Titolo originale | Sheytan vojud nadarad |
Titolo internazionale | There is no Evil |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania, Repubblica ceca, Iran |
Durata | 150 minuti |
Regia di | Mohammad Rasoulof |
Attori | Ehsan Mirhosseini, Shaghayegh Shoorian, Kaveh Ahangar, Alireza Zareparast Salar Khamseh, Darya Moghbeli, Mahtab Servati, Baran Rasoulof, Mohammad Valizadegan, Shahi Jila. |
Uscita | giovedì 10 marzo 2022 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Satine Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,07 su 27 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 3 marzo 2022
Quattro storie per riflettere sulla possibilità di esprimere la libertà individuale in un regime dispotico. Il film è stato premiato al Festival di Berlino, In Italia al Box Office Il male non esiste ha incassato 110 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Heshmat è un buon padre e un buon marito attento ai bisogni della famiglia. Ogni mattino si alza presto per andare al lavoro. Quale lavoro? Pouya non se la sente di essere colui che legalmente dovrà sopprimere una vita umana. Cosa dovrà fare per evitare questo compito? Javad non sa che insieme alla sua ufficiale dichiarazione d'amore in occasione del compleanno della fidanzata dovrà confrontarsi con un evento che l'ha scossa profondamente. Bahram è un medico che esercita in una località sperduta e che ha deciso di incontrare per la prima volta la nipote, che vive in Germania, per rivelarle un segreto.
Forse non tutti sanno che di "Bella ciao" non esiste solo l'universalmente nota versione partigiana ma anche una legata al lavoro delle mondine. Alcuni dei suoi versi recitano:
Il capo in piedi col suo bastone
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
il capo in piedi col suo bastone
e noi curve a lavorar.
(...) Ma verrà un giorno che tutte quante
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
ma verrà un giorno che tutte quante
lavoreremo in libertà.
È nella versione cantata da Milva che essi risuonano nel film di Mohammad Rasoulof a sottolineare il bisogno di liberarsi da un particolare lavoro in uno Stato che prevede ancora la pena di morte. Il cinema iraniano, anche quello di grande valore artistico e tematico, è rimasto quasi sempre legato a situazioni e condizioni locali. Solo l'emigrazione ha permesso ad alcuni registi (ad esempio Asgar Farhadi) di allargare i propri orizzonti.
In questa occasione Rasoulof, restando forzatamente in patria in seguito a una sentenza che lo considera "propagandista contro il governo islamico", realizza un film che andrebbe acquisito dalle distribuzioni di tutto il mondo e, in particolare, da quelle dei Paesi che conservano nella loro legislazione la pena di morte.
Perché le quattro vicende che mette in scena in capitoli separati, aventi un loro titolo specifico, affrontano tutte il tema seppur da prospettive diverse e con grande efficacia narrativa. Rasoulof dice che un giorno ha visto casualmente in strada uno dei suoi persecutori del passato e si è messo a seguirlo con l'intenzione di affrontarlo verbalmente in modo molto duro. Ma, prima di farlo, si è accorto dai comportamenti dell'uomo che non era un mostro ma che lo Stato repressivo lo aveva indirizzato in modo tale che il suo lavoro ne garantisse la continuità illiberale.
I dilemmi morali che attraversano (o non attraversano) i personaggi sono universali e sanno parlare al cuore e alla mente di chi ha voglia di interrogarsi sul diritto (o meno) di sopprimere vite umane in base alle direttive di uno Stato che fa della repressione della libertà di pensiero di uomini e donne il proprio vessillo.
A proposito di donne: si noti come nel film non solo si faccia dire a una donna che portare il velo costantemente non è divertente, ma si fa anche vedere una tintura dei capelli e un dialogo in cui nessuna delle due protagoniste indossa il velo. Anche questa, non piccola, trasgressione ai dettami del regime si rivela come molto significativa. Se, come molto probabilmente accadrà, in Iran il film verrà bandito, il resto del mondo dovrebbe manifestare concretamente il proprio interesse. Il cinema non è fatto di soli Dead Man Walking.
IL MALE NON ESISTE disponibile in DVD o BluRay |
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4 episodi raccontano come in certe circostanze si può essere complici del Male anche rifiutandolo. Nel bellissimo Iran ancora vige la pena di morte; ma non sapevamo che le esecuzioni di persone condannate alla massima pena sono affidate a militari: il compito è un obbligo, perché il servizio militare che dura due anni è obbligatorio e se viene ordinato da un superiore [...] Vai alla recensione »
Uno dei film che più mi ha impressionato e commosso quest'anno. Ce ne vorrebbero di più!
Il male esiste. Il male sono gli stati che tengono il popolo sul filo dell'errore e dell'orrore. In questo grande film vedremo quattro storie di uomini che reagiscono in maniera differente al loro destino di essere dei boia che uccidono oppositori politici. Vita quotidiana, un amore che muore, decisioni forti di rifiuto di un obbligo terribile, tutto questo in centocinquanta minuti intensi. [...] Vai alla recensione »
Il male esiste. Il male sono gli stati che tengono il popolo sul filo dell'errore e dell'orrore. In questo grande film vedremo quattro storie di uomini che reagiscono in maniera differente al loro destino di essere dei boia che uccidono oppositori politici. Vita quotidiana, un amore che muore, decisioni forti di rifiuto di un obbligo terribile, tutto questo in centocinquanta minuti intensi. [...] Vai alla recensione »
Non sono numerosi gli exploit nel filone cosiddetto di denuncia, perché i toni sono spesso esagitati, i bersagli monocordi e la costruzione drammaturgica pretestuosa. Però è chiaro che l'andazzo non riguarda le cinematografie attive sotto la cappa dei regimi totalitari, tra cui spicca ormai da anni quella iraniana doppiamente sofferente perché la censura governativa non è solo politica, ma soprattutto [...] Vai alla recensione »
Il male non esiste, scritto, diretto e prodotto dall'iraniano Mohammad Rasoulof, è il film più incisivo che possiate vedere al cinema in questo momento. I venti di guerra di cui siamo inaspettatamente alla mercé ne amplificano la potenza, trattandosi di un'opera che osserva cosa significhi togliere la vita a uno sconosciuto per eseguire degli ordini.
Finito il turno di lavoro un uomo sale in macchina e si immerge nel traffico lento della città. Passa a prendere la moglie e poi la viziata figliolina, insieme al supermercato, poi della di lui suocera inferma, a pulirle la casa, prepararle la cena, provarle la pressione, lasciarla al suo programma tv preferito. Una pizza a cena perché così impone la bambina e poi la giornata, più o meno uguale in [...] Vai alla recensione »
Ha solo un'esitazione lo Heshmat (Ehsan Mirhosseini) di Il male non esiste (Sheytan vojud nadarad, Iran, Germania e Repubblica Ceca, 2020, 151'). Mohammad Rasoulof lo sta mostrando nell'arco di tempo che va da un'alba a un tramonto. Esce dall'edificio in cui lavora, fa colazione a casa, gira per la città con la moglie e la loro bambina. È un uomo normale, più paziente e dolce della media degli uomini [...] Vai alla recensione »
Mors tua vita mea. Perché se mi rifiuto di ucciderti, sarò io a morire. Attuale, universale, atroce: l'antico detto latino esemplifica l'ancestrale dilemma della coscienza umana quando esposta al ricatto morale più radicale: naturale pratica nei conflitti, coercitiva nei regimi in cui vige la pena di morte, vedi la repubblica islamica d'Iran. Il tema grava sul lungometraggio Il male non esiste e [...] Vai alla recensione »
Il tema della pena di morte è stato spesso trattato dal cinema americano, ma è ben raro trovare che venga portato sullo schermo dal cinema iraniano, anche per la profonda censura che permane in quel paese. Abituato alle persecuzioni del regime, ma mai domo, il regista Mohammad Rasoulof dedica invece al tema della responsabilità e dell'esecuzione della pena di morte "Il male non esiste", sofferta e [...] Vai alla recensione »
Un uomo esce dal lavoro, va a prendere la moglie, recupera i figli a scuola, passa dalla madre, mangia in un fast food e torna a casa. Poi si sveglia alle tre di notte per andare a uccidere un condannato a morte. Il film in quattro episodi dell'iraniano Mohammad Rasoulof (Orso d'oro a Berlino nel 2020) s'interroga sulla responsabilità individuale di fronte alla pena di morte (ampiamente praticata in [...] Vai alla recensione »
Con la guerra all'ordine del giorno, ecco servito un omaggio all'attualità che viene da Berlino 2020, ultimo evento prima della pandemia. Quattro storie di fragilità nell'Iran di oggi, in cui militari di leva e funzionari vengono reclutati per azionare la leva con cui sono eseguite le sentenze capitali. Storie di dolore e ribellione profonda che si coniugano al rispetto dell'uomo e ai valori della [...] Vai alla recensione »
Heshmat (Ehsan Mirhosseini) è un marito premuroso, un uomo gentile, ma ogni mattina si alza prima dell'alba per andare a svolgere un lavoro di cui preferisce non parlare. E di cui forse nessuno in famiglia vuole sapere. Pouya (Kaveh Ahangar) è un militare di leva, appena entrato in servizio e subito posto di fronte a una scelta terribile: ubbidire agli ordini, accettando di farsi passivo strumento [...] Vai alla recensione »
Il cinema iraniano si distingue da decenni per la sua capacità di sondare in profondità l'animo umano, raccontare storie drammatiche con tratti lievi e non melodrammatici, e indagare la complessità di una società su cui si allungano le ombre dell'oscurantismo. Al centro del film Il male non esiste (nelle sale da oggi), Orso d'oro a Berlino, il tema della pena di morte, ancora in vigore in Iran e che [...] Vai alla recensione »
In che modo gli stati autocratici riescono a rendere i cittadini parte della loro macchina? È a partire da questa domanda che comincia Il male non esiste, Orso d'oro alla Berlinale del 2020, da domani in sala, che nella sua riflessione va oltre ogni presente interrogando il sentimento di responsabilità individuale nei suoi molteplici aspetti e soprattutto nelle sue infinite contraddizioni.
Vittima, come Jafar Panahi, della giustizia repressiva del suo Paese, con Il male non esiste l'iraniano Mohammad Rasoulof ha vinto l'Orso d'oro della 70esima Berlinale. Girato clandestinamente, sotto forma di quattro cortometraggi assemblati a posteriori, il film ha convinto la giuria per la sua portata etica. Gli episodi sono diversi (il primo evoca il concetto arendtiano di "banalità del male"; gli [...] Vai alla recensione »
Nell'infinita bellezza dei paesaggi iraniani, nel contrasto stridente con la violenza di una società autoritaria in cui vige ancora la pena di morte, i volti delle donne brillano di una luce speciale, comunicano speranza e determinazione a volti di uomini disperati, innamorati, dilaniati. Ne Il male non esiste (Orso d'oro alla Berlinale 70), regia di Mohammad Rasoulof, nato a Shiraz nel '72, dal 2017 [...] Vai alla recensione »
Nel 1963 Anna Harendt pubblicò un libro destinato a fare molto scalpore tra i suoi contemporanei e ad essere, ancora oggi, illuminante per chi intende comprendere cosa si nasconde dietro l'applicazione della morte di massa. Si tratta del famoso La banalità del male, trattato filosofico d'incredibile lucidità storica grazie al quale si indaga sulle fondamenta e le motivazioni alla base dello sterminio [...] Vai alla recensione »
Cartoline dall'Iran, quattro storie intorno alla responsabilità individuale. È giusto disubbidire agli ordini disumani dei superiori? La domanda resta sempre di attualità da Norimberga a oggi. Giusto sì, non sempre possibile ci dice il regista iraniano Mohammad Rasoulof (The Twilight, L'isola di ferro) pluripremiato in molti festival, Orso d'oro alla Berlinale 2020 con Il male non esiste.
Il Male non Esiste è un film brutale nella sua umanità. È un film che ha un impatto potente sullo spettatore che per due ore e mezza respira a fatica mentre viene emotivamente coinvolto in 4 storie, ambientate nell'Iran contemporaneo. Il filo conduttore è la pena di morte eseguita da civili o soldati in un regime di dittatura. Il Male non Esiste racconta l'esistenza, nella sua tensione complessa, [...] Vai alla recensione »
Un uomo alle prese con i quotidiani impegni con moglie e figlia, ogni notte in un carcere apre con un gesto noncurante una botola sotto i piedi di alcuni prigionieri. Un militare fugge per non dover giustiziare un condannato. Un giovane vive una forte crisi di coscienza per aver ucciso una persona cara alla famiglia della sua futura sposa. Una ragazza iraniana residente in Germania si confronta con [...] Vai alla recensione »
Per il primo anno della direzione artistica di Carlo Chatrian - Meriette Rissenbeek si occupa della direzione commerciale e finanziaria - l'esordio non poteva essere dei migliori, e questo ovviamente al netto delle divergenze d'opinione sui singoli film delle varie sezioni. Per la prima volta, da molti anni a questa parte, si aveva finalmente la consapevolezza di un programma del festival rispondente [...] Vai alla recensione »
Un padre di famiglia costretto a filtrare l'orrore della propria quotidianità; una guardia carceraria che si rifiuta di eseguire un ordine; un innamorato tormentato che raggiunge la donna che ama; un medico che vive isolato nelle montagne e dovrà fare i conti con il proprio passato. I quattro episodi che compongono There Is No Evil di Mohammad Rasoulof offrono riflessioni diverse ma complementari sulla [...] Vai alla recensione »
Mohammad Rasoulof è un regista che insiste sulla dimensione morale dei suoi personaggi. Fosse vissuto in un altro paese o in un'altra epoca, il suo lavoro avrebbe avuto solo la densità psicologica e speculativa di un cinema prettamente di pensiero. Ma poiché vive nell'Iran di oggi e, per giunta, è ben attivo sulla scena dell'opposizione al regime, la sua opera ci giunge con la forza d'urto politica [...] Vai alla recensione »
Quattro episodi, variazioni del tema della responsabilità individuale all'interno di un sistema di stato pervasivo e liberticida dove la pena di morte viene applicata massicciamente. La vita famigliare quotidiana di Heshmat che nasconde un segreto. Il giovane Pouya sta svolgendo il servizio militare in un carcere e pone ai suoi commilitoni il problema etico di dover applicare un'esecuzione capitale. [...] Vai alla recensione »
Il concorso della Berlinale 2020 si conclude col botto, con un film che potrebbe mettere d'accordo tutti, aggiudicandosi l'Orso d'Oro. Il film è intitolato There is no evil, diretto dal regista iraniano Mohammad Rasoulof, giunto al settimo lungometraggio nell'arco di una ventina d'anni. Il film ha un unico paradossale difetto che potrebbe penalizzarlo per l'ottenimento del massimo riconoscimento: il [...] Vai alla recensione »
Un film in 4/4 al ritmo della morte. L'individuo, lo Stato e la pena estrema. L'iraniano Mohammad Rasoulof, ancora una sedia vuota ai festival, perimetra un percorso morale che s'interroga sul rapporto che intercorre tra il cittadino e la legge, senza rinunciare anche a descrivere istanze più personali, familiari. Quattro episodi, dove si passa dall'urgenza politica della denuncia all'istinto poetico [...] Vai alla recensione »
Heshmat, marito e padre esemplare, si alza molto presto ogni giorno. Dove va? Impossibile dirlo ai familiari. Pouya non vuole uccidere, ma deve farlo per obbligo di legge. Il giovane Javad non sa che proporre un anello di fidanzamento alla sua amata non sarà l'unica sorpresa per il suo compleanno. Bahram è un medico che non è in grado di praticare medicina e decide di spiegare alla nipote in visita [...] Vai alla recensione »
Quattro storie che affrontano il tema della condanna a morte e dell'uccidere in generale, sia esso una scelta del singolo sia quella di un Paese intero. La prima è la migliore, con un finale inatteso e spaventosamente choccante. Le altre sono meno rudi, a volte tradiscono il bisogno di poetizzare, ma nel suo insieme il film propone quesiti morali importanti e terribili.
Mohammad Rasoulof è uno dei cineasti iraniani osteggiati dalle autorità. Nel 2010 è stato condannato a sei anni di carcere per aver girato senza permesso e poi la pena è stata ridotta a uno. Nel 2017 gli è stato ritirato il passaporto di ritorno dal Festival di Cannes dove aveva vinto la sezione Un certain regard con A Man of Integrity, film per il quale deve ancora scontare un altro anno di detenzione [...] Vai alla recensione »