voce di [...] Vai alla recensione »
Buongiorno, ho visto in questi giorni su Netflix il film di Piccioni "L' ombra del giorno". Indubbiamente bravi entrambi gli attori Scamarcio e Porcaroli, sicuri e ben dentro la loro parte, ma c' è sempre un lato oscuro che noto in parecchi film o serie italiani. Spesso le parole non vengono scandite chiaramente e lentamente e i dialoghi tra gli attori risultano incomprensibili. [...] Vai alla recensione »
Ascoli Piceno, una vetrina e tutto si svolge dietro questo vetro. L'umanità la dolcezza la solitudine, un regime da dimenticare. Veramente Suonala ancora Sam in salsa all'italiana raffinato e intenso. Scamarcio ha capito ed aggiungo molto bene, che ora è un attore maturo. personaggi accennati, così come il venticello della calunnia davanti al vetro viene benissimo descritto [...] Vai alla recensione »
Un film potente che va commentato con neutralità ideologica e con rispetto per la storia italiana, che mai deve essere riscritta o mistificata in base alle posizioni politiche. Ciò premesso, ognuno si può sbizzarrire ad osannare o denigrare il film, secondo il proprio metro di giudizio, che tenga quindi esclusivamente conto dei valori artistici dell'opera, dell'abilità [...] Vai alla recensione »
Un melo'? Una commedia? Un film drammatico,ma politicamente corretto?Il film funziona, Scamarcio è bravo e si cimenta in un ruolo diverso dal solito. Lei bravina,acerba,ma talentuosa. Purtroppo i film "impegnati" ruotano tutti sui temi mainstream,e anche questo non si smentisce. Un po' patetico il tentativo drammaturgico di mantenere la reputazione di lei che resiste al [...] Vai alla recensione »
Siamo ad Ascoli Piceno, nell'Italia del fascismo e delle leggi razziali. Luciano, mite ristoratore, reduce di guerra ormai assuefatto alla dittatura fascista, offre un'opportunità lavorativa ad Anna, ragazza dall'oscuro passato, che si propone come cameriera del suo locale. Giuseppe Piccioni torna a girare nella sua città natìa, dove aveva ambientato il suo film d'esordio autobiografico ("Il grande [...] Vai alla recensione »
Qualcosa di preoccupante aleggia nell'aria. Nel film L'ombra del giorno diretto da Giuseppe Piccioni, ora al cinema con 01 Distribution, è il 1938, ma quell'epoca, con i suoi sinistri presagi di guerra, oggi sembra molto meno lontana. Siamo ad Ascoli, precisamente al centro della cittadina dove c'è un ristornate raffinatamente gestito da Luciano, un ex soldato che dalla Prima guerra mondiale non ha [...] Vai alla recensione »
Dramma d'amore, delazione e razzismo nell'Italia fascista: ristoratore, Scamarcio dà lavoro a una misteriosa Porcaroli in fuga. Già in sceneggiatura personaggi un po' rigidi annunciano una nota cronaca storica. Il fatto è che quando ci spostiamo nel tempo l'immagine, dai volti degli attori al mondo che li contiene, ci dice dove e quando siamo, e se qui ci dice che invece del 1938 ad Ascoli Piceno siamo [...] Vai alla recensione »
Fine anni 30, Ascoli Piceno, Luciano è un decorato di guerra, fascista come tutti, guarda il mondo da una vetrina, la sua, quella del ristorante-bar della piazza. Arriva Anna, è giovane, forse nasconde qualcosa, chiede di essere messa alla prova, ci sa fare. Magari non è sola ma Luciano si innamora. La tragedia incombe e può avere la faccia viscida di Osvaldo (Lino Musella), uno tipo lo Sciagura di [...] Vai alla recensione »
Fuori dal mondo. Un po' appartati, nascosti, discreti. Quasi intimiditi dall'arroganza di chi se ne va sicuro per la sua strada, senza dubbi né incertezze. Sono spesso così i personaggi dei film di Giuseppe Piccioni. Anime fragili, anime giuste. Anime che prima o poi finiscono per incontrarsi e per riconoscersi. Era così nel suo film più famoso, Fuori dal mondo (1999), storia dell'incontro tenero e [...] Vai alla recensione »
Ne abbiamo visti a decine, e ancora ne arrivano sugli schermi come se gli anni non fossero passati, e certi difetti fossero sempre invisibili agli occhi di chi scrive le sceneggiature (il regista con Gualtiero Rosella e Annick Emdin); di chi produce il film (Riccardo Scamarcio); di chi lo gira (Giuseppe Piccioni) e dirige gli attori (Scamarcio medesimo e Benedetta Porcaroli, vista in "Baby" e "La scuola [...] Vai alla recensione »
È una luce abbacinante quella che, dalla piazza di Ascoli Piceno, filtra attraverso le vetrine fino ai tavoli del ristorante gestito da Luciano, un reduce della Grande Guerra - interpretato da un equilibrato Riccardo Scamarcio - che pare vivere sospeso in tutto quel chiarore, osservando il fascismo rivelare sempre più le proprie ombre. Fine anni Trenta.
«L'ombra del giorno»: ovvero, l'ombra della Storia. Il regista Giuseppe Piccioni ritrova la sua Ascoli Piceno, che faceva già da sfondo al suo film di esordio «Il grande Blek», per raccontare una storia d'amore: un amore al confine, un amore diviso, appunto, tra luce e ombra: tra le luci e le ombre della Storia. Prendendola un po' alla larga (un po' tanto), alcuni analisti hanno paragonato l'invasione [...] Vai alla recensione »
Il nuovo film di Giuseppe Piccioni, sin dal titolo, è un racconto di ombre che incombono. Quelle della Storia (così lontane eppure sorprendentemente attuali nei giorni convulsi di una guerra alle porte dell'Europa) e quelle proiettate sulle anime dei protagonisti. Luciano (Riccardo Scamarcio in un ruolo maturo, capace di incarnare il grumo di sentimenti di un uomo morigerato persino nel suo risentimento) [...] Vai alla recensione »
1938, l' Italia fascista firma le leggi razziali contro i cittadini italiani ebrei che vengono espulsi dalle scuole e dalle università, qualcuno inizia a fuggire da un paese ormai ostile come altri nell' Europa che sta per cominciare una nuova guerra, mentre sulle vetrine dei negozi appaiono i primi cartelli che fieramente rivendicano il proprio statuto di «negozio ariano».
Ascoli Piceno, fine anni Trenta. Luciano, azzoppato reduce di guerra e fascista come gran parte degli italiani, è il proprietario di un ristorante, che diventa anche il suo rifugio nel quale isolarsi dal mondo esterno, attraversato da segnali sempre più inquietanti e osservato attraverso un vetro. Un giorno alla sua porta compare Anna, che cerca un lavoro e nasconde un segreto.
Ascoli Piceno, 1938. Il claudicante Luciano (Scamarcio, molto bravo), gestisce un ristorante che si affaccia su una piazza antica. Un giorno, si presenta Anna (Porcaroli, in- tensa al punto giusto) per chiedere un lavo- ro. Tra i due, come da copione, nasce l'amore, ma le leggi razziali stanno per cambiare la vita di molte persone. E se Anna nascondesse un segreto? Piccioni racconta bene il clima incerto, [...] Vai alla recensione »
C'è spesso un vetro che divide il dentro e il fuori in L'ombra del giorno. La quasi totalità delle volte è quello che divide la sala del ristorante dalla piazza. Ma in una scena è in un'esterno, in uno sguardo tra Anna e Luciano dopo la scena del ballo della ragazza. La suddivisione è netta. C'è la Storia (il Fascismo, l'entrata dell'Italia in guerra) che avviene all'esterno e la rappresentazione di [...] Vai alla recensione »
È un film sugli opposti quello di Giuseppe Piccioni. E l'intenzione appare già dal titolo: L'ombra del giorno. Ossimoro che mette in luce (e in ombra) la dicotomia di questa storia nella quale emergono tutte le fratture, le scissioni, i contrasti, le contraddizioni e le dualità dell'animo umano. Ascoli Piceno, 1938. Sono gli anni dell'Italia fascista e delle leggi razziali.
Il cinema di Giuseppe Piccioni non si è mai confrontato direttamente con la Storia, ma ha sempre cercato nella contemporaneità il flusso intimista e sospeso dei corto circuiti spazio -temporali tra i suoi personaggi, spesso un uomo e una donna, in una tensione erotica ed etica tra l'astrattezza e l'immobilismo di un ideale vagheggiato o intuito e il concreto agito di un moto pulsionale, del desiderio [...] Vai alla recensione »
Trentaquattro anni e dieci film dopo "Il Grande Blek", l'ascolano Giuseppe Piccioni è tornato nella sua città natale per girarvi "L'ombra del giorno". Non sarà stato facile mettere insieme un progetto del genere: in costume, sui temi del Ventennio, sotto i morsi della pandemia. Ma alla fine, dopo qualche inciampo produttivo, attraverso lo sforzo congiunto di Rai Cinema e "Lebowski", il film s'è potuto [...] Vai alla recensione »