Titolo originale | Envole-moi |
Anno | 2021 |
Genere | Commedia, Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Christophe Barratier |
Attori | Victor Belmondo, Gérard Lanvin, Yoann Eloundou, Ornella Fleury, Andranic Manet Thor Schenker, Hugo Hamdad, Nicolas Simon. |
Uscita | giovedì 19 agosto 2021 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,53 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 4 agosto 2021
La storia di un giovane viziato e perdigiorno che fatica a trovare la propria strada e del suo incontro con un adolescente gravemente malato che cambierà le vite dei due. In Italia al Box Office Volami via ha incassato 35,3 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Mentre il trentenne figlio di papà Thomas vive nella villa del padre medico ospedaliero, spreca i suoi soldi e pensa di essere un playboy, il quindicenne Marcus convive dalla nascita con una malformazione cardiaca e nessuno sa se vivrà fino ai 16 anni. Dopo l'ennesimo guaio combinato dal figlio il padre lo obbliga a prendersi cura di Marcus. Il mondo del ragazzo è fatto di cliniche e sale operatorie, il mondo di Thomas è tutto belle ragazze, club e feste. Dapprima decisamente riluttante Thomas, finisce poi per semplificare il suo compito con l'aiutare David a vivere, prima che sia troppo tardi, esperienze semplici e fondamentali, come ha da tempo desiderato fare.
Chi ha visto Conta su di me di Marc Rothemund sa che il cinema tedesco aveva portato sullo schermo, pur rielaborandola, la storia vera di Lars Amend e di Daniel Meyer di cui, alla fine del film, comparivano le vere immagini. In Francia si è deciso di farne un remake parigino affidandolo a un regista come Christophe Barratier il quale con Les choristes - I ragazzi del coro aveva mietuto riconoscimenti, incassi e commozione.
In questa occasione accetta di girare un rifacimento che sin dalle premesse è in odore di furbizia. Perché Amend e Meyer sono entrambi di pelle bianca mentre qui, vedi caso, Marcus è un francese dalla pelle nera e, vista la struttura del film, l'ammicco rovesciato a Quasi amici appare in tutta la sua evidenza. Con l'aggiunta di tutte le sottese implicazioni legate all'etnia che fanno del vicino di casa un uomo legato alla destra.
Sorvolando su una colonna sonora finalizzata al pathos non si può poi non notare come da un lato di trasformi in macchietta la persona della comunità religiosa da cui la provata madre di Marcus cerca un appoggio. La sottolineatura poi di certi passaggi (vedi il rapporto di Thomas con il padre) o la cancellazione dalla lista dei desideri del ragazzo della visione reale di una donna nuda finiscono con il far diventare il tutto una favola costruita ad hoc perdendo quel riferimento alla realtà che originariamente ne costituiva la base.
Nonostante questo il film costituisce un'occasione per riflettere ancora una volta sul valore del volontariato. Seppur forzato all'inizio dal genitore, Thomas finisce con il dare ma anche con il ricevere molto da una persona da cui tutto lo distanziava grazie a un'empatia che si trasforma da opera di carità obbligata a condivisione.
Francia, oggi. Thomas Reinhardè prossimo ai trent'anni ma il suo stile di vita è fermo a dieci, quindici anni prima rispetto al mero dato anagrafico: viziato e scansafatiche, ama fare festa quasi ogni sera, di lavoro non è nemmeno il caso di parlare, non vuole responsabilità né oneri. Thomas è, a tutti gli effetti, una specie di mega-adolescente che sta per salutare i venti senza porsi il benché minimo problema e si divide tra notti brave, dove cerca di divertirsi più intensamente che può, e giorni lenti e sonnacchiosi, quasi interamente passati a letto per ronfare e riprendersi dalle fatiche della vita notturna.
La sua unica fortuna è probabilmente suo padre, il medico chirurgo dr. Reinhard, forse l'unico che non si è ancora del tutto arreso con lui e che, a un tratto, esasperato dall'ennesima bravata del suo svogliatissimo erede, decide di sottoporlo a una terapia d'urto, affidandogli un suo paziente molto delicato, come una sorta di "ultima chiamata": se Thomas non saprà occuparsi di Marcus - così si chiama il ragazzo paziente del padre - allora dovrà andarsene di casa e la sua famiglia d'origine non si preoccuperà più del suo mantenimento. In poche parole, se fallisce, il pigro rampollo dovrà cavarsela da solo.
Thomas, ragazzone troppo cresciuto, incontra quindi in Marcus un vero adolescente (preadolescente, in realtà, ha solo dodici anni), molto fragile e delicato a causa della malattia di cui soffre fin da piccolissimo. Nonostante viva da sempre facendo avanti e indietro dagli ospedali, Marcus è follemente innamorato della vita, curioso di tutto e tutti, mai sazio di notizie, nozioni e aneddoti. Se l'erede del dottor Reinhard è una sorta di Superman della perdita di tempo, del divertimento fine a sé stesso e della vita disimpegnata, il dodicenne Marcus è invece la sua kryptonite, il grimaldello con cui un approccio più profondo alla vita irromperà nell'esistenza di Thomas, che si rivelerà più piatta e banale di quanto lui stesso non immagini.
Tratto da una storia vera, Volami via è un film francese (ma c'è anche un po' di Italia nel suo team di produzione) ed è diretto da Christophe Barratier, già dietro alla macchina da presa per il più noto Les Choristes, grande successo al botteghino d'Oltralpe nel 2004 e pure nominato come Miglior film straniero agli Oscar.
Nonostante abbia un registro volontariamente leggero, da commedia brillante, quasi, Volami via attira il pubblico con le risate per poi colpirlo a tradimento con la tenerezza e la bellezza della storia di un'amicizia tanto improbabile quanto intensa tra i due protagonisti.
Un film delicato, avvolgente e comunque divertente, che intrattiene pur raccontando una storia edificante e che lascia un piacevole senso di speranza e di ottimismo; gli americani lo definirebbero un feel good movie, un'opera che lascia un sentimento dolce nell'animo di chi la guarda. Verrebbe facile il paragone con Quasi amici che, però, aveva un sottotesto (nemmeno troppo nascosto) ben più maturo e, a tratti, drammatico: Volami via ne è una sorta di contraltare spensierato per ragazzi e giovani.
Per quanto riguarda invece il cast, Thomas è interpretato da Victor Belmondo, nipote del celebre Jean-Paul, mentre Marcus ha il volto dell'esordiente Yoann Eloundou e Gérard Lanvin veste invece i panni del dr. Reinhard.
Hanno ragione quelli che lo scrivono, è quasi Quasi amici. Di quel film ha la leggerezza nel trattare un tema serio, le virate improvvise verso la commozione, e poi di nuovo la corsa verso il sorriso, magari assurdo. Il sorriso che ti si stampa, imprevisto, sulla faccia, o quello irresistibile di Yoann Eloundou Noah, il ragazzino che si porta a casa il film, e il cui volto ci si ferma, in qualche angolo del cuore.
Non è mai facile raccontare la malattia, la malattia di un ragazzino, il suo rapporto con i giochi, i sogni, le speranze, l’amore, la morte: si rischia sempre di finire impiastricciati nella retorica.
Ci sono quintali di film con ragazzini malati. Il volto lentigginoso di Renato Cestiè ne L’ultima neve di primavera, era l’alba degli anni ’70; o Colpa delle stelle, era il 2014. Io prima di te. O, per chi ha un’età, film strazianti come L’albero di Natale, del 1969, con Virna Lisi. Il bimbo è malato, la condanna inappellabile, e più i genitori gli comprano regali per strappargli un sorriso, più piangi, perché sai come andrà a finire.
E invece qui, nonostante tutto, siamo in un feel good movie. Un film che ha una lunga storia: si ispira al film del 2017 Conta su di me – Dieses Bescheuerte Herz, tratto dal romanzo omonimo di Lars Amend e Daniel Meyer, ispirato a sua volta ad una storia vera. Coprodotto da Carlo Degli Esposti, Nicola Serra e Andrea Romeo, diretto da Christophe Barratier, regista di un film di successo come Les choristes, Volami via mette subito sul tavolo le sue carte. Un ventenne viziato e irresponsabile, che finisce con la sua auto di lusso nella piscina della villa di papà, e un ragazzino nato con una malformazione cardiaca, e la vita appesa a un filo. Uno con il privilegio di poter fare l’adolescente anche a trent’anni; l’altro, dodicenne, senza neppure sapere se ci arriverà, all’adolescenza.
A unire i loro destini, il padre del giovane viziato, medico chirurgo – a interpretarlo, Gérard Lanvin. L’uomo ha in cura il ragazzino, che sta reagendo sempre meno alle cure tradizionali. In un azzardo quasi disperato, fa un tentativo. Forse l’incoscienza sguaiata del figlio potrebbe essere una paradossale medicina. E costringe il figliol prodigo ad assisterlo. Riassunto telegrafico della vicenda: un viziatissimo figlio di papà ritrova un senso alla propria vita quando entra in contatto con un ragazzo colpito da una malattia rara.
A dare corpo, sostanza a una trama che rischia di finire fra i buoni sentimenti un po’ gratuiti, i due attori. Il giovanotto è interpretato da Victor Belmondo, nipote di cotanto nonno, Bebèl, Jean-Paul Belmondo, la più clamorosa faccia da impunito del cinema mondiale, e che del nonno mantiene qualche tratto di sfrontatezza: è esuberante, è impulsivo, è naif, alla fine è un innocente, come lo era Omar Sy in Quasi amici. L’altro, Yoann Eloundou, riesce abbastanza agevolmente a rubargli la scena, come Mbappé ha fatto con Neymar nel PSG. Che è anche la squadra del cuore del ragazzino, nel film.
Yoann è naturale, non forza le espressioni, ha una disinvoltura sconcertante. Ma non è un attore per caso: trova qui il suo primo ruolo dopo aver sognato per anni il grande schermo – "Ho sempre voluto essere attore", confessa – e dopo aver sostenuto decine di provini. Ah. Per inciso, non ci sono parentele confermate con il divo del tennis Yannick Noah, anche se Yoann Eloundou Noah cerca di rendere attendibile, nelle interviste, l’ipotesi di un bisnonno in comune.
Comunque sia, sono loro, gli attori, con i loro due personaggi agli antipodi, a tenere teso il filo su cui il film cammina. Ognuno impara dall’altro, ognuno cresce, matura: perché l’argomento del film, alla fine, non è neanche la malattia. Ma come si riesca a vivere, nonostante tutto. Come si riesca ad afferrare la gioia, nonostante tutto. E i due protagonisti riescono a infondere humour e tenerezza nei loro personaggi, li fanno volare ora vicino, ora lontano l’uno dall’altro, per poi riavvicinarsi. Sono più loro a reggere il film che non la regia, che spesso cerca a tutti i costi il pathos, e affonda nei cliché. Ma gli attori riescono a dare verità anche a quello che, nel passaggio da una storia vera a un libro a un film, poi a un secondo film, rischiava di averla perduta. Brava anche Marie-Sohna Condé, nel ruolo della madre di Marcus, di volta in volta divertente e toccante, pragmatica e struggente.
Thomas sulla soglia dei trent'anni è un giovane uomo viziato e senza una prospettiva. Dopo l'ennesima bravata notturna, il padre, un chirurgo spinale di fama mondiale, decide di dargli un ultimatum: o diventa un uomo responsabile, oppure dovrà cavarsela da solo. Gli affida così un incarico molto delicato: far tornare la voglia di vivere a un suo giovane paziente.
Nel lontano 1982 uscì E.T. l'extra-terrestre, un'opera fondamentale nella carriera di Steven Spielberg dato che aprì al regista americano la strada a un nuovo tipo di cinema più personale, incentrate sulle emozioni e sulle condizioni umane dei protagonisti. E ottenne un grandissimo successo tanto da essere entrato nell'immaginario collettivo di più generazioni.
Regista campione d' incassi in Francia con il suo film precedente, "La famiglia Bélier": una ragazza dalla bella voce, nata e cresciuta in una famiglia di sordi, decide per lo strappo ( anche sociale e culturale, erano contadini con le mucche) e comincia una carriera di cantante. Film di zuccherosi sentimenti, con qualche lacrima al momento delle grandi scelte e dell' ad - dio, prontamente rifatto [...] Vai alla recensione »
È il remake, in versione francese, di Conta su di me e il paragone con Quasi amici viene subito spontaneo. Un perdigiorno è costretto dal padre medico a occuparsi di un ragazzino di dodici anni, fragile, ammalato dalla nascita. Dopo l' iniziale diffidenza, tra i due nascerà una profonda amicizia, tra risate e paura per la malattia. Tratto da una storia vera, il film sa divertire come una commedia brillante, [...] Vai alla recensione »
Thomas è un ragazzo bello e ricco che passa tutte le sue notti in discoteca. Mentre beve, fa strage di donne, sale sul cubo e balla al centro della sala, il montaggio alternato ci ricorda che c'è sempre qualcuno che se la passa peggio. È Marcus, dodicenne nato con gravi problemi e che viene ricoverato a causa dell'ennesima crisi cardiaca. Il suo stato di salute è talmente precario che tutti gli ripetono [...] Vai alla recensione »
Nel 2011 - come molti di noi ricorderanno - ha avuto un grandissimo successo - fino a essere considerato, ormai, quasi alla stregua di un cult - il lungometraggio Quasi amici, diretto da Olivier Nakache ed Éric Toledano. Dopo tale successo, numerosi sono i film sulla sua falsa riga che hanno fatto capolino nelle sale cinematografiche francesi e non solo.
Thomas è un debosciato che passa le sue serate in discoteca, fa danni e non ha la minima cognizione di come giri il mondo. Suo padre, eminente medico, gli taglia i viveri, obbligandolo a occuparsi di Marcus, un dodicenne gravemente malato che ha bisogno di cure costanti. Volami via è il remake (co-sceneggiato dal duo Delaporte/De la Patellière di Cena tra amici) di un film tedesco che, sulla falsariga [...] Vai alla recensione »
Dopo la commovente opera prima Les Choristes (2005), campione d'incassi in Francia, Christophe Barratier torna al cinema con una nuova dramedy dal titolo Volami via. Meno toccante sicuramente del suo esordio, questo film è ispirato a una storia vera. Protagonisti sono un trentenne di nome Thomas (Victor Belmondo, nipote del celebre Jean-Paul) piuttosto viziato e nullafacente, e un dodicenne di nome [...] Vai alla recensione »