patty
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domenica 26 maggio 2024
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non fa per te
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guaz81
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giovedì 9 febbraio 2023
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cucina horror per un film horror
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Oltre all'ovvietà del film di sottolineare la mancanza di contatto con la realtà e l'initile spettacolarità degli chef televisivi o di chiunque si creda chef, dato dall'apparenza, senza dare alcun importanza di base al cibo che si sta mangiando, questo film decanta le banalità più ovvie delle conseguenze di questa visione, portando come piatto fatto con amore, un cheesburger, altra decadenza diametralmente opposta.
Conclusione: tempo buttato. Ma questo film almeno nei primi momenti può ricordare i bei tempi de La Gamde Abbuffata. Ma almeno quello aveva valori nettamente migliori.
Deludente.
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eugenio
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sabato 28 gennaio 2023
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cucina horror
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Lo scarto, il frantume diviene pietra d’angolo, un particolare che rimanda a un universale, che lo redime attraverso una corrispondenza tra i diversi frammenti che restituiscono loro una centralità. Cucina alta gamma contro cheeseburger. Alto contro basso. Poli opposti che divergono nel classico luogo isolato, dove regna un ancor più classico ristorante di lusso, con clienti, gli ancor più classici “gente per bene”, radical chic manager di ricchissime società di non si sa bene cosa, piattume imborghesito di critici gastronomici, attori mitomani e presuntuosi, yuppie (come si diceva una volta) e ipocriti mariti (come si dice ancora oggi, meglio con l’accezione cornuti). A gestire il tutto uno chef megalomane (si chef) filosofo naif dai toni quanto surreali tanto inquietanti e una coppia di “fighetti” new age, uno in fissa e quasi adorante nei confronti di questa cucina “stellare” e l’altra, acidina e deboluccia che sarà la sola a uscirne viva come da copione, magari perché no, degustando un buon cheeseburger. Con tanto di sorriso in un climax in fiamme. Ahimè non simbolico.
The menu di Mark Mylod è in fondo un film semplice che sotto la scorza di una satira sociale inviperita e travestita da horror tratteggia e vanamente schernisce quella profana pontificazione di molti chef dalle indiscusse capacità, rei di attrarre un pubblico indottrinato, incapace di reagire persino alle loro evidenze e che diviene in qualche modo succube.
Come il nostro fanatico di cucina, Tyler (Nicolas Hoult), fidanzato dell’acidina di cui sopra, Margot (Anja Taylor-Joy) apprenderà a sue spese, così contento di essere riuscito ad accaparrarsi un posto in quel ristorante esclusivo da comportarsi come zerbino; come del resto, farà, tutta la militaresca troupe del cuoco stellare (un convincente Ralph Fiennes), dal comportamento degno di un harakiri giapponese o, meglio di una setta.
Perché tutto sommato, in questo film che butta nel calderone tanti elementi, non finendo però per cuocerne a dovere realmente uno, null’altro abbiamo che persone solitamente diversissime (per quanto appartenenti all’alta borghesia), colte nella loro debolezza di un luogo isolato e inavvicinabile -che tanto si sa come va a finire (da centinaia di pellicole a questa parte)- e preda dei deliri di questa setta con a capo il guru che muove le ardite stelle, spingendo al suicidio, omicidio, e chi più ne ha più ne metta, i commensali o gli stessi collaboratori o, peggio ancora, elaborando un piano con precisa ossessione.
Argomenti estremi ma non estremizzati, perché in fondo in maniera non del tutto nascosta, avvengono anche da noi capaci di tradursi nelle umiliazioni di chi, sicuro di avere talento, viene messo alla porta o alla berlina senza il necessario giudizio critico, spesso superficiale. E a rendere tutto instabile, non poteva che esserci Margot, appunto, che non è la donna di cui è perennemente innamorato Lupin nella terza stagione, ma l’acidina che rifiutando le avances sottoforma di elaborate portate del grande cuoco, sovvertirà ogni piano.
E The menu sembra ricordarci questo. Che un buon cibo, può essere anche lo scarto, il frantume di cui sopra, e che un cibo eccellente è lo stesso preparato con amore. Senza la rabbia vendicativa di tante pietanze pretenziose.
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nuttyn
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venerdì 13 gennaio 2023
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la semplicità può salvare un mondo in decadenza
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Il mondo annoiato e colpevole ricerca false gratificazioni accettando supinamente offerte prive di senso, spacciate come soluzione per raggiungere il climax della perfezione, secondo la definizione filosofica: “Perfetto è ciò che è così buono che niente di simile potrebbe essere migliore”
I piatti che si alternano nella proposta culinaria dello chef Slowik (Ralph Fiennes) in “The menu” sono la rappresentazione di una deriva che può diventare pericolosa – e lo diventerà – proprio perché, privati dell’essenza (the breadless bread plate) non possono colmare il vuoto interiore dei convitati, ormai sull’orlo di un baratro esistenziale, alla disperata ricerca di qualcosa che possa dare senso alla loro esistenza.
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Il mondo annoiato e colpevole ricerca false gratificazioni accettando supinamente offerte prive di senso, spacciate come soluzione per raggiungere il climax della perfezione, secondo la definizione filosofica: “Perfetto è ciò che è così buono che niente di simile potrebbe essere migliore”
I piatti che si alternano nella proposta culinaria dello chef Slowik (Ralph Fiennes) in “The menu” sono la rappresentazione di una deriva che può diventare pericolosa – e lo diventerà – proprio perché, privati dell’essenza (the breadless bread plate) non possono colmare il vuoto interiore dei convitati, ormai sull’orlo di un baratro esistenziale, alla disperata ricerca di qualcosa che possa dare senso alla loro esistenza. Come nella grande abbuffata di Ferreri, dove però il cibo – vero – era un fine e non un mezzo, la vacuità può solo produrre sofferenza e annientamento. Margot (Anja Taylor Joy) si salva perché è vera, e capisce che l’unico edificio che non potrà mai crollare, è proprio quello della (semplice) verità.
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gustibus
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mercoledì 4 gennaio 2023
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come demolire l''alta cucina !..non ce''altro!
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La cosa migliore di questo bruttissimo film horror e'la candidatura a ben 2 Golden globes a Ralph Fiennes e Anya Taylor-Joi per...il ruolo in??una commedia brillante!!davvero pazzesco.Lo schef Slewik ha il piano diabolico di invitare il gota di persone alta borghesia ad una cena su un isola e sfoggiare tutta la sua rabbia contro la falsa eleganza morale di un famoso attore,di una famosa giornalista di cucina e altre persone colpevoli di una vita che ha fatto danni alla sua persona.Fuori dal coro Margot(A Taylor)molto brava che con la sua semplicità ha saputo sopravvivere a questa pazzia culinaria che sbeffeggia anche i veri chef di cucina mondiali.Il tutto e'condensato in una sala da pranzo con recitazione teatrali.
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La cosa migliore di questo bruttissimo film horror e'la candidatura a ben 2 Golden globes a Ralph Fiennes e Anya Taylor-Joi per...il ruolo in??una commedia brillante!!davvero pazzesco.Lo schef Slewik ha il piano diabolico di invitare il gota di persone alta borghesia ad una cena su un isola e sfoggiare tutta la sua rabbia contro la falsa eleganza morale di un famoso attore,di una famosa giornalista di cucina e altre persone colpevoli di una vita che ha fatto danni alla sua persona.Fuori dal coro Margot(A Taylor)molto brava che con la sua semplicità ha saputo sopravvivere a questa pazzia culinaria che sbeffeggia anche i veri chef di cucina mondiali.Il tutto e'condensato in una sala da pranzo con recitazione teatrali...il film non regge affatto sul racconto,non fa paura,non c'è horror vero...solo recitazione.Veramente brutto...forse originale ma da dimenticare.
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piema
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giovedì 29 dicembre 2022
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chi non è del giro, si salva!
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Commedia, horror? Direi satirico, grottesco, grandguignolesco. Prende in giro i grandi chef e i loro adoratori. Godibilissimo, pieno di colpi di scena. Chi non è del giro, ma è lì per puro caso, si salva. Top
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martedì 20 dicembre 2022
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grandi chef tremate!
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Bellissimo film fra satira, grottesco e thriller che rimette al loro posto i grandi chef e i loro ciechi estimatori
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kyotrix
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domenica 18 dicembre 2022
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mediocre
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Mi hanno portato al cinema a vedere questo film. Ma per favore...trama a dir poco ridicola e nulla.
Poi certo, ci sono alcune scene a battute che attaccano un sistema, che fanno sorridere. Il finale non è malaccio ( quello che fa la protagonista, rimango sul vago per non spoilerare ).
Ma questo non può bastare a salvare questa baracca. Situazione troppo surreale.
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fabio1967
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giovedì 8 dicembre 2022
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la morte è servita
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La cucuna nelle sue forme piu' raffinate, evocative e coinvolgenti, puo' legittimamente assurgere a nuova forma d'arte o si tratta molto piu' semplicemente di cibo elaborato, necessario alla vita in quanto nutrimento, ma incapace di coinvolgere realmente le pulsioni dell'anima? La narrazione sembra inizialmente sposare la prima ipotesi, ma in realta' preserva indenne il beneficio del dubbio fino all'emblematico finale. La pellicola ci conduce attraverso una intensissima visita guidata che travalica ogni aspettativa, mostrandoci come sia possibile alimentarci anche di sensazioni e stati d'animo. Il tutto pero' arriva all'estrema conseguenza di includere anche la morte come purificazione della colpa, come regina di tutte le portate, come ultima vera rappresentazione di un menu che non lascia scampo, che fa il bilancio delle nostre vite e ci condanna arbitrariamente e senza appello.
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La cucuna nelle sue forme piu' raffinate, evocative e coinvolgenti, puo' legittimamente assurgere a nuova forma d'arte o si tratta molto piu' semplicemente di cibo elaborato, necessario alla vita in quanto nutrimento, ma incapace di coinvolgere realmente le pulsioni dell'anima? La narrazione sembra inizialmente sposare la prima ipotesi, ma in realta' preserva indenne il beneficio del dubbio fino all'emblematico finale. La pellicola ci conduce attraverso una intensissima visita guidata che travalica ogni aspettativa, mostrandoci come sia possibile alimentarci anche di sensazioni e stati d'animo. Il tutto pero' arriva all'estrema conseguenza di includere anche la morte come purificazione della colpa, come regina di tutte le portate, come ultima vera rappresentazione di un menu che non lascia scampo, che fa il bilancio delle nostre vite e ci condanna arbitrariamente e senza appello. La pellicola e' straordinaria dal punto di vista della presentazione dei personaggi, magnificamente disegnati da una recitazione assolutamente coerente con cio' che vogliono rappresentare, mettendo in scena una ritualita' di comportamenti che ce li fa amare a prescindere da quanto siano simili a noi. Il divertimento nel seguire il loro agire sulla scena, non avvieme solo per identificazione ma anche per il piacere di godersi il personaggio, sempre credibile nella pur delirante logica che lo conduce. Le due teorie citate all'inizio, che duellano per tutta la durata del film, hanno come "capi-cordata" lo schef e la giovane "intrusa", capitata li quasi per caso. Alla fine sembra essere lei la vincitrice, ottenendo un hamburger cucinato certamente in maniera impeccabile, ma soprattutto veicolo di salvezza, che riconduce l'esperienza culinaria a quello che dovrebbe semplicemente essere, una modalita' per alimentarsi. La teoria opposta si annienta nel "cucinare" se stessa, in un colossale rogo purificatore, voluto dallo stesso delirio che trasforma un piatto vuoto in una forma di cibo psicologico (di "Verdoniana" memoria...vedi la cena psicologica in "Sette chili in sette giorni").
Alla fine la pellicola ci appare come un piatto certamente ben cucinato, la sceneggiatura e' dannatamente convincente, la recitazione assolutamente di rilievo, il sottotesto della rappresentazione e' nitido ed efficace.
Unica piccola nota stonata e' forse la mancanza di senso logico di alcune situazioni, come l'improbabile caccia all'uomo imposta ai maschietti del gruppo, riportati in sala con qualche ammaccatura dopo la possibilita' di fuga che gli era stata misteriosamente offerta. Alla fine pero', in nome dell'onesta' intellettuale anche di chi, come me, preferisce la pizza all'aragosta, e' lecito domandarsi se sia corretto far prevalere una teoria, esagerando il pensiero antagonista fino al farlo divenire veicolo di sopraffazione e sterminio. O forse l'intento del film si ferma molto prima, a noi l'ardua sentenza.
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iosina
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lunedì 5 dicembre 2022
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film altamente simbolico
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Il film può interessare o non interessare, ma è altamente simbolico , è uno spaccato su un tema attualissimo : da una parte questo attaccamento morboso al cibo, e al cibo esclusivo da parte di consumatori privilegiati e non solo ( vedi le infinite trasmissioni tipo Masterchef etc etc ) e dall'altro l'ego di questi chef ormai tutti dentro un tunnel di ricerca strenuante di elaborazione e trasformazione del cibo in ...che non va piu mangiato,addentato ma... solo degustato. Uno alimenta l'ego dell'altro . Entrambi sono meritevoli di morte, cosi come il cibo che viene ucciso nella sua vera natura e trasformato in altro. Vince LEI, perchè non appartenendo a questo mondo , è fuori dai giochi di manipolazione e seduzione , e soprattutto puo salvarsi perchè capace di riproporre allo chef il 'vecchio cibo', riportandolo ad un suo tempo di verità e di autenticità .
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Il film può interessare o non interessare, ma è altamente simbolico , è uno spaccato su un tema attualissimo : da una parte questo attaccamento morboso al cibo, e al cibo esclusivo da parte di consumatori privilegiati e non solo ( vedi le infinite trasmissioni tipo Masterchef etc etc ) e dall'altro l'ego di questi chef ormai tutti dentro un tunnel di ricerca strenuante di elaborazione e trasformazione del cibo in ...che non va piu mangiato,addentato ma... solo degustato. Uno alimenta l'ego dell'altro . Entrambi sono meritevoli di morte, cosi come il cibo che viene ucciso nella sua vera natura e trasformato in altro. Vince LEI, perchè non appartenendo a questo mondo , è fuori dai giochi di manipolazione e seduzione , e soprattutto puo salvarsi perchè capace di riproporre allo chef il 'vecchio cibo', riportandolo ad un suo tempo di verità e di autenticità .... motivo per cui lui la salva . E ci sarebbe tanto altro da dire sulla scelta delle portate , sulla tipologia dei personaggi scelti, sui giochi di potere e di sudditanza che presiedono in questi ambienti ....tanto, tantissimo.
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