L'inaspettato, dolce e beffardo incontro tra una donna e un uomo entrambi soli. Espandi ▽
Vedova da una trentina d'anni, la settantenne Mahin non ha mai voluto risposarsi e da quando la figlia è partita per l'estero vive sola a Teheran nella sua grande casa con giardino. Stanca della solitudine, dopo un pranzo con le amiche che l'ha spinta a cercare la compagnia di un uomo, Mahin avvicina l'anziano tassista Faramarz, ex soldato anche lui destinato a restare solo, e con gentilezza lo invita da lei per passare una serata insieme. L'incontro inaspettato si trasformerà per entrambi in qualcosa d'indimenticabile.
A un certo punto, nella storia di Mahin e Faramarz, ogni cosa sembra pure avere un proprio posto nel mondo, una sua giustezza che dà senso alle cose. La sceneggiatura è del resto ricca di eco interne. Ed è proprio lì, nel gioco di contrasti e passaggi poi bruscamente interrotto, che si gioca il destino di Mahin.
Un destino beffardo, ingiusto, anche un po' gratuito se lo si pensa in termini meramente narrativi, ma che abbraccia in pieno la visione critica dei due registi: come a dire che in Iran, in questo Iran ottuso e forse decadente, non c'è redenzione per nessuno, nemmeno per chi prova a essere libero, felice e innamorato almeno per una sera. Recensione ❯
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Un'opera estremamente coraggiosa che segna un fondamentale passo. È un megafono per dare voce a chi la vede soffocare nel sangue. Drammatico, Iran2024. Durata 168 Minuti.
Un dramma che da familiare diviene sociale nell'Iran delle proteste giovanili di piazza. Espandi ▽
Amin ha finalmente ottenuto la promozione che attendeva: è ora addetto agli interrogatori. Ha una moglie devota e due figlie che studiano. La maggiore ha un'amica che viene gravemente sfigurata durante una manifestazione. Come aiutarla senza farlo sapere al capo famiglia? Per di più l'arma che e stata consegnata ad Amin al momento della promozione scompare da casa e lui rischia il carcere se non la si trova. Rasouluf realizza indubbiamente un film militante che fa del cinema un megafono per dare voce a coloro che la vedono soffocare nel sangue come accadeva nella seconda metà del secolo scorso. Porta sullo schermo l’oppressione quotidiana, e la supposta necessità del compromesso che le nuove generazioni non vogliono più accettare. Il cinema tout court (non solo quello iraniano) fa con questo film un fondamentale passo avanti nella fusione tra denuncia e sua rappresentazione sullo schermo. Recensione ❯
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A Teheran una madre e una figlia cercano di costruirsi una nuova vita. Espandi ▽
Stanca del suo matrimonio con Behzad, Sima cerca una nuova casa per sé e per la figlia adolescente Minoo, senza dirlo al marito. Behzad, a sua volta, ha un appuntamento con l'ex fidanzata, nella speranza di ridestare l'intimità del passato. Inoltre, cerca senza successo una specie rara di gufo fuori Teheran. Minoo, invece, prende l'iniziativa a un semaforo e inizia un flirt con Keyvan. Per magia, si conoscono e iniziano a condividere i loro pensieri più intimi. Nel corso di una settimana, Boomerang dipinge un'istantanea sociologica della Teheran moderna. Se da un lato, il matrimonio di due persone che appartengono a una generazione apparentemente senza speranza e sconfitta, volge al termine, dall'altro è appena iniziata una storia d'amore tra due giovani che, in modo nuovo, stanno scoprendo la città e le sue realtà politiche. Recensione ❯
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Beitollah, uomo religioso, cerca un tesoro con un giovane non credente, in un viaggio tra fede e fragilità. Espandi ▽
Lungometraggio d'esordio del talentuoso regista iraniano Aliyar Rasti, vincitore del Gran Premio della Giuria alla Berlinale. Protagonista Beitollah, uomo religioso che sogna una scatola di monete d'oro apparsa in fondo a una grotta. Convinto che la legge islamica gli proibisca di reclamare il tesoro, si rivolge a un giovane non credente per farsi aiutare, e insieme intraprendono un lungo viaggio attraverso il paesaggio iraniano alla ricerca di questo miracolo. Affascinante racconto allegorico in cui il regista trasforma un viaggio on the road in un gioco a nascondino tra fede e fragilità umana. Recensione ❯
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Una ragazza con il sogno di diventare pugile professionista. Espandi ▽
Un'adolescente afghana che vive da immigrata in Iran si sforza di perseguire il suo sogno di diventare una pugile professionista di Muay Thai mentre combatte l'ingiustizia sociale e la violenza che incontra oltre il ring. Recensione ❯
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L'attrice Farzaneh torna a girare un film in cui interpreta una madre in cerca della figlia perduta. Improvvisamente
scopre però che la sua vera figlia è scomparsa. Nonostante la preoccupazione, decide di rimanere ugualmente
sul set, stabilendo un legame profondo col personaggio che impersona. Recensione ❯
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L'arrivo di una giovane donna porta al punto di rottura una famiglia già a pezzi. Espandi ▽
In un Iran gravato da un'economia in difficoltà, due fratelli di mezza età vivono con il padre. Un uomo incline alla rabbia che per il suo temperamento è stato lasciato anche dalla seconda moglie. Ora se la prende con il figlio maggiore, mentre il fratello minore immagina di ucciderlo. Quando l'uomo affitta l'appartamento sopra a una giovane donna, con l'intenzione di sposarla, l'attrazione della donna per il figlio maggiore spinge lentamente questa famiglia a sprofondare. Recensione ❯
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Un'opera giocosa e comica a cui non manca però l'impegno di riflettere sull'oppressione femminile in Iran. Drammatico, Iran, Germania, Repubblica ceca2024. Durata 102 Minuti.
Una donna accetta di far entrare una troupe cinematografica a casa sua. Questo la porterà a fare profonde riflessioni su se stessa e la società. Espandi ▽
Farshad Hashemi ha centrato il segno con la sua pregevole opera prima. La storia parla di Mahboube, una donna sulla trentina, che a causa di ingenti difficoltà economiche affitta la sua casa per le riprese di un cortometraggio, sottoponendo inavvertitamente la sua vita privata al caos di una troupe cinematografica. Me, Maryam, the Children and 26 Others da un lato, è una riflessione sulla natura del cinema e della sua capacità di catturare le complessità della vita quotidiana. Al tempo stesso, è un toccante film politico che, attraverso il racconto della libertà limitata di una donna, affronta una questione più ampia e del tutto attuale: l’oppressione femminile in Iran. Ma è anche un’opera giocosa e a tratti comica, sia nella forma che nel contenuto. Recensione ❯
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Esfahan, Iran. Melina vive con i nonni dopo il divorzio dei genitori. Vuole vivere con la madre, ma il padre e il patrigno si oppongono. A 9 anni, spera che il tribunale le permetta di scegliere il tutore, ignara delle complessità del mondo adulto. Espandi ▽
Esfahan, Iran. Melina vive con i nonni dopo il divorzio dei genitori. Vuole vivere con la madre, ma il padre e il patrigno si oppongono. A 9 anni, spera che il tribunale le permetta di scegliere il tutore, ignara delle complessità del mondo adulto. Recensione ❯
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Tre membri di una famiglia afghana allargata ricominciano la loro vita in Iran come rifugiati, ignari che dovranno affrontare una lotta decennale per essere "a casa". Recensione ❯
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Saeid Shahparnia mette a confronto la bellezza delle architetture urbane di due città lontane e apparentemente diverse tra loro: Qazvin, in Iran, dove il regista è nato e cresciuto, e Roma, dove vive da quindici anni. Espandi ▽
Diretto da Saeid Shahparnia, Pietre e mattoni è un documentario che mette a confronto la bellezza delle architetture urbane di due città lontane e apparentemente diverse tra loro: Qazvin, in Iran, dove il regista è nato e cresciuto, e Roma, dove vive da quindici anni. Il film riflette anche sul significato profondo di bellezza e memoria. Recensione ❯
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Una donna prova a scrivere una storia alternativa dell'Iran attraverso i proprio filmati. Espandi ▽
Farah, una donna iraniana, è costretta si chiude nel suo mondo. Acquista i ricordi di altre persone sotto forma di film Super 8 e registra e archivia i propri per creare una storia alternativa dell'Iran. Recensione ❯
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Ali Asgari condivide le sue riflessioni sulle difficili condizioni della sua libertà personale e lavorativa. Espandi ▽
Impossibilitato a lasciare il suo paese dopo la proiezione a Cannes del suo film Kafka a Teheran - Terrestrial Verses, diretto con Alireza Khatami, Ali Asgari non si è lasciato intimidire dal regime iraniano e ha continuato a lavorare nonostante le difficili condizioni. Resistendo al degrado della sua città e al pessimismo dilagante, ha deciso di continuare a raccontare i suoi sogni e a imbastire le sue riflessioni con apocalittiche sfumature di grigio. Recensione ❯
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